mercoledì 28 luglio 2010

DAI IL MEGLIO DI TE


Un sostenitore mi scrive: "Tanino, come Anna ti dice, c'è un unico Maestro che dirige i vari strumenti, le varie espressioni della tua vita e io penso che il Maestro non voglia trascurare altre voci che chi ti legge potrebbe ascoltare. Ti vorrei consigliare di aggiungere un'altra rubrica, una specie di antologia delle cose più belle che la gente ha detto. Grazie Giuseppe".
E così inauguro un’altra cartella: Fior da fiore. Ulteriore segno che il blog lo facciamo insieme. Comincio con Madre Teresa di Calcutta

 
Dai il meglio di te...

L'uomo è irragionevole, illogico, egocentrico
NON IMPORTA, AMALO
Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici
NON IMPORTA, FA' IL BENE
Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici
NON IMPORTA, REALIZZALI
Il bene che fai verrà domani dimenticato
NON IMPORTA, FA' IL BENE
L'onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
NON IMPORTA, SII FRANCO E ONESTO
Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo
NON IMPORTA, COSTRUISCI
Se aiuti la gente, se ne risentirà
NON IMPORTA, AIUTALA
Da' al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci
NON IMPORTA, DA' IL MEGLIO DI TE


Madre Teresa di Calcutta (1910-1997)
“ Sono albanese di sangue, indiana di cittadinanza.
Per quel che attiene alla mia fede, sono una suora cattolica.
Secondo la mia vocazione, appartengo al mondo.
Ma per quanto riguarda il mio cuore, appartengo interamente al Cuore di Gesù”.

Foto mia

lunedì 26 luglio 2010

COSA TROVI NEL BLOG


40 anni di stupore
Esperienze che mi hanno aiutato a vedere “chi” c’è alla radice della mia esistenza e che mi sorprende ogni giorno con mille segnali.

Dedicato a Chiara
Momenti di colloquio con Chiara Lubich, calda luce dei miei passi.

Frammenti di tempo amato
Schegge del mio passato che mi aiutano a capire il presente.

Gocce di luce
Riflessioni e pensieri di Chiara Lubich.

In diretta
Lettere e reazioni dei visitatori ed eventuali mie risposte.

Le storie incantate di zio Teodoro
Favole mie.

Pagine di storia
Notizie e fatti che penso sia utile rilevare o far conoscere ad altri.

Parole vive
Brevi esperienze di Vangelo vissuto.

Persone
Incontri, interviste significative.

Quale amore giurare?
Fatti di vita di cui sono stato spettatore.

Sul bordo della luna
Qualcuno ha scritto “Tanino cammina sul bordo della luna”. Uso l’immagine per raccogliere momenti di vita espressi in forma poetica.

Altre notizie su di me
Interviste o miei interventi pubblici.

Come raggiungermi
Indirizzo e-mail per quanti vogliono mettersi in contatto con me.

Vi sono elencati dei link che visito spesso.
La cosa più bella sono i lettori affezionati che, per il sostegno che mi danno, considero nascosti autori del blog!
Le esperienze e le favole sono anche pubblicate su Città Nuova: http://www.cittanuova.it/
Parole vive, si trovano anche nella pagina web del Movimento dei focolari, nella rubrica fatti di vita:

