T’ho trovato in
tanti luoghi, Signore!
T’ho sentito palpitare
nel silenzio altissimo d’una chiesetta alpina,
nella penombra del tabernacolo
di una cattedrale vuota,
nel respiro unanime
d’una folla che ti ama e riempie
le arcate della tua chiesa
di canti e di amore.
T’ho trovato nella gioia.
Ti ho parlato
al di là del firmamento stellato,
mentre a sera, in silenzio,
tornavo dal lavoro a casa.
Ti cerco e spesso ti trovo.
Ma dove sempre ti trovo è nel
dolore.
Un dolore, un qualsiasi dolore,
è come il suono della campanella
che chiama la sposa di Dio alla preghiera.
Quando l’ombra della croce appare,
l’anima si raccoglie nel tabernacolo del
suo intimo
e scordando il tintinnio della campana
ti «vede» e ti parla.
Sei Tu che mi vieni a visitare.
Sono io che ti rispondo:
«Eccomi Signore, Te voglio, Te ho voluto».
E in quest’incontro
l’anima mia non sente il suo dolore,
ma è come inebriata dal tuo amore:
soffusa di Te, impregnata di Te:
io in Te, Tu in me,
affinché siamo uno.
E poi riapro gli occhi alla vita,
alla vita meno vera,
divinamente agguerrita,
per condurre la tua guerra.
4 commenti:
Grazie!
Grazie, immensamente grazie, Tanino.
I tuoi scritti su questo blog sono sempre un "dono"
Un caro saluto e UNO
Annamaria
Grazie Tanino.
Se non sbaglio è stato proprio il 24 gennaio del 1944 che Chiara ha sentito parlare del grido di Gesù sulla croce e che lo scelse come ideale della sua vita.
Grazie!
Teresa
Sì, Teresa proprio così.
Ringrazio Annamaria e Natalia.
Ciao
Tanino
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