sabato 1 ottobre 2011

Seguimi!


"Seguimi" (Mt 9,9)[1].

            Mentre usciva da Cafarnao, Gesù vide un esattore delle tasse di nome Matteo seduto al banco delle imposte. Matteo stava esercitando un mestiere che lo rendeva odioso alla gente e lo accomunava agli usurai e agli sfruttatori che si arricchiscono alle spalle degli altri. Gli scribi e i farisei lo mettevano sullo stesso piano dei pubblici peccatori, tanto da rimproverare a Gesù di essere "amico di gabellieri e peccatori" e di mangiare insieme a loro[2].
            Gesù, andando contro ogni convenzione sociale, chiamò Matteo a seguirlo ed accettò di andare a pranzo a casa sua, così come farà più tardi con Zaccheo, il capo dei gabellieri di Gerico. Richiesto di spiegare questo suo atteggiamento, Gesù dirà che egli è venuto a curare i malati, non i sani e a chiamare non i giusti, ma i peccatori. Il suo invito, anche questa volta, era indirizzato proprio ad uno di loro:

"Seguimi"

            Questa parola Gesù l’aveva già rivolta ad Andrea, Pietro, Giacomo e Giovanni sulle rive del lago. Lo stesso invito, con parole diverse, lo indirizzò a Paolo sulla strada di Damasco.
            Ma Gesù non si è fermato lì; lungo i secoli egli ha continuato a chiamare a sé uomini e donne di ogni popolo e nazione. Lo fa anche oggi: passa nella nostra vita, ci incontra in luoghi diversi, in modi diversi, e ci fa sentire nuovamente il suo invito a seguirlo.
            Ci chiama a stare con Lui perché vuole instaurare un rapporto personale, e nello stesso tempo ci invita a collaborare con Lui al grande disegno di un’umanità nuova.
            Non gli importano le nostre debolezze, i nostri peccati, le nostre miserie. Lui ci ama e ci sceglie così come siamo. Sarà il suo amore a trasformarci e a darci la forza di rispondergli e il coraggio di seguirlo come ha fatto Matteo.
            E per ognuno ha un amore, un progetto di vita, una chiamata particolari. Lo si avverte in cuore attraverso un'ispirazione dello Spirito Santo o attraverso determinate circostanze o un consiglio, un’indicazione di chi ci vuol bene… Pur manifestandosi nei modi più diversi, riecheggia la medesima parola:

"Seguimi"

            Ricordo quando anch’io ho avvertito questa chiamata di Dio.
            Era una freddissima mattina d’inverno a Trento. La mamma chiede a mia sorella più piccola di andare a prendere il latte a due chilometri da casa, ma fa troppo freddo e lei non se la sente; anche l’altra sorella si rifiuta. Allora mi faccio avanti: "Vado io, mamma", le dico, e prendo la bottiglia. Esco di casa e a metà strada succede un fatto un po’ particolare: mi sembra quasi che il Cielo si apra e Dio mi inviti a seguirlo. "Datti tutta a me", avverto nel cuore.
            Era la chiamata esplicita a cui ho desiderato rispondere subito. Ne ho parlato con il confessore che mi ha permesso di donarmi a Dio per sempre. Era il 7 dicembre ’43; non mi sarà mai possibile descrivere ciò che mi è passato nel cuore quel giorno: avevo sposato Dio. Potevo aspettarmi ogni cosa da Lui.

