sabato 29 febbraio 2020

Essere uomo




Essere “uomo” è soltanto un’astrazione mentale, poiché l’“uomo”, in verità, non è che un “nodo” nella rete complessa della realtà. 

Ramon Panikkar (1918-2010), presbitero, teologo e scrittore spagnolo.

venerdì 28 febbraio 2020

Bisogna risplendere

Non bisogna riflettere, 
bisogna risplendere.

Paolo Bianchi, pilota motociclistico italiano.

giovedì 27 febbraio 2020

Non indugiare sul passato





Non indugiare sui peccati e gli errori del passato  in modo così esclusivo che non ti restino energia e risorse mentali per vivere correttamente oggi, e non pensare che i peccati di ieri possano impedirti dal vivere puramente oggi.


James Lane Allen (1849-1925), scrittore statunitense.

foto di internet

mercoledì 26 febbraio 2020

Cristo fu tentato

Gesù Cristo fu tentato dal diavolo nel deserto, 
ma in Cristo eri tentato tu: in lui fosti tu ad essere tentato, 
in lui tu riporti la vittoria.
                                                    S. Agostino

Foto: Cristo nel deserto,  di I.N. Kramskoj.

Nostro figlio Marek

Quando abitavo in Polonia una famiglia di amici mi ha raccontato: 

Nostro figlio Marek, quindicenne, aveva un compagno di scuola che per il suo comportamento rischiava di essere espulso dalla scuola. Avevamo saputo che aveva genitori alcolizzati e praticamente non aveva famiglia. Abbiamo chiesto sia a Marek che alle figlie se erano disposti ad accoglierlo nella nostra famiglia. Tutti d’accordo. 
I primi giorni qualche difficoltà è emersa ma col tempo abbiamo visto che la presenza di J. aveva dato a tutti un’intelligenza nuova nell’amare, nel sopportare, nel prevenire…
Ora J. lavora, è sposato ed hanno già un bambino. Vediamo che il suo modo di condurre la famiglia è pieno d’amore e di attenzione. 
La cosa più bella è che Marek come le figlie, si interessano a lui come e più che a un fratello. 
Tutta la famiglia ci ha guadagnato.

lunedì 24 febbraio 2020

István Csukás

Sapendo che, durante il mio soggiorno in Ungheria, avevo conosciuto un famoso scrittore di fiabe, István Csukás, un amico ungherese mi ha subito avvertito della sua morte avvenuta oggi. 
Un uomo conosciuto anche all'estero, premiato con i più alti riconoscimenti. I suoi personaggi portano il suo cuore, il suo amore per i bambini che non ha mai avuto. Mi confidava: "Sarei un padre scimmia... con tanti figli, ma tutto il mio amore lo metto nei miei racconti".
Il drago Süsü ha riempito i sogni e ha accompagnato generazioni che non l'hanno mai dimenticato perché era un drago che amava, che cantava... Sì, cantava. 


István aveva studiato violino e la sua musicalità la affida a un drago che ama la gente, che si stupisce se gli altri si spaventano di lui.
Grande István! Quante volte abbiamo parlato di cosa tradurre in italiano e non ci siamo riusciti. Ma è rimasta intatta la stima e l'affetto.
foto da internet

Ognuno può essere grande


Ognuno può essere grande... perché ognuno può servire. 
Non è necessario avere una laurea per servire. 
Non è necessario soggetto e verbo per servire. 
Serve solo un cuore pieno di grazia. 
Un'anima generata dall'amore. 

Martin Luther King

sabato 22 febbraio 2020

Collega distratto

Un amico mi raccontava:

"Ho un collega che è famoso per la sua distrazione. Eravamo a una cena di gala e ne ha combinate tante. Avrei voluto lasciarlo nel ridicolo, ma ho preso il coraggio di mettermi dalla sua parte, aiutarlo a trovare il suo cappotto, il ticket del parcheggio, cercare dove aveva messo le chiavi della macchina…
Ho visto come sia facile passare dal giudizio alla carità. È semplice eppure è difficile. Quello che ho sperimentato è che quando prendo una decisione dove l’altro è al centro e non io, tutto scorre più naturalmente, come se la realtà che ordina la nostra vita sia soltanto la carità. 
E se riesco a vivere così, sperimento una libertà che non si compra da nessuna parte".

venerdì 21 febbraio 2020

Le persone impegnate...





