lunedì 19 ottobre 2015

Il libro abitato

Oltre i monti e oltre il mare c’è una città famosa perché possiede un libro unico al mondo: chi lo apre non legge parole ma entra in giardini meravigliosi pieni di fiori, musica, felicità. Però qualcuno, aprendo il libro, si trova in deserti gelidi e bui. La gente per paura di entrare nella pagina oscura, non apre più il libro. Allora il sindaco e le persone importanti decidono di custodire il libro in una cassa d’oro con sigilli e catene sulla terrazza della torre.
Il sole di giorno la fa brillare e di notte ci pensa la luna. La pioggia la lava e il vento l’asciuga. La notizia del libro chiuso raggiunge alcuni bambini che non giocano mai alla guerra. Kalù, per dare gioia agli altri, si mette in viaggio e, oltrepassate valli e montagne, arriva nella città. Il portone della torre si apre senza sforzo, la serratura è arrugginita.
Le scale sono piene di appiccicose tele di ragni neri e velenosi. Kalù li vince tutti e, in terrazza, accarezza la cassa. Il suo cuore batte forte. Il coperchio della cassa si apre, come se fosse stato spinto da dentro.
Il libro è già aperto. Una ventata di profumi e colori si espande, mentre milioni di stelle, danzando, liberano la musica. Kalù si stupisce di vedere nel libro tanti occhi gioiosi: sono i bambini della città saliti dietro di lui. Il libro, felice di sorprenderli, continua ad aprirsi e, come un caleidoscopio, mostra sempre nuove composizioni di colori e musiche. Quando lo stupore mette a tacere tutti, una voce esce dalla musica: «Non avete trovato le pagine cattive? Cari bambini, non ci sono pagine cattive, è la paura che non fa vedere i colori e non fa sentire la musica». I bambini si guardano felici e iniziano il girotondo e il libro, come un direttore d’orchestra, li dirige.

La folla sulla piazza guarda stupita e, quasi senza accorgersene, tutti
si prendono per mano e cantano per le strade, salgono i palazzi, danzano sui campi e sui monti. La gioia della festa ormai sta oltrepassando anche il mare. E la paura fugge lontana.


L'ho pubblicato anche in Città Nuova 4/2013

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie, Tanino, di questa favola che avrebbe tutte le condizioni per essere illustrata.
Quando ti decidi a pubblicare una raccolta?
Enzo

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Enzo. Mi piacciono le favole di Gelsomina.
Mi ricordano tanto una persona conosciuta..
Ciao, Marina