lunedì 31 ottobre 2011

“Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora” (Mt 25,13)



            Gesù,
            fammi parlare sempre
            come fosse l’ultima
            parola che dico.
            Fammi agire sempre
            come fosse l’ultima
            azione che faccio.
            Fammi soffrire sempre
            come fosse l’ultima
            sofferenza che ho da offrirti.
            Fammi pregare sempre
            come fosse l’ultima
            possibilità,
            che ho qui in terra,
            di colloquiare con Te.
 
                                               Chiara Lubich

Pubblicata in Città Nuova, 2002/20, p.7 (stralcio)
foto mia

lunedì 24 ottobre 2011

Davanti alla porta del mistero



L’avevo conosciuto in piena forma e nello splendore della sua professione, sull’onda del successo e dell’ammirazione. Ora sono andato a trovarlo in una casa di riposo.
Mi ha accolto con la stessa cordialità. Ma stavolta non c’erano fra noi scrivanie e segretarie. Nessuna telefonata ha interrotto la nostra chiacchierata. Mi sorrideva nella sua tuta blu, non più nell’impeccabile doppio petto con la cravatta sempre azzeccata.
“Vedi, quando si arriva alla soglia, cadono da sole tante cose. Ma non è questo ciò che conta. Conta un’altra cosa, forse la più importante: la porta dell’aldilà diventa trasparente e si intuisce un altro tempo.
Forse troppo tardi, ma sto imparando a entrare in un nuovo ritmo del tempo. Lo chiamerei  ritmo dell’anima, il tempo umano. Pensavo che il tempo fosse mio nemico. Ero io che l’avevo reso tiranno. Ho tanto riflettuto. Ho chiuso tutti i conti. Non ho rimpianti. Cosa dirti?: non aspettarti niente da nessuno, sii tu il soggetto della tua vita. Vivi! L’uomo cade sempre in piedi. Come me che ora non registro un fallimento anche se nessuno della mia famiglia ha spazio per me, ma nella solitudine prendo consapevolezza della vita, delle sue leggi, della sua giustizia che sta nei fatti, nelle nostre stesse azioni. Già sapere cos’è, com’è questa giustizia, dà una pace immensa.
Ora sarei nelle condizioni di cominciare a vivere… e invece me ne vado. È giusto così? Sì, è proprio giusto così. Bisogna che la vita passi tutta per capire cosa sia. Ti lascio questa mia pace!” 

 Foto mia

giovedì 20 ottobre 2011

PASSIONE PER LA VITA


Piero e Susy mi hanno chiesto:
1.       Per chi scrivi? A chi pensi quando pubblichi le cose che scegli?
2.       Perché lo fai?
Rispondo:
1.       Scrivo per un gruppo di persone conosciute e ancora da conoscere, accomunate dalla passione per “la vita”.  Gli echi e i commenti che ricevo (direttamente o via blog) costituiscono il mio binario per andare avanti e quindi indirizzano le mie scelte.
2.       Lo faccio perché tutto è comunione, tutto è vita che cresce, si sviluppa. Ogni comunione concorre a fare del mondo una famiglia. Quindi con voi posso contribuire anch’io.
E ringrazio tutti!
Tanino

Foto mia: nuovo giorno

lunedì 17 ottobre 2011

L'amore: giudizio finale anticipato

Porgo alla vostra attenzione, amici lettori, parte di un commento al post precedente: si tratta di una forte esperienza vissuta. Ringrazio Elvira che mi ha scritto.


"... Tempo fa non ero una credente. Ci sono arrivata attraverso l'amore di mio marito. Ora lui è già tra i santi in Paradiso.
Quando si incontra l'amore si capisce il valore dei sacrifici fatti, ma si scopre soprattutto quanto sia grave l'egoismo. Ero stata tanto egoista in nome della moda e della libertà. Mio marito, con il suo amore immenso, mi ha fatto vedere i miei stessi errori. Quell'amore è stato così grande che non mi ha permesso neanche di cadere nella trappola dei rimorsi, ma mi ha dato la spinta a cominciare una vita nuova...".


Foto mia: Lago Balaton

venerdì 14 ottobre 2011

Marco Amato Bettiol

Un anno fa, il 15 ottobre 2010, è arrivato alla meta Marco Amato Bettiol.
Quando, a 8 anni, ha cominciato a comunicare attraverso un computer, è stata un’eruzione: dal suo silenzio è sgorgata una grande sorprendente saggezza, una parola che, perfezionata dal dolore amato, è una luce misteriosamente necessaria e urgente per molti.
Aveva 18 anni, ma genitori, compagni di scuola, parenti, amici parlano di lui come di un maestro.
In questo blog la pagina di Marco è la più visitata.