Le persone che si credono intensamente impegnate a riflettere in privato di solito non stanno facendo nulla.

John Kenneth Galbraith, economista e diplomatico canadese.

giovedì 20 febbraio 2020

A prescindere da me (Niccolò Fabi)

Tra le voci che popolano il palcoscenico dei nostri giorni anche quella degli artisti può essere una parola da ascoltare perché manifesta un cammino, una domanda vera, un’attesa… 


La strada si fa stretta ed è più stretta ad ogni giro di lancette 

Perché estuario e non un delta questa strada 

Alla fine non dà scelta 

Alla fine non c'è scelta 



E l'itinerario umano non prevede alcun ritorno 
ma un'andata 
Un anno come un giorno, solo sabbia colorata
Nell'ampolla sottostante della mia clessidra 
Il tempo non si sfida 
Il tempo non si sfida



Tu muoviti per sempre pigramente 
Si muore nel rigore 
Nel movimento assente 
Nel pensiero senza amore 
E io è di questo che ho paura 
Perché quando mi fermo 
È arrivata la mia ora 



Non è finita, non è finita 
Può sembrare, ma la vita non è finita 
Basta avere una memoria ed una prospettiva 
A prescindere dal tempo 
Non è finita, non è finita 
Nonostante tutto il male non è finita 
Fino a quando ho una memoria ed una prospettiva 
A prescindere dal tempo 
A prescindere da tutto 
A prescindere da me 


Dall’album Tradizione E Tradimento di Niccolò Fabi
Foto da internet
https://www.youtube.com/watch?v=atuwm0R5fZY

mercoledì 19 febbraio 2020

Vediamo le cose come siamo




Noi non vediamo le cose come sonovediamo le cose come siamo. 

Dal Talmud, testo sacro babiloneseQuesta frase è stata utilizzata da molti autori.

martedì 18 febbraio 2020

La creazione

La creazione si produce tutti i giorni, è qualcosa di nuovo e di imprevedibile.

Ramon Panikkar (1918-2010), presbitero, teologo e scrittore spagnolo.

lunedì 17 febbraio 2020

I raggi di una candela



Come arrivano lontano i raggi di una piccola candela: così splende una buona azione in un mondo malvagio.


da Il mercante di Venezia, di William Shakespeare (1564-1616), poeta e drammaturgo inglese.

domenica 16 febbraio 2020

Non lasciarti tentare...


Non lasciarti tentare dai campioni dell’infelicità, 
della mutria cretina, 
della serietà ignorante. 
Sii allegro … 
T’insegneranno a non splendere. 
E tu splendi, invece”.

Pier Paolo Pasolini (1922-1975), poeta, drammaturgo e regista italiano.

venerdì 14 febbraio 2020

La speranza non è per consolarsi




La speranza non è un modo di auto consolarsi, è la forza creativa che dalle radici dell’essere di continuo prorompe, lo slancio vitale che sembra assente, come il fuoco di un vulcano su cui la crosta di lava si è ormai consolidata. 

Ernesto Balducci (1922-1992), presbitero e scrittore italiano

giovedì 13 febbraio 2020

Occasione persa: Benigni a Sanremo 2020

Su una delle piattaforme più stimate o criticate, si sa che ogni personaggio si gioca la carriera. 
Così è stato anche per Benigni a Sanremo. 
La sicurezza del suo successo che lo osanna facendolo arrivare con una banda, quasi la processione di un taumaturgo, stavolta gli ha giocato un brutto tiro. 
Lo stimatissimo Benigni, e quello che ha fatto in altre occasioni rimane indiscutibilmente come dono, si è spinto oltre. 
Non è il primo, né l'ultimo che sull'onda del successo, sfrutta il gusto gossip e dimentica che oltre a quel gusto c'è un altro occhio che guarda, che giudica, che sa il peso delle parole e conosce l'uomo.
Mi dispiace veramente!

Foto da internet


lunedì 10 febbraio 2020

Risplendere sempre

Quando studiavo Letteratura russa con Angelo Maria Ripellino, la storia triste di Majakovskij mi ha fatto tanto riflettere. Lui si definiva "così grande e così inutile".

