In negozio passano tante
persone. Un giorno entrò un bambino di una carovana di zingari. Qualcuno si
mise sul chi va là: io lo salutai e lui stese la mano. Continuando a servire i
clienti gli chiesi come si chiamava e quanti anni aveva. Un po’ alla volta si
sentì a suo agio anche lui e così gli chiesi notizie della sua famiglia. Mi
raccontò che erano arrivati un giorno prima ma avevano tanto freddo e la
sorellina era malata di bronchite. Con Rita ci siamo guardati. Lei salì in casa
e poco dopo tornò con un pacco di indumenti. La mattina dopo è venuta la mamma
che ci ha detto: “Vi ringrazio non solo per quello che avete dato al bambino,
ma per come l’avete trattato.”
Ormai siamo amici. Nel
nostro negozio spesso succede che i clienti si fermano, dopo aver fatto spesa,
a parlare, a confidarsi, e vanno via più sereni. Un cliente a Natale ci ha
mandato una pianta con un bigliettino di ringraziamenti. Non ce l’aspettavamo
proprio. Spesso sono i fornitori che mandano gli omaggi e non viceversa.
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