Un saluto cordiale e riconoscente a tutti!
Bratislava, luglio 2010


Tanino Minuta

Foto mia

sabato 17 luglio 2010

Il trono di Dio


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Ringrazio quanti mi hanno scritto in seguito a “Che fortuna sapere che sono amato!” e riporto, con il suo permesso, parte dell’e-mail di Rosaria, una grande sostenitrice palermitana.
Dio resta nel suo trono lontano?
…anche oggi apro il tuo blog e la solita sferzata "alla Tanino" arriva subito in faccia, violenta nella sua semplicità, ma carica di significato....
Però il guaio è che io vedo ancora Dio lontano e sempre seduto in trono... anche se so che guarda proprio me ed è me che aspetta…
Rosaria
Grazie, Rosaria!
Convivi con una malattia che come uno scalpello sta sbozzando un capolavoro. Ma è l’artista a sapere l’opera che sta compiendo e a godere dei tratti che già ne anticipano la compiutezza. Quello che scrivi dimostra il tuo crudele privilegio di essere nelle mani di un Altro che ti ha depauperata di ogni tuo progetto per dartene altri da portare a termine. Per questo ti ringrazio e so di non essere solo. 
foto mie, Santuario Madonna delle lacrime, Siracusa

mercoledì 14 luglio 2010

Che fortuna sapere che sono amato!


 Riflettendo sul mercante che vende tutto perché intravede l’affare della sua vita, ho ripensato al momento in cui per me si è presentata la perla della mia esistenza: non era una ragazza, non era un posto di lavoro… era un essere misterioso e vicino.
Qualcuno mi aveva chiesto: “Lo sai che Dio ti ama?”.
Dio mi ama? Fino a quel momento lo avevo immaginato lontano, seduto pensoso su un trono, che si sarebbe accorto di me soltanto se avessi fatto qualcosa di eroico. Che mi amasse prima che io avessi fatto qualcosa, mi sconvolgeva.
Di colpo mi trovai ricco e non dovevo far nulla, soltanto credere e accogliere l’amore di Dio in tutti momenti della mia vita. Ciò mi ha reso capace di stabilire rapporti più liberi, finire le azioni con entusiasmo, accettare gli incidenti di percorso. Scomparvero di colpo i modelli su cui far combaciare la mia vita, il tempo divenne amico, ogni persona che incontravo era occasione di provare come anche il mio cuore fosse capace di un amore non interessato. La sorgente della felicità si trovava in me, non c’era più da cercare sorgenti di gioia. In pratica la vita di tutti i giorni divenne la mia religione. Per questa perla valeva vendere tutto il resto.


"Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra" (Mt 13, 45-46)

 foto mia

martedì 6 luglio 2010

Bentornato a casa!