Risplendere sempre, risplendere ovunque,
sino al fondo degli ultimi giorni,
risplendere e nient’altro!
Ecco la parola d’ordine mia –
e del sole!


Vladimir Majakovskij (1893-1930), poeta, drammaturgo, pittore sovietico.

domenica 9 febbraio 2020

Non ho paura delle parole...


Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti. 
Don Pino Puglisi (1937-1993), presbitero di Palermo, ucciso dalla mafia.

sabato 8 febbraio 2020

Non è correndo...




No, non è correndo, non è nel tumulto delle folle e nella calca di cento cose scompigliate che la bellezza si schiude e si riconosce. La solitudine, il silenzio, il riposo sono necessari ad ogni nascita, e se talvolta un pensiero o un capolavoro scaturisce in un lampo, è perché l’ha preceduto una lunga incubazione di vagabondaggio ozioso. 
Da Elogio della pigrizia, EDB 2018, di Jacques Leclercq (1891-1971), presbitero e teologo belga.

venerdì 7 febbraio 2020

Il filo d'oro



Fin dai tempi più antichi, il filo d’oro è il simbolo di un sapere che nasce dall’esperienza personale e che è libero dai condizionamenti istituzionali. È un filo perché rappresenta la continuità di un’esperienza sempre antica e sempre nuova ed è esile perché in ogni generazione questa consapevolezza viene mantenuta da una minoranza di individui. Questo filo è d’oro perché è immortale, rimane sempre anche nei periodi più caotici e oscuri, a volte più apparente, a volte più nascosto.

Ramon Panikkar (1918-2010), presbitero, teologo e scrittore spagnolo.

giovedì 6 febbraio 2020

La strada più breve

La strada più breve per Dio passa per i fratelli.
                                 Doroteo di Gaza (+ 565) 

mercoledì 5 febbraio 2020

La più grande felicità




La più grande felicità dopo quella di amare, è quella di confessare il proprio amore.

André Gide (1869-1951), scrittore francese.

Opera di Michel Pochet

martedì 4 febbraio 2020

Non ami davvero... fino a quando...

Un amico che mi aveva incoraggiato a scrivere un blog, un giorni mi diceva che sarebbe bene che io dica il perché delle scelte che faccio, sia di esperienze, sia di aforismi. Perfino delle foto. 
La risposta a questo suggerimento mi viene da una lettrice del blog: 
"Tanino, quello che pubblichi certamente ha a che fare con la tua sensibilità e con la tua vita. Ciò che mi sembra sia una costante è che la tua visione della realtà viene presentata attraverso esperienze sia tue che di altri, o di affermazioni che manifestano una saggezza raggiunta. 
Ti ringrazio anche di non dire cosa sia per te perché in tal modo ciascuno fa suo ciò che legge. Con stima, Serena"

---------------------------------------


… non ami davvero una persona fino a quando non sai cosa la fa soffrire.
Saperlo è già prendersene cura.

fratel Goffredo della Comunità di Bose


https://www.monasterodibose.it/preghiera/vangelo-del-giorno/13604-una-battaglia-per-la-vita

lunedì 3 febbraio 2020

Profezia di Simeone

Leggo diversi commenti al vangelo della domenica perché tra i vari autori ciascuno legge e scopre un particolare. Veramente "la parola cresce con chi la legge".
A conclusione del commento della Presentazione di Gesù al tempio, il teologo Paolo Squizzato scrive:

Il vecchio Simeone profetizza: «Egli è qui per la caduta, la resurrezione, … segno di contraddizione». Il termine ‘caduta’ ha significato di crollo, distruzione, rovina. Che questo diventi preghiera: che Cristo sia veramente la nostra rovina, nostra resurrezione e contraddizione.
Sii per me rovina Signore: non lasciarmi nell’indifferenza, nel quieto vivere, nelle mie sicurezze, nella mia falsa pace. Fai crollare la mia vita inautentica, la mia vita ‘morta’, il mio modo di mascherare quello che sono in realtà.
Contraddici i miei pensieri con i tuoi pensieri, contraddici le mie posizioni e le mie sicurezze con la luce della tua croce che è l’amore che sa andare fino in fondo, contraddici la mia visione del mondo quando non è corrispondente alla logica del dono.
Sii la mia resurrezione, quando credo che per me sia tutto finito, quando sperimento l’inferno, la delusione, il tradimento, l’infedeltà.
Don Paolo Squizzato

