martedì 30 giugno 2020

domenica 28 giugno 2020

La carità è abitare negli altri




La carità è abitare negli altri.


Beata Benedetta Bianchi Porro (1936-1964)

sabato 27 giugno 2020

La grande gioia



Una grande gioia che nessuno ci può rubare viene dalla coscienza di aver amato chi abbiamo incontrato, dal non esserci serviti degli altri ma dall’aver avuto cura di loro, e dall’obbedienza alla propria umile ma salda coscienza il danno un essere orgogliosi sentendoci peccatori.
                                                                               Enzo Bianchi

venerdì 26 giugno 2020

L'educazione è un ritorno...





L’educazione non è strumento, mezzo, tecnica di dominazione della persona, bensì il ritorno della nostra essenza dall’erranza soggettiva alla grande totalità oggettiva, all’ordine dell’essere.

Jan Patočka (1907-1977), filosofo ceco.


giovedì 25 giugno 2020

Non aggiungere giorni...

Non aggiungere giorni alla tua vita, 
ma vita ai tuoi giorni.
                              Enzo Bianchi

mercoledì 24 giugno 2020

...non siamo stanchi di sperare

E se tornerai
sarà nel vento che spira gelido sulle tundre del Nord
nell’aperto respiro della steppa,
nell’azzurro dei gabbiani polari, 
lassù in cielo.

Tornerai, Signore,
come luce diffusa sulla madre Russia
intrisa da sempre di lacrime e sangue. 

Sarà come il fulmine inatteso,
annuncio di vita che non muore.
Vieni, Signore: immenso il dolore,
ma ancora non siamo stanchi di sperare.

Osip E. Mandel’štam (1891-1938), poeta e letterato russo.  Poesia del 12.9.1937.

martedì 23 giugno 2020

Le decisioni



Le decisioni devono essere prese con coraggio, distacco e, talvolta, con una certa dose di follia, non la follia che distrugge, bensì quella che conduce l’essere umano a compiere il passo al di là dei propri limiti.

Paulo Coelho (1947), scrittore e poeta brasiliano.

lunedì 22 giugno 2020

Gli amici





Gli amici hanno lo stesso gruppo sanguigno della tua anima, e sono in grado di offrirti abbondanti trasfusioni di felicità.

Fabrizio Caramagna

domenica 21 giugno 2020

Chi non ha osato...




Chi non ha osato mai non è stato giovane.

Georges Bernanos (1888-1048), scrittore francese.

sabato 20 giugno 2020

Quando perdi qualcuno



Quando perdi qualcuno
un intero universo se ne va con lui.
E quando ti affacci alla finestra
vedi come erano il vuoto e il nulla prima della creazione.

Fabrizio Caramagna

lunedì 15 giugno 2020

Libertà e amore

…Quanto al rapporto tra libertà e amore, solo una piccolissima scintilla, dalla quale scaturirebbe un grande fuoco. Fin da piccolo ho imparato che, secondo la tradizione filosofica greca, “il vero amore esige la liberazione dell’amato dall’amante”. Questo pensiero ha lavorato dentro di me, insegnandomi a capire in profondità la verità dei rapporti d’amore. Verità esprimibile con una piccola domanda: questa relazione mi potenzia nella libertà o me la toglie? È un test non facile, eppure così semplice e liberante…

Enzo Bianchi "Gesù, un canto all’amore e alla libertà"
In Jesus - Bisaccia del mendicante - Giugno 2020

sabato 13 giugno 2020

Antonio di Padova




Qui, in terra, l'occhio dell'anima è l'amore, il solo valido a superare ogni velo. Dove l'intelletto s'arresta, procede l'amore che con il suo calore porta all'unione con Dio.

Antonio di PadovaSermones

giovedì 11 giugno 2020

Tempo di scelta




Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri. 

Papa Francesco, dalla Benedizione straordinaria Urbi et Orbi, 27 marzo 2020.

mercoledì 10 giugno 2020

L'uomo







L’uomo supera sempre le definizioni con le quali si pretende di delimitarlo.


Georges Bernanos (1888-1048), scrittore francese.

martedì 9 giugno 2020

L'amico








Nella vita è importante avere un amico che sia, a un tempo, specchio e ombra. Lo specchio non mente e l’ombra non si allontana.

Fabrizio Caramagna, aforista italiano.

lunedì 8 giugno 2020

I legami più profondi

I legami più profondi non sono fatti né di corde, né di nodi, eppure nessuno li scioglie.
                                      Lao Tzu (VI secolo a.C.), filosofo e scrittore cinese. 

domenica 7 giugno 2020

Chi più si ama...



Chi più si ama meno può amare.


Giacomo Leopardi (1798-1837), poeta e filologo italiano.

sabato 6 giugno 2020

Innamorati dell'eternità



Questa è la risposta al problema della civiltà: non fuggire dal regno dello spazio, lavorare con le cose dello spazio, ma essere innamorati dell’eternità.

