venerdì 31 ottobre 2014

La Chiesa: un corpo



Papa Francesco, all’udienza di mercoledì 22 ottobre 2014, raccomandava di leggere un capitolo del profeta Ezechiele: “Questa è la Chiesa, è un capolavoro, il capolavoro dello Spirito, il quale infonde in ciascuno la vita nuova del Risorto e ci pone l’uno accanto all’altro, l’uno a servizio e a sostegno dell’altro, facendo così di tutti noi un corpo solo, edificato nella comunione e nell’amore”.  


37   Visione delle ossa aride

1 La mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori in spirito e mi depose nella pianura che era piena di ossa; 2mi fece passare accanto a esse da ogni parte. Vidi che erano in grandissima quantità nella distesa della valle e tutte inaridite. 3Mi disse: «Figlio dell'uomo, potranno queste ossa rivivere?». Io risposi: «Signore Dio, tu lo sai». 4Egli mi replicò: «Profetizza su queste ossa e annuncia loro: «Ossa inaridite, udite la parola del Signore. 5Così dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. 6Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete. Saprete che io sono il Signore»». 7Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si accostavano l'uno all'altro, ciascuno al suo corrispondente. 8Guardai, ed ecco apparire sopra di esse i nervi; la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma non c'era spirito in loro. 9Egli aggiunse: «Profetizza allo spirito, profetizza, figlio dell'uomo, e annuncia allo spirito: «Così dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano»». 10Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato.

11Mi disse: «Figlio dell'uomo, queste ossa sono tutta la casa d'Israele. Ecco, essi vanno dicendo: «Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti». 12Perciò profetizza e annuncia loro: «Così dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d'Israele. 13Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. 14Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò»». Oracolo del Signore Dio.

giovedì 30 ottobre 2014

Il deserto dove incontrarti

“Sono sicura, mio Dio, che mi ami,
 e che in questa vita così ingombra, 
schiacciata da ogni lato dalla famiglia, 
dagli amici, da tutti gli altri, 
non può mancare il deserto dove incontrarTi.

Non si tratta di imparare ad andare a zonzo.

Bisogna imparare a restare soli
 ogni volta che la vita ci riserva una pausa.

E la vita è piena di pause
 che possiamo scoprire o sprecare.

Nella più pesante e grigia giornata,
 quale splendida gioia per noi
 la previsione di tanti incontri con Te, 
Signore, sgranati nel fluire delle ore!

Tu, nostro Diletto, ci attiri a Te 
e ci affascini anche attraverso 
l'assillo logorante delle nostre quisquilie”.

Madeleine Delbrêl

martedì 28 ottobre 2014

C'è chi sta cercando te...


Maurizio, un amico che segue passo passo il blog,
mi ha mandato una riflessione di Mario Quintana
(1906-1994) è stato uno scrittore e poeta brasiliano.
Dopo averla letta, penso che sia un dono anche per tutti voi cari amici.


"Quando poniamo molta fiducia o aspettative in una persona, il rischio di una delusione è grande.
Le persone non esistono in questo mondo per soddisfare le nostre aspettative così come noi non siamo qui per soddisfare le loro.
Dobbiamo bastare … dobbiamo bastare a noi stessi sempre e quando vogliamo stare con qualcuno dobbiamo essere consapevoli che stiamo insieme perché ci piace, lo vogliamo e stiamo bene, giammai perché abbiamo bisogno di qualcuno.
Una persona non ha bisogno dell’altra, esse si completano … non per essere due metà, ma per essere un intero, disposte a condividere obiettivi comuni, gioia e vita.
Nel corso del tempo, ti rendi conto che per essere felice con un’altra persona, è necessario, in primo luogo, che tu non abbia bisogno di questa persona.
Comprendi anche che la persona che ami (o pensi di amare) e che non vuole condividere niente con te, sicuramente, non è l’uomo o la donna della tua vita.
Impari a volerti bene, a prenderti cura di te stesso e principalmente a voler bene a chi ti vuole bene.
Il segreto non è prendersi cura delle farfalle, ma prendersi cura del giardino, affinché le farfalle vengano da te.
Alla fine troverai non chi stavi cercando, ma chi stava cercando te." 

Farfalle, Mario Quintana

Per una vita da campione





«Ho odiato ogni minuto di allenamento ma mi dicevo:
non rinunciare. 
Soffri ora e vivi il resto della vita da campione»


Cassius Marcellus Clay, ex pugile statunitense

lunedì 27 ottobre 2014

I giovani e gli anziani


Ogni volta che cerchiamo di leggere nella realtà attuale i segni dei tempi, è opportuno ascoltare i giovani e gli anziani. Entrambi sono la speranza dei popoli. Gli anziani apportano la memoria e la saggezza dell’esperienza, che invita a non ripetere stupidamente gli stessi errori del passato. I giovani ci chiamano a risvegliare e accrescere la speranza, perché portano in sé le nuove tendenze dell’umanità e ci aprono al futuro, in modo che non rimaniamo ancorati alla nostalgia di strutture e abitudini che non sono più portatrici di vita nel mondo attuale.

Le sfide esistono per essere superate. Siamo realisti, ma senza perdere l’allegria, l’audacia e la dedizione piena di speranza!


Papa Francesco, Evangelii Gaudium, § 108-109 (© Libreria Editrice Vaticana)


domenica 26 ottobre 2014

Marco d'Aviano

Avevo sentito parlare del cappuccino Marco d’Aviano (1631-1699) quando vivevo in Ungheria. Se ne parlava per il ruolo che il frate svolse, in modo straordinario, in un momento non facile per i paesi dell’Europa e per i Magiari in particolare.
Il mio amico Miguel, che vive in USA, me ne parla e per me è un modo di incontrare questo silenzioso artefice della storia.
Il frate è stato beatificato da Giovanni Paolo II il 27 aprile 2003. 
Dal discorso della beatificazione:


“… Questo contemplativo itinerante per le strade dell'Europa fu al centro di un vasto rinnovamento spirituale grazie ad una coraggiosa predicazione accompagnata da numerosi prodigi. 
Profeta disarmato della misericordia divina, fu spinto dalle circostanze ad impegnarsi attivamente per difendere la libertà e l'unità dell'Europa cristiana. Al continente europeo, che si apre in questi anni a nuove prospettive di cooperazione, il beato Marco d'Aviano ricorda che la sua unità sarà più salda se basata sulle comuni radici cristiane”.