venerdì 31 maggio 2013

L'angelo custode di Novara



M. Silvia mi ha mandato questo pezzo che il giornalista e scrittore Massimo Gramellini ha liberamente tratto da un testo inviatogli da qualcuno, che vuole restare anonimo, in occasione del funerale di Gabriele Francesco, il neonato abbandonato sotto un viadotto dell'autostrada e trovato morto il giorno 11 aprile tra i rifiuti ad Agognate. Novara lo considera “l’angelo custode della città”


Buongiorno, mi chiamo Gabriele Francesco. Sono nato a Novara l’11 aprile 2013 e oggi avrei un mese, se fossi ancora vivo. Invece sono morto lo stesso giorno in cui sono nato. Adesso tutti starete pensando che mamma e papà non si sono comportati bene: in effetti mi hanno lasciato solo, sotto un cavalcavia, con indosso pochi stracci e senza un biberon nei paraggi. Ma io non mi permetto di giudicarli. Certo è che noi neonati siamo indifesi: ci buttano dai ponti, ci fanno esplodere sotto le bombe, ci vendono per pochi soldi. Siamo carne da telegiornale.
Prima di chiudere gli occhi, mi sono raggomitolato tra i rifiuti per cercare conforto e ho pensato: ma è davvero così brutto questo mondo che sto già per lasciare? Poi mi sono sentito sollevare e sulla nuvola da cui vi scrivo ho visto che la bellezza c’è ancora. C’è bellezza nel camionista che mi ha trovato e nell’ispettore che mi ha messo questo nome meraviglioso: è importante avere un nome, significa che sei esistito davvero. C’è bellezza nei poliziotti che per il mio funerale hanno fatto una colletta a cui si sono uniti tutti, dai pompieri alle guardie forestali. E c’è, la bellezza, nella ditta di pompe funebri che ha detto «per il funerale non vogliamo un euro», così i soldi sono andati ai volontari che in ospedale aiutano i bimbi malati. Dove sono nato io, metteranno addirittura una targa. Allora non sono nato invano. Mi chiamo Gabriele Francesco, e ci sono ancora. 

Intenzione di preghiera per il mese di giugno 2013

Intenzione di preghiera proposta dal Santo Padre Francesco per il mese di giugno:
 
"Perché prevalga fra i popoli una cultura di dialogo, di ascolto e rispetto reciproco"

mercoledì 29 maggio 2013

Date e vi sarà dato (5) A Praga per studi



Ero a Praga per studi. Una sera stavo preparando un esame per il mattino seguente. Venne a trovarmi nel collegio, alla periferia della città, Daniel, un amico che stava passando un momento difficile. Gli ho detto qual era la mia situazione, ma le sue preoccupazioni non gli permettevano di pensare che non fosse lui solo il centro del mondo. L’ho ascoltato a lungo, per ore ed ore dimenticandomi dell’esame, ma tutto quello che dicevo sembrava inutile. Il suo problema gli aveva chiuso orecchie e cuore.
Ormai non c’erano bus per rientrare in città e, approfittando del fatto che l’altro letto della camera era libero, Daniel è rimasto a dormire nella mia stanza.
L’indomani mattina veniamo svegliati dalla portiera che mi dice che mi stavano cercando dall’università per l'esame a cui non mi ero presentato.
Fu lì che Daniel si svegliò realmente e si rese conto del guaio. Piangendo mi chiedeva perdono.
All’università fui interrogato per ultimo e l’esame, nonostante la mia stanchezza, è andato discretamente. Avrei potuto far meglio? Non mi importava. Speravo solo di aver fatto qualcosa per Daniel.
All’uscita dell’ateneo c’era Daniel con un dono per me. E lo vidi sorridere come non speravo più.  


Vetrata di Marek Trizuljak (part.)

lunedì 27 maggio 2013

Un giorno verrà il giudizio di Dio!



