domenica 24 gennaio 2010

Una grande storia d'amore


Il mio invisibile velo da sposa ti rivestì di nebbia evanescente
Notte di veglia, notte di attesa. Eri nascosto, eri presente

Giurai perenne amore come soltanto un’amante può fare
Mi abbracciasti mentre sentivo il ponte dietro me crollare

Come dono di Natale pensai una cella a custodir l’amore
Ma tu accendendo la stella mi indicasti mille vie del cuore

Ciascuno ha un talento per liberare il suo destino eterno
Essendo Amore acceso sempre, anche nel gelo d’inverno

Ed era freddo quando ti trovai dove alcuno ti aveva cercato
Nascosto dietro orridi cocci di dolore reietto, rifiutato

Giurai nuovo amore e mi apristi il cuore, una ferita strana
Un varco che mi portava in alto ma a tutti più vicina

Scesa nella valle gridai il tuo nome, intonai il mio canto
In un attimo raggiunsi dolori oscuri, asciugai ogni pianto

Passai come fuoco e chi si accese con me scoprì il segreto
La legge della vita, la scienza, l’arte, contemplò l’increato

Il vortice di caligine uscito dai palazzi alzò mille veli
Mi offuscò la vista, non vidi più né terra né cieli

Gli occhi incollati alla tenebra, ero la tenebra stessa
E senza tentennare rimasi lì, incessantemente fissa

Al cuore del buio, consumata d’amore aprii la nuova aurora
L’umanità che annunciava felice l’arrivo della tua ora

E sei giunto vestito con abiti che non potevo immaginare
Un trucco tuo perché ti potessi sempre incontrare

Per dirti il mio amore non avevo ormai parole nuove
Compresi che dovevo farti sempre festa in ogni dove

Festeggiato, subito, sempre con la gioia più attesa
Tu la mia vigna carica, terra feconda, terra fruttuosa

Mi identificai con gli schianti che annullano ogni libertà
E mi rassicurasti che la tua notte non ha oscurità

Dopo tanto camminare ti chiesi: la mia santità quale sarà?
La risposta fu domanda: se non mi ami tu chi mi amerà?

Ora una luce inarrestabile si espande calda da questa stanza
Che alta, lontana, vicina è diventata faro di nuova speranza.

(era il 24 gennaio 1944. Chiara Lubich sentì parlare di Gesù in croce che grida "Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?". Quel grido fu per lei una rivelazione e una chiamata. Sarà la passione della sua vita. Questo dialogo l'ho composto per lei nel 2005, fotografando alcuni momenti della sua grande storia d'amore)

Foto di Giovanni Mauceri

1 commento:

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie