giovedì 16 febbraio 2023

Un successo può avere crepe?

 

Forse mai si è parlato così tanto di uno spettacolo come Sanremo 2023 iniziato volando alto.

Con la propaganda su tutti i fronti che lo ha lanciato e ha saputo nutrire l’attesa, il festival si è liberato dal bozzolo della kermesse per annunciare l’Italia 2023. 

Ed è a questo punto che qualche crepa, prevedibilissima (inevitabile?) per uno spettacolo di tali dimensioni, si è mostrata. 

Non scendo i gradini delle canzoni, degli abiti, delle luci, degli applausi e dei fischi… ma colgo la voce di chi si è stupito di qualche indecenza, che si è chiesto quale nome dare a certe esagerazioni: libertà, conquista, emancipazione, voce dei giovani? L’Italia oggi è questa? Si mostra così un Paese consapevole di guerre e calamità?

Trovare la risposta è possibile se si mette il festival nel suo angolo e si abbassa il rumore creato dall’enfasi organizzativa. 

Indubbia l’equilibrata bravura di Amadeus per il grande impegno di ricerca del meglio da presentare, spalleggiato da Gianni Morandi. Marco Mengoni comunque vola alto e il suo occhio d’aquila potrebbe indicare la direzione della speranza oltre le crepe. 

Ma… qualche ‘ma’ rimane e dispiace molto. 









 

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Tanino, ti sono grata per questo tuo punto di vista.
Lo pensavo anche io ma non avevo ancora avuto il "coraggio" di ammettere che certe licenze non onorano la nostra Italia.
Tu parli così perché sei libero
Non dico altro
Serena

Anonimo ha detto...

Sono entrato "per caso" in questo blog ed ho visto con quale coraggio e delicatezza parli delle crepe di Sanremo.
Travolti dal rumore della corrente nessuno alzava le mani per dire che certi eccessi sono eccessi, per chiedere rispetto per chi non ama i tatuaggi, per usare il linguaggio esatto e non troppo appesantito da intercalari gratuiti...
Sì, come dici, gli autori hanno pensato ai giovani. Ma sono queste le certezze da comunicare, i modelli da mostrare?
Importante la vendita? Ecco il punto.Ecco la trappola antica, il vero motore di ogni progresso. Guadagno, notorietà, facilitazione degli introiti... Mi dispiaceva vedere in prima fila il figlio adolescente di Amadeus.
Sono anche io padre, ed ho sofferto a vedere certe scene del festival.
Insomma, sembra che restare in silenzio sia segnale di essere sulla cresta dell'onda.
Grazie Tanino.
Franco

Anonimo ha detto...

Grazie per quello che scrivi e come lo scrivi.
Filippo

Anonimo ha detto...

Una collega della scuola mi ha segnalato il tuo blog e quello che scrivi su Sanremo.
Non ci avevo riflettuto come hai fatto tu. Di fatto presentare sul palco dell'Ariston questi "modelli" di vita è rischioso e fa scattare l'allarme dell'irresponsabilità.
Sì, l'audience, i numeri degli ascolti... ma ciò non giustifica certi eccessi, come tu hai detto.
Forse Amadeus, pur bravo, non ha saputo uscire dalle imposizioni di qualche consigliere. Non so.
Ma ciò che mi dispiace è che certi presentatori alla moda firmano così la loro scadenza.
Grazie. Non so se sei insegnante anche tu, ma mi sta molto a cuore la gioventù. Non so se hai visto che ci sono stato casi di bullismo di ragazze giovanissime... dove imparano questa "libertà" violenta?
Grazie e buon lavoro,
Simona G. di Savona