"Seguimi"

            Questa parola non riguarda soltanto il momento determinante della scelta della nostra vita, Gesù continua a rivolgercela ogni giorno. "Seguimi", sembra suggerirci davanti ai più semplici doveri quotidiani; "seguimi" in quella prova da abbracciare, in quella tentazione da superare, in quel servizio da compiere…
            Come rispondergli concretamente?
            Facendo ciò che Dio vuole da noi nel presente, che porta sempre in sé una grazia particolare.
            L’impegno di questo mese sarà dunque darsi alla volontà di Dio con decisione; darsi al fratello e alla sorella che dobbiamo amare, al lavoro, allo studio, alla preghiera, al riposo, all’attività che dobbiamo compiere.
            Imparare ad ascoltare nel profondo del cuore la voce di Dio che parla anche con la voce della coscienza: ci dirà quello che Egli vuole da noi in ogni momento, pronti a sacrificare tutto per attuarlo.
            "Dacci d’amarTi, o Dio, non solo ogni giorno di più, perché possono essere troppo pochi i giorni che ci restano; ma dacci d’amarTi in ogni attimo presente con tutto il cuore, l’anima e le forze in quella che è la Tua volontà".
            È questo il sistema migliore per seguire Gesù.


Chiara Lubich


[1]     Parola di vita, giugno 2005, pubblicata in Città Nuova, 2005/10, p.7.
[2]     Cf Mt 11,19; 9,10-11.

foto mia

5 commenti:

Anna (da Nicodemo) ha detto...

"Seguimi" ... anche sulla strada: della giustizia ... senza rabbia né risentimento;
dell'ordine ... senza essere maniaci e cercando di porsi come "colf" dell'animo altrui;
della chiarezza ... che impone chiarezza in sé stessi per evitare di farsi la propria giustizia;
della povertà ... anche dagli affetti primari, nella consolazione, nella non gratitudine perchè staccarsi da questo significa libertà, la libertà di amare davvero

"Seguimi" ... anche quando all'orizzonte si intravvede una croce perchè è probabile non sia la nostra croce, ma quella di qualcuno d'altro per il quale siamo chiamati a liberare dalla croce.

Tanino Minuta ha detto...

Grazie, Anna!

Anonimo ha detto...

Tanino, internet regala belle sorprese. Mi sono trovato nel suo blog, esattamente dove lei risponde alle due domande "Chi sono? e Perchè sono?". Poi ho letto i commenti e mi ha impressionato quello di Anna (che vedo anche qui ha un commento) che dopo aver citato una sua frase:

"La chiave della mia felicità è stata consegnata a chi mi passa accanto. Come anch’io posseggo la chiave della felicità di altri".

Credo ti sia stata consegnata la chiave del cuore umano, lo intendi, ne conosci la lingua, gli parli, lo sollevi e lo calmi, fai sognare mondi migliori e fai credere che ciò è possibile.

Bello, grossa responsabilità, ma bello.
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Quello che le volevo chiedere è in che contesto e come spiega la sua citazione riportata da Anna. Poi ringrazio Anna per le sue affermazioni.
Grazie, Giorgio.

Anna (da Nicodemo) ha detto...

Giorgio, rispondo per quanto mi riguarda, per il commento alla citazione di Tanino.

Se non si ascolta solo sé stessi, se non si pone sè stessi al centro di tutto, allora si entra in quella "pace del Signore che supera ogni intelligenza", si riesce (e non si capisce come) a dialogare con il cuore altrui, a sentirne i lamenti e le esigenze ... Ci si pone in ascolto anche quando pare siamo impossibilitati ad ogni ascolto, consolazione, sostengo ecc.

Solo così si riesce a credere anche alla cosa più incredibile: un mondo migliore.

etivengoacercare ha detto...

Questa mattina ho riletto la Parola di Vita di ottobre e ... ho pensato e gioito: è proprio adatta al momento che stiamo vivendo in casa.
Incertezze, dubbi, luci e poi ancora tentennamenti.
Tutti elementi che fanno parte della vita e che sicuramente ognuno ha già sperimentato, sopratutto nei momenti in cui occorre prendere delle decisioni.
Mi sembra di comprendere, una volta di più, che è il gioco di Dio per me, per vagliare il mio amore e ciò che conta di più nella mia vita.
Come in una caccia al tesoro, momento per momento, tappa per tappa, si scoprono gl'indizi e ... le cose da trovare.
Quindi - mi sono detto - coraggio!!!
Buona caccia e non tralasciamo nessun indizio. ;)