La vita è una strada che non si ferma quando vorremmo sederci,
che molte volte non va nella direzione che avremmo desiderato,
che spesso è così in salita da lasciarci senza fiato, ma che va affrontata con lo sguardo puntato sulla meta e non solo con il capo chino,
per non inciampare sui sassi che ci intralciano il cammino.
Solo così ci si potrà sentire parte della strada che Dio ha pensato per condurci da Lui, e assaporare le Sue meraviglie
che ci alleggeriscono la vita, come le persone con cui condividiamo la via,
perché il nostro Padre celeste conosce il cuore di chi ama
e sa che da soli non si fa strada, mentre il poter essere insieme ci fa viaggiare con il vento alle spalle e godere del sole come della pioggia,
forti della comunione di coloro che con noi hanno scelto di raggiungere la vetta con l’amore reciproco.
Buon cammino a ciascuno e ricordate che siamo tutti compagni di viaggio.

                                                                                                      Il vostro Marco

vedi anche:
http://www.cittanuova.it/contenuto.php?TipoContenuto=articolo&idContenuto=29590

Foto mia, Strada romana, Monte Cavo

martedì 11 ottobre 2011

Solo tu accanto a me

Annamaria Gatti ha lasciato come commento una poesia di Ada Negri, opera della maturità.


Atto d'Amore

Non seppi dirti quant'io t'amo, Dio
nel quale credo, Dio che sei la vita
vivente, e quella già vissuta e quella
ch'è da viver più oltre: oltre i confini
dei mondi, e dove non esiste il tempo.
Non seppi; - ma a Te nulla occulto resta
di ciò che tace nel profondo. Ogni atto
di vita, in me, fu amore. Ed io credetti
fosse per l'uomo, o l'opera, o la patria
terrena, o i nati dal mio saldo ceppo,
o i fior, le piante, i frutti che dal sole
hanno sostanza, nutrimento e luce;
ma fu amore di Te, che in ogni cosa
e creatura sei presente. Ed ora
che ad uno ad uno caddero al mio fianco
i compagni di strada, e più sommesse
si fan le voci della terra, il tuo
Volto rifulge di splendor più forte
e la tua voce è cantico di gloria.
Or - Dio che sempre amai - t'amo sapendo
d'amarti; e l'ineffabile certezza
che tutto fu giustizia, anche il dolore,
tutto fu bene, anche il mio male, tutto
per me Tu fosti e sei, mi fa tremante
d'una gioia più grande della morte.
Resta con me, poiché la sera scende
sulla mia casa, con misericordia
d'ombre e di stelle. Ch'io ti porga, al desco
umile, il poco pane e l'acqua pura
della mia povertà. Resta Tu solo
accanto a me tua serva; e nel silenzio
degli esseri, il mio cuore oda Te solo.

foto mia: Tramonto

venerdì 7 ottobre 2011

SII IL CAMBIAMENTO CHE VUOI VEDERE NEL MONDO

Dominik dalla Slovacchia, lasciandomi recentemente il suo commento, mi ha regalato una massima del Mahatma Gandhi:  

SII IL CAMBIAMENTO CHE VUOI VEDERE NEL MONDO

Il dono ora lo trasmetto a voi, amici lettori, con tanta gratitudine.
Qualcuno mi ha fatto notare che le vostre visite al blog stanno raggiungendo il numero di 40.000.
Per me è una bella responsabilità e un incoraggiamento.
Grazie!  
Tanino

Foto mia: Autunno

martedì 4 ottobre 2011

L'ardente e dolce forza del tuo amore


Rapisca, ti prego, o Signore,
l'ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia
da tutte le cose che sono sotto il cielo,
perché io muoia per amore dell'amor tuo,
come tu ti sei degnato morire per amore dell'amor mio.
                      Francesco d'Assisi

Foto mia: tramonto romano

sabato 1 ottobre 2011

Seguimi!


"Seguimi" (Mt 9,9)[1].