Il 25 maggio scorso, si è celebrata la beatificazione di Padre Pino Puglisi a Palermo. La domenica successiva, all’angelus, papa Francesco ha chiesto di pregare per la conversione dei mafiosi: “Io penso  a tanti dolori di uomini e donne, anche bambini, che sono sfruttati da tante mafie, che sfruttano loro facendogli fare il lavoro che li rende schiavi...”.  

Papa Francesco ha ricordato il grido di Giovanni Paolo II contro i mafiosi il 9 maggio del 1993 nella valle dei Templi di Agrigento. Lo riporto per intero:


“Che sia concordia in questa vostra terra. Concordia: senza morti, senza assassinati, senza paure senza minacce, senza vittime. Che sia concordia! Questa concordia, questa pace a cui aspira ogni popolo ed ogni persona umana, ed ogni famiglia, dopo tanti tempi di sofferenze. Avete finalmente un diritto a vivere nella pace. I colpevoli che portano sulle loro coscienze tante vittime umane debbono capire che non si permette di uccidere degli innocenti. Dio ha detto una volta: Non uccidere. Non può l’uomo, qualsiasi uomo, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio. Questo popolo siciliano è un popolo talmente attaccato alla vita, che dà la vita. Non può sempre vivere sotto la pressione di una civiltà contraria, di una civiltà della morte. Qui ci vuole una civiltà della vita. Nel nome di Cristo crocifisso e risorto, di questo Cristo che è Via, Verità e Vita, mi rivolgo ai responsabili: convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio!”

domenica 26 maggio 2013

IL VANGELO DI PADRE PUGLISI

Cinzia, nel post precedente, mi ha lasciato un commento e una domanda. La mia risposta è questa pubblicazione in prima pagina:


Tanino, ho seguito tutto quello che è stato detto e fatto su Padre Puglisi, ora beato.
Sono siciliana, come lui. Ho respirato come lui l'aria di una terra che qualcuno ha tacciato di "maligna".
Da dove è entrata la malattia-mafia?
Dicono che la mafia è nel sangue dei siciliani...
Non so cosa pensare, ma il Vangelo di Padre Puglisi è la mia speranza.
Tanino, anche tu sei siciliano.
La tua parola?

sabato 25 maggio 2013

Date e vi sarà dato 4



 L’insegnante aveva proposto due turni per gli esami, distanti l’uno dall’altro due settimane. Avevo optato per il secondo turno per avere tempo di finire di leggere i molti testi.
Comunque ero andato ad assistere agli esami del primo turno e avevo trovato l’insegnante abbastanza arrabbiata per gli studenti che non si erano presentati.
Mi sono chiesto cosa avrei potuto fare per lei e decisi di fare subito l’esame. Lei ne fu contenta, uno in meno al prossimo turno. L’esame non andò bene  e il voto finale non fu granché. Avrei potuto rifiutarlo perché mi avrebbe abbassato la media, come mi suggerivano i compagni del corso. Eppure dentro di me sentivo che l’esame, così come era andato, mi stava bene.
Nel pomeriggio una telefonata dell’insegnante mi lasciò di stucco: “Non sono tranquilla per il voto che le ho dato. Torni domani con il libretto”.  Ci ritrovammo nel suo studio e mi confidò che, conoscendomi, era certa che avrei superato meglio l’esame se fosse stato il mio giorno e, prima di consegnare il verbale modificò il voto.
Ripercorsi incredulo e attonito le stradine tra le aiuole di quell’università che mi stava insegnando quale fosse il massimo voto.

venerdì 24 maggio 2013

Ho la felpa!



Ringrazio Flavia R. che, tra l'altro, mi racconta questa storia che ha la delicatezza di una poesia:  

"... Ieri mattina accompagnando il bimbo “grande” al nido ho incontrato Paola, ragazza con la Sindrome di Down che fa da molti anni delle ore li all’asilo... ha sempre il sorriso sulla bocca! Le ho chiesto come è andato il fine settimana, mi ha risposto bene. Allora ho accennato un lamento sul tempo, dicendo che aveva fatto fresco... lei mi ha guardata stupita e mi ha risposto facendo spallucce e sorridendo: “Ho la felpa!”..."