Foto da internet 
https://www.paoloscquizzato.it/omelie/omelia-festa-della-presentazione-del-signore-anno-a

sabato 1 febbraio 2020

Parola di Vita - febbraio 2020

Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: «Credo, aiutami nella mia incredulità.
(Mc 9,24). 
Gesù è in cammino verso Gerusalemme, accompagnato dai discepoli. Ha già cominciato a prepararli all’appuntamento decisivo: il rifiuto da parte delle autorità religiose, la condanna a morte da parte dei romani e la crocifissione, alla quale seguirà la risurrezione. 
È un argomento duro da comprendere per Pietro e gli altri che lo hanno seguito, ma il Vangelo di Marco ci accompagna in questa progressiva scoperta della missione di Gesù: compiere la salvezza definitiva dell’umanità attraverso la fragilità della sofferenza.
Durante il percorso, Gesù incontra tante persone e si fa vicino ad ognuno nelle sue necessità. Adesso lo vediamo accogliere il grido di aiuto di un padre, che gli chiede di guarire il proprio bambino in grave difficoltà, probabilmente epilettico. 
Perché il miracolo si realizzi, Gesù, a sua volta, chiede qualcosa a questo padre: avere fede. 
Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: «Credo, aiutami nella mia incredulità». 
La risposta del padre, pronunciata ad alta voce davanti alla folla che si è raccolta intorno a Gesù, è apparentemente contraddittoria. Quest’uomo, come spesso anche noi, sperimenta la fragilità della fede, l’incapacità di riporre pienamente fiducia nell’amore di Dio, nel suo progetto di felicità su ognuno dei suoi figli. 
D’altra parte, Dio dà fiducia all’uomo e non opera nulla senza il suo contributo, senza il suo libero sì. Egli chiede la nostra parte, anche se piccola: riconoscere la Sua voce nella coscienza, fidarci di Lui e metterci ad amare a nostra volta. 
Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: «Credo, aiutami nella mia incredulità». 
Per questo mese, la Parola di Dio che proponiamo è la stessa che un gruppo di cristiani di varie Chiese della Germania, ha scelto di vivere lungo tutto l'anno. 
Molta parte della cultura in cui siamo immersi esalta l’aggressività in tutte le sue forme come l’arma vincente per raggiungere il successo. 
Il Vangelo invece ci presenta un paradosso: riconoscere la nostra debolezza, i limiti, le fragilità come punto di partenza per entrare in relazione con Dio e partecipare con Lui alla più grande delle conquiste: la fraternità universale. 
Gesù, con tutta la sua vita, ci ha insegnato la logica del servizio, la scelta dell’ultimo posto. È la posizione ottimale per trasformare l’apparente sconfitta in una vittoria non egoistica ed effimera, ma condivisa e duratura. 
Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: «Credo, aiutami nella mia incredulità». 
La fede è un dono, che possiamo e dobbiamo chiedere con perseveranza, per collaborare con Dio ad aprire strade di speranza per tanti. 
Ha scritto Chiara Lubich: «Credere è sentirsi guardati e amati da Dio, è sapere che ogni nostra preghiera, ogni parola, ogni mossa, ogni avvenimento triste o gioioso o indifferente, ogni malattia, tutto, tutto, tutto [...] è guardato da Dio. E se Dio è Amore, la fiducia completa in Lui non ne è che la logica conseguenza. Possiamo avere allora quella confidenza che porta a parlare spesso con Lui, a esporgli le nostre cose, i nostri propositi, i nostri progetti. Ognuno di noi può abbandonarsi al suo amore, sicuro di essere compreso, confortato, aiutato. [...] "Signore – possiamo chiedergli –, fammi rimanere nel tuo amore. Fa' che mai un attimo io viva senza che senta, che avverta, che sappia per fede, o anche per esperienza, che Tu mi ami, che Tu ci ami". E poi, amando. A furia di amare, la nostra fede diventerà adamantina, saldissima. Non soltanto crederemo all’amore di Dio, ma lo sentiremo in maniera tangibile nel nostro animo, e vedremo compiersi "miracoli" attorno a noi». 

Letizia Magri