            Mentre usciva da Cafarnao, Gesù vide un esattore delle tasse di nome Matteo seduto al banco delle imposte. Matteo stava esercitando un mestiere che lo rendeva odioso alla gente e lo accomunava agli usurai e agli sfruttatori che si arricchiscono alle spalle degli altri. Gli scribi e i farisei lo mettevano sullo stesso piano dei pubblici peccatori, tanto da rimproverare a Gesù di essere "amico di gabellieri e peccatori" e di mangiare insieme a loro[2].
            Gesù, andando contro ogni convenzione sociale, chiamò Matteo a seguirlo ed accettò di andare a pranzo a casa sua, così come farà più tardi con Zaccheo, il capo dei gabellieri di Gerico. Richiesto di spiegare questo suo atteggiamento, Gesù dirà che egli è venuto a curare i malati, non i sani e a chiamare non i giusti, ma i peccatori. Il suo invito, anche questa volta, era indirizzato proprio ad uno di loro:

"Seguimi"

            Questa parola Gesù l’aveva già rivolta ad Andrea, Pietro, Giacomo e Giovanni sulle rive del lago. Lo stesso invito, con parole diverse, lo indirizzò a Paolo sulla strada di Damasco.
            Ma Gesù non si è fermato lì; lungo i secoli egli ha continuato a chiamare a sé uomini e donne di ogni popolo e nazione. Lo fa anche oggi: passa nella nostra vita, ci incontra in luoghi diversi, in modi diversi, e ci fa sentire nuovamente il suo invito a seguirlo.
            Ci chiama a stare con Lui perché vuole instaurare un rapporto personale, e nello stesso tempo ci invita a collaborare con Lui al grande disegno di un’umanità nuova.
            Non gli importano le nostre debolezze, i nostri peccati, le nostre miserie. Lui ci ama e ci sceglie così come siamo. Sarà il suo amore a trasformarci e a darci la forza di rispondergli e il coraggio di seguirlo come ha fatto Matteo.
            E per ognuno ha un amore, un progetto di vita, una chiamata particolari. Lo si avverte in cuore attraverso un'ispirazione dello Spirito Santo o attraverso determinate circostanze o un consiglio, un’indicazione di chi ci vuol bene… Pur manifestandosi nei modi più diversi, riecheggia la medesima parola:

"Seguimi"

            Ricordo quando anch’io ho avvertito questa chiamata di Dio.
            Era una freddissima mattina d’inverno a Trento. La mamma chiede a mia sorella più piccola di andare a prendere il latte a due chilometri da casa, ma fa troppo freddo e lei non se la sente; anche l’altra sorella si rifiuta. Allora mi faccio avanti: "Vado io, mamma", le dico, e prendo la bottiglia. Esco di casa e a metà strada succede un fatto un po’ particolare: mi sembra quasi che il Cielo si apra e Dio mi inviti a seguirlo. "Datti tutta a me", avverto nel cuore.
            Era la chiamata esplicita a cui ho desiderato rispondere subito. Ne ho parlato con il confessore che mi ha permesso di donarmi a Dio per sempre. Era il 7 dicembre ’43; non mi sarà mai possibile descrivere ciò che mi è passato nel cuore quel giorno: avevo sposato Dio. Potevo aspettarmi ogni cosa da Lui.

"Seguimi"

            Questa parola non riguarda soltanto il momento determinante della scelta della nostra vita, Gesù continua a rivolgercela ogni giorno. "Seguimi", sembra suggerirci davanti ai più semplici doveri quotidiani; "seguimi" in quella prova da abbracciare, in quella tentazione da superare, in quel servizio da compiere…
            Come rispondergli concretamente?
            Facendo ciò che Dio vuole da noi nel presente, che porta sempre in sé una grazia particolare.
            L’impegno di questo mese sarà dunque darsi alla volontà di Dio con decisione; darsi al fratello e alla sorella che dobbiamo amare, al lavoro, allo studio, alla preghiera, al riposo, all’attività che dobbiamo compiere.
            Imparare ad ascoltare nel profondo del cuore la voce di Dio che parla anche con la voce della coscienza: ci dirà quello che Egli vuole da noi in ogni momento, pronti a sacrificare tutto per attuarlo.
            "Dacci d’amarTi, o Dio, non solo ogni giorno di più, perché possono essere troppo pochi i giorni che ci restano; ma dacci d’amarTi in ogni attimo presente con tutto il cuore, l’anima e le forze in quella che è la Tua volontà".
            È questo il sistema migliore per seguire Gesù.


Chiara Lubich


[1]     Parola di vita, giugno 2005, pubblicata in Città Nuova, 2005/10, p.7.
[2]     Cf Mt 11,19; 9,10-11.

foto mia