Abraham Joshua Heschel (1907-1972), rabbino polacco naturalizzato statunitense.

giovedì 4 giugno 2020

I domani che non arrivano mai (Ezio Bosso)

Io li conosco i domani che non arrivano mai
Conosco la stanza stretta
E la luce che manca da cercare dentro


Io li conosco i giorni che passano uguali
Fatti di sonno e dolore e sonno
per dimenticare il dolore


Conosco la paura di quei domani lontani
Che sembra il binocolo non basti


Ma questi giorni sono quelli per ricordare
Le cose belle fatte
Le fortune vissute
I sorrisi scambiati che valgono baci e abbracci


Questi sono i giorni per ricordare
Per correggere e giocare
Si, giocare a immaginare domani


Perché il domani quello col sole vero arriva
E dovremo immaginarlo migliore
Per costruirlo


Perché domani non dovremo ricostruire
Ma costruire e costruendo sognare

Perché rinascere vuole dire costruire
Insieme uno per uno


Adesso però state a casa pensando a domani


E costruire è bellissimo
Il gioco più bello
Cominciamo…


Ezio Bosso (1971-2020), compositore e direttore d'orchestra italiano.

mercoledì 3 giugno 2020

Appuntamento con Dio

Se la preghiera aspira ad incontrare Dio, l’appuntamento è sempre fissato sulle terre dell’uomo, all’incrocio del suo corpo e della sua anima.

Michel de Certeau (1925-1986), gesuita antropologo e storico francese.  


lunedì 1 giugno 2020

Parola di Vita - Giugno 2020


“Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato” (Mt 10,40).
Il Vangelo di Matteo racconta in questo capitolo la scelta che Gesù fa dei Dodici e il loro invio alla predicazione del suo messaggio. 
Sono nominati ad uno ad uno, segno del rapporto personale che hanno costruito con il Maestro, avendolo seguito fin dall’inizio della sua missione. Ne hanno conosciuto lo stile, fatto soprattutto di vicinanza con i malati, i peccatori e quelli considerati indemoniati; tutte persone scartate, giudicate negativamente, da cui tenersi alla larga. Solo dopo questi segni concreti dell’amore per il suo popolo, Gesù stesso si prepara ad annunciare che il Regno di Dio è vicino.
Gli apostoli sono dunque inviati a nome di Gesù, come suoi “ambasciatori” ed è Lui che deve essere accolto attraverso di loro. 
Spesso i grandi personaggi della Bibbia, per l’apertura del cuore verso un ospite inatteso, fuori programma, ricevono la visita di Dio stesso. 
Anche oggi, soprattutto nelle culture che mantengono un forte senso comunitario, l’ospite è sacro anche quando è sconosciuto e per lui si prepara il posto migliore. 
“Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato”. 
Gesù istruisce i Dodici: essi devono mettersi in cammino, a piedi nudi e con pochi bagagli: una bisaccia leggera, una sola tunica... Devono lasciarsi trattare da ospiti, disposti ad accettare le attenzioni degli altri, con umiltà; devono offrire gratuitamente cura e vicinanza ai poveri e lasciare in dono a tutti la pace. Come Gesù, saranno pazienti nelle incomprensioni e nelle persecuzioni, sicuri dell’assistenza dell’amore del Padre. In questo modo, chi avrà la fortuna di incontrare qualcuno di loro potrà veramente sperimentare la tenerezza di Dio. 
“Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato”. 
Tutti i cristiani hanno una missione, come i discepoli: testimoniare con mitezza, prima con la vita e poi anche con la parola, l’amore di Dio che essi stessi hanno incontrato, perché diventi una gioiosa realtà per tanti, per tutti. E poiché hanno trovato accoglienza presso Dio pur con le loro fragilità, la prima testimonianza è proprio l’accoglienza premurosa del fratello. 
In una società spesso segnata dalla ricerca di successo e di autonomia egoistica, i cristiani sono chiamati a mostrare la bellezza della fraternità, che riconosce il bisogno l’uno dell’altro e mette in moto la reciprocità. 
“Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato”. 
Così ha scritto Chiara Lubich, riguardo l’accoglienza evangelica: «[...] Gesù è stato la manifestazione dell'amore pienamente accogliente del Padre celeste verso ciascuno di noi e dell'amore che, di conseguenza, noi dovremmo avere gli uni verso gli altri. [...] Cercheremo allora di vivere questa Parola di vita innanzitutto all'interno delle nostre famiglie, associazioni, comunità, gruppi di lavoro, eliminando in noi i giudizi, le discriminazioni, le prevenzioni, i risentimenti, le intolleranze verso questo o quel prossimo, così facili e così frequenti, che tanto raffreddano e compromettono i rapporti umani ed impediscono, bloccando come una ruggine, l'amore vicendevole. [...] L'accoglienza dell'altro, del diverso da noi, sta alla base dell'amore cristiano. È il punto di partenza, il primo gradino per la costruzione di quella civiltà dell'amore, di quella cultura di comunione, alla quale Gesù ci chiama soprattutto oggi»[1] . 
Letizia Magri 


[1]  Cf. C. Lubich, Parola di Vita dicembre 1992, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) pp. 513-514.