Alessandro D’Avenia "L'Epifania quotidiana"
... La noia è l’assenza del nuovo. Non intendo «nuovo» in opposizione a «vecchio» ma a «sempre uguale». Qualcosa è nuova non quando è «la più recente», ma quando è «inesauribile». Il modello «più recente» di un oggetto mi illude, ma è già vecchio quando lo compro e comincio a usarlo, mentre «nuovo» è ciò che si rinnova di continuo grazie a una interna energia vitale, come gli anelli di un albero che si formano, di anno in anno, attorno al suo centro. «Non nuovo» è tutto ciò che non può dare più nulla: è esaurito, a prescindere dall’età. Una sonata di Beethoven, un quadro di Van Gogh, un canto di Dante, il volto della persona amata, sono sempre nuovi perché danno qualcosa di più ad ogni incontro, non si esauriscono come un «tormentone» che dura una stagione. Gli autori del nuovo non sono semplici «innovatori», ma coloro che hanno costruito, per tutti, un pozzo a cui attingere dalla vita vera.
Il nuovo non è quindi il «diverso» dal solito, ma «lo stesso» che non diventa mai «uguale»: è un «solito» inesauribile. Chi ama lo sa: trova sempre il nuovo nella stessa persona. Il nuovo dipende quindi dall’amore: ricevo la vita contenuta in ciò che incontro veramente, ciò a cui mi apro e che curo. ...
Da Il corriere della Sera 07 gennaio 2019
Vedi in:
https://alzogliocchiversoilcielo.blogspot.com/2019/01/alessandro-davenia-lepifania-quotidiana.html
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