Per dire qualcosa in più sulla "certezza", allego un brano di una conversazione di
Chiara Lubich, fatta alla Radio Vaticana, il 2 marzo 1977, sul tema "l'Eucaristia",
riportato in versione audio dal
(… )
Ma cos'è la risurrezione? Lo ha detto Gesù: "Io sono la risurrezione" (Gv 11,25).
E' lui che inizia in noi la sua vita immortale, quella che non ha sospensione con la morte. Anche se il corpo è corruttibile, la vita, Cristo, rimane e nell'anima e nel corpo come principio di immortalità.
Grande mistero questo della risurrezione per chi ragiona col metro umano.
Ma c'è un modo di vivere in cui il mistero diventa meno incomprensibile.
Se si attua con tutto l'impegno possibile il comandamento nuovo di Gesù, si fa l'esperienza che l'amore reciproco porta ad un'unità fraterna fra gli uomini che supera lo stesso amore umano, naturale.
Ora questo risultato, questa conquista, è effetto dell'attuare il comandamento di Gesù.
Egli sapeva infatti che col corrispondere nostro ai suoi immensi doni saremmo stati non più servi o amici suoi, ma fratelli suoi e fratelli fra noi, perché nutriti della stessa sua vita, cioè resi "consanguinei e concorporei con lui", come dice san Cirillo di Gerusalemme.
Ora, costruita questa famiglia del Regno dei Cieli, come si può pensare ad una morte
che stronchi l'opera di un Dio con tutte le conseguenze dolorose che questo comporta?
No: Dio non poteva metterci di fronte ad un'assurda separazione, egli doveva darci una risposta e ce l'ha data rivelandoci la verità della risurrezione della carne. Essa risulta così una conseguenza logica del vivere cristiano; essa è portatrice della gioia immensa di sapere che ci ritroveremo un giorno tutti con quel Gesù che ci ha uniti in tale modo. (…)
Chiara Lubich
foto mia