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Degli amici slovacchi mi avevano chiesto di andarli a prendere all’aeroporto di Vienna, non lontano da Bratislava. L’affollata sala di attesa è colorata da tanti palloncini a forma di cuore con scritto in inglese “Bentornato a casa!”. Anche i fiorai li vendono. E vedo che a comprarli non sono soltanto i bambini. Li comprano le ragazze, le nonne, i papà. Anche una suora ne ha uno.
Quei palloncini rendono festosa la sala anonima, appesantita da un brusio ininterrotto.
Un signore guarda le porte degli arrivi con due barboncini sotto le due braccia, sembra suggerisca loro come comportarsi. Arriva la donna attesa, il suo primo bacio è per i cagnolini, poi saluta velocemente l’uomo, mentre tira il suo valigione.
Un’anziana signora che si appoggia a un bastone rifiuta sprezzante l’offerta che le fa una ragazza di sorreggersi alla transenna.
Un signore ossuto e abbronzato, in maglietta e pantaloni neri, si fa spazio per vedere meglio l’ondata di viaggiatori e si mette alla mia destra. Mi sembra di riconoscere in lui un famoso discesista italiano. Senza riflettere gli chiedo se è il personaggio che penso.
Risponde in slovacco che non mi capisce - avevo parlato italiano - e quando, in slovacco, gli rifaccio la domanda risponde che non ha viaggiato molto. Vedo che gli mancano molti denti e, mentre si copre la bocca con la mano, scorgo che la nicotina ha abbondantemente imbrunito l’indice e il medio. Sta aspettando la figlia e la sua famigliola che vive a Londra. È contento di chiacchierare ma siamo con gli occhi alle due uscite.
Vediamo una coppia di focomelici e lui con la testa fa cenni di compassione mentre li segue con gli occhi. Poi, senza attendere risposte: “Perché la malasorte? Dicono che è stata una medicina. Chi ripara i danni? Quanta gente meriterebbe la forca!”. 
Da vicino i suoi capelli evidenziano una tintura recente.
Un ragazzone, dietro un carrello carico di valigie, intravista l’amica che lo attende, grida di gioia. Si abbracciano felici.
“L’amore, l’amore. Se durasse…! È una trappola”.
Mi chiede da dove vengo, perché la pronuncia del mio slovacco lo incuriosisce. Basta che dico Italia e lui comincia a parlare di calcio e calciatori. Quando gli comunico che sono nato in Sicilia, mi chiede se sono mafioso. Ridiamo insieme. Ho modo così di vedere due occhi arrossati ma belli, sfavillanti come quelli di un bambino. Mi dice che è rom e che si chiama Ivan. I suoi occhi si oscurano quando dice che la gente non parla facilmente con gli zigani, sottolineando il disprezzo che mettono quando dicono “zingari”, sinonimo di gente di malaffare. Abbassando la voce mi dice che gli slovacchi, se potessero, li farebbero fuori. Un pregiudizio è indistruttibile.
Resto in silenzio, addolorato come lui, e mi viene in mente una frase di Einstein: più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”.
Ivan, afferrandomi un braccio, mi bisbiglia all’orecchio: “Noi siamo uniti, produciamo bambini come i conigli e le cose si mettono sempre più a nostro favore. Ridaremo a questi smidollati la saggezza del cuore!”.
Gli chiedo se nella famiglia che attende ci sono bambini. Mi dice che ce n’è una di sette anni. In fretta vado a comprare un palloncino. Lui ne è felice. Mi stringe ripetutamente la mano.
Guarda il palloncino che tiene tra le sue mani, prova se può sfuggirgli, guarda me, si gira verso le uscite, sorride da solo. I suoi occhi dicono molto. Finalmente arriva la famigliola. Corre da loro felice. Lo vedo parlare mentre indica me.
Una bellissima bambina mi viene a ringraziare e da lontano, con un elegante inchino, mi ringraziano la madre e il padre. Li saluto mentre “il discesista” continua a gesticolare, a sorridermi con la bocca sdentata. Quel sorriso mi rimane addosso come un profumo prezioso e mi accorgo di colpo che la sala degli arrivi non è un luogo estraneo.
Un palloncino tenuto da un bambino mi copre la vista. Leggo: “Bentornato a casa!”. 


Foto mia, Manifesti

giovedì 1 luglio 2010

Luglio 2010

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Viaggio a Firenze per andare a trovare Silvia, un’amica molto malata. Credevo di andare per donare qualcosa, ma quello che ho ricevuto è di un valore inestimabile.
Silvia mi dice: «La malattia mi ha aperto gli occhi. Non è che avessi una vita sbagliata, eppure solo ora mi sembra di vedere chiaramente. È la storia del mercante che trovata la perla, vende tutto quello che ha per comprarla. Se potessi vivere, vivrei in modo del tutto diverso. I gioielli di mia madre, le case comprate con sacrifici sono dei beni perché ti danno una sicurezza economica anche per i figli… ma la malattia ha azzerato tutto, ha tolto il valore ai beni e mi ha mostrato il bene che è la persona. Vedo con altri occhi non solo mio marito, i figli, ma ogni altra persona, chiunque sia. L’ospedale può sembrare un luogo di maledizione, invece è un’inattesa, necessaria “lezione di vita”. La gente qui non vale per il vestito, per la macchina, per il nome che porta. Siamo messi tutti nella condizione di mettere in moto una parte di noi che spesso è atrofizzata: la capacità di amare. E qui si vede che basta un sorriso, un’attenzione, basta veramente poco. Sento che questo amore vince la morte. La perla preziosa è l’amore».

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"Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra" (Mt 13, 45-46)


Foto mia