Nel commento al Vangelo della III domenica di Avvento Ermes Ronchi con la sua ardente capacità di entrare nel vivo dei racconti, scrive tra l'altro:
Gesù parte dagli ultimi della fila, non comincia da pratiche religiose, ma dalle lacrime: ciechi, storpi, sordi, lebbrosi, morti, poveri...; da dove la vita è più minacciata. E fa per loro un vestito di carezze. Non guarisce gente per rinforzare le fila dei discepoli, per farne degli adepti, per tirarli alla fede come pesci presi all’amo della salute ritrovata, ma per restituirli a umanità piena e guarita, perché siano uomini liberi e totali. E non debbano più piangere...
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