mercoledì 29 settembre 2010

ancora su "DIO COME SPETTATORE"


Un commento di qualcuno che mi ha scritto, anche direttamente, merita una riflessione. 
Lo riporto ringraziando Mauro e Città Nuova, canale di questo incontro. 
Tanino Minuta,
attraverso vari giri sono finito in Città Nuova, e ho letto quell’insolito titolo “Dio come spettatore”.
Poi sono entrato anche nel blog nutrito di vita tua.
Ma torniamo all’articolo di Dio spettatore.
Tu, senza grandi giri e senza salire in cattedra affermi una cosa difficile se non impossibile.
Siamo tutti, tutti condizionati. Anche tu che formuli questi pensieri sei condizionato da un pubblico che ti leggerà e ti applaudirà. Anche io divento tuo pubblico e anche io sarò per te una caramella o uno schiaffo.
Sai cosa mi ha spinto a scriverti? La tua ultima frase, dove dici che stai ancora lavorando su di te e che ti aiutano e ti danno forza i frutti che vedi.
Questo mi ha fatto pensare. Ho visto in te onestà, sincerità e un caparbio impegno a vivere. Questo mi affascina.
Nella cloaca del perbenismo consumistico e del pensare frivolo, la tua parola ha un peso. E ti confido che sosterrò le tue idee.
Forse oggi l’unico atto efficace è mettersi dietro qualcuno che ha qualche idea.
Lasciati ringraziare e scusa se forse ho detto qualcosa di stonato.
M. S.

foto mia

2 commenti:

Giovanna Maria ha detto...

Forse il mio intromettermi è un po' di pancia, viscerale e da mamma...però pensavo proprio all'agire per amore. Un esempio per i figli: non è la reazione che avranno a condizionarti. Li mandi a scuola, anche se non gli va, prendi delle decisioni per loro (rientrare ad un dato orario e tante altre) che non sono dettate dalla quantità di moine che ti faranno, ma dal discernere il loro bene, sia che apprezzino o no...

Giovanna Maria ha detto...

Perdonatemi se l'impulso viscerale l'ho espresso con i piedi...