sabato 31 dicembre 2016

Cari amici del blog

Cari amici del blog,
il calendario ci dice che è finito l'anno 2016.
Domani scriveremo il nome di un anno nuovo e nuovo vorremmo che fosse tutto il 2017: migliore di prima, più vero di ieri, più amore di quel vuoto che abbiamo visto provocato dall’odio.
Quanti desideri.
E se un mondo migliore dipendesse da me?
Penso che i primi a dare la risposta positiva sarebbero gli innamorati che pur di costruire l’ambiente più bello all’oggetto del proprio amore farebbero pazzie.
Ecco, l’umanità ha bisogno di persone che “per amore” fanno pazzie.  
Non costa così tanto, basta essere "innamorati" cioè svegli e capire cosa l'altro ha bisogno.
Mi viene in mente un momento vissuto nella pizzeria di una città oltralpe:

Sono con degli amici. Da un tavolo di fronte a me, un anziano mi fa un sorriso, si alza con fatica e viene deciso verso di me. Mi saluta calorosamente, mi abbraccia chiamandomi Vlado.
Gli dico che non sono Vlado, che mi sta scambiando con qualcun altro.
Ma lui: “Non scherzare, sono Michal, non ti ricordi? Eravamo militari insieme a Brno”. Gli dico che è impossibile, che sono italiano, che a Brno ci sono andato soltanto come turista. Che forse somiglio a Vlado. Anche come età qualche differenza c’è.
Lui diventa triste e guarda il pavimento. Poi, incoraggiato da una stretta di mano e un sorriso, riprende il filo dei ricordi. “Ti cerco da tanto tempo. Mi hanno detto dove abiti e tutte le volte che con il treno passo davanti a casa tua, vedo con gioia il giardino, gli animali. Cos’hai fatto in tutto questo tempo?”.
I miei amici sono curiosi di ascoltare cosa sto per raccontare. Siccome la pizza non è ancora pronta, propongo a Michal di fare due passi in terrazza per parlare. Si appoggia al mio braccio. Anche l’uomo al tavolo di Michal, probabilmente il figlio perché gli somiglia, ci guarda curioso.
Michal mi racconta tanti fatti ed io li vivo con lui. Quanti camerati che ora sono già morti, ed io mi addoloro con lui. Quando mi parla della sua famiglia, dei figli, dei nipoti la sua gioia e la mia si confondono. Michal ride fino alle lacrime ricordando qualche commilitone ed io mi diverto con lui anche se non so di chi stia parlando. Nel suo volto la serenità lo ringiovanisce. A un certo punto ci raggiunge l’uomo che Michal mi presenta come il terzo figlio. Lui ascolta per un po’ e quando il padre gli dice quanti momenti abbiamo vissuto insieme, mi guarda costernato.
Mi avvertono che la pizza è in tavola e Michal, rattristato, mi chiede quando possiamo incontrarci. Gli prometto che andrò a trovarlo a casa.
Con gli amici scoppia una vivace controversia. Perché lo hai imbrogliato? Lo hai illuso. Un altro risponde al mio posto che se per Michal credere di aver ritrovato un amico è una gioia, perché negargliela? Mentre li vedo accalorarsi sul perché e per come, divento sempre più estraneo alla discussione, piego la pizza in due ed esco in terrazza. Da lì vedo arrivare in macchina il figlio dell’amico “ritrovato”.
Mi raggiunge per ringraziarmi: “Erano anni che non vedevo mio padre così felice. L’ho accompagnato a casa dove c’è una badante che lo assiste, ma praticamente non parla con nessuno da tanto tempo. Mio padre è gravemente malato. Per lui sapere che ha ritrovato un amico è stato più efficace di una medicina. In macchina continuava a dire che quando si è alla fine si ha bisogno di avere vicino gli amici veri!”
Quando il giorno dopo Michal mi telefona, gli chiedo particolari dei nostri compagni d’armi. E lui continua a chiedersi: “Perché non ti ho ritrovato prima?”.   

Carissimi amici, buon anno!

                                  Tanino

venerdì 30 dicembre 2016

... non ho bisogno di speranza


"Non ho bisogno di alcuna speranza, di alcuna promessa per credere che Dio è ricco di misericordia. 
Conosco questa ricchezza con la certezza dell'esperienza, l'ho toccata con mano".

Simone Weil

giovedì 29 dicembre 2016

La mia riuscita (G. Moscati)



"La mia riuscita non significa vittoria mia, ma vittoria di tutto un partito di amici, stretti l'un l'altro. 
Oggi l'individuo non ha più alcuna probabilità di successo, se non quando avrà compreso che deve fare parte di una catena, il suo merito consiste solo nel sapere scegliere la catena, di cui deve divenire un anello". (G. Moscati)

Alessandro Soldi, La formazione scientifica di Giuseppe Moscati, volume 2, pag 107