giovedì 20 maggio 2010

Il tuo nome è un suono

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Una famiglia di amici era venuta a trovarmi ad Ancona, dove abitavo, per una visita specialistica di cui aveva bisogno un loro figlio. Una domenica li ho accompagnati a Loreto, il famoso santuario che custodisce la casetta di Nazaret.
Mi occupavo del ragazzino, quando un signore si avvicina per chiedermi: “Chi sei?”.
Non capisco la domanda. Allora il distinto signore, mi dice che aveva osservato come mi stavo occupando del ragazzino “Chi te lo fa fare? Non sembri uno pagato per fare questo servizio…”.
Ho domandato se fosse tanto strano occuparsi degli altri.
Lui risponde: “Non è tanto il fatto di occuparsi di qualcuno, ma è chiaro che questo ragazzo non è sano e tu ci sai fare. Quindi, o si tratta di un parente con quale convivi da tempo e hai imparato come fare, o stai facendo degli studi specializzati per questi casi oppure sei una persona eccezionale”.
Dalla mia risata il distinto signore capisce che nessuna delle sue ipotesi reggeva.
Allora lui tira una conclusione: “Tu sei un piccolo grande uomo”.  E così continuò a chiamarmi tutte le altre volte che c’è stata occasione di sentirci per telefono o d’incontrarci.
Una volta mi chiese cosa significasse per me Dio, e gli mandai la finale di un pensiero che avevo scritto in quei giorni nel diario. Quando è morto la moglie mi raccontò che il marito teneva sulla scrivania del suo studio, una strana frase incorniciata, e mi chiedeva se la conoscevo o se ne capivo il significato.

… e nel cuore il tuo nome è un suono
al cui tono si armonizzano questi silenzi senza qualità:
il nome ha la forma del tempo presente.

Foto di Palko Danko
Questo brano un mio amico, Giuseppe Cocchiaro, l'ha inseriro nel suo album  di foto "Se un istante..."

2 commenti:

Anna (da Nicodemo) ha detto...

Forse potrei continuare la "frase" con
"...e la Tua presenza in me è come la mia ombra: è mia, ma non è merito mio; c'è, ma non posso fare nulla perchè ci sia"

Tanino, leggendo il tuo post (nella prima parte) mi sono ricordata
1) dell'ombra di Pietro che compiva miracoli
2) della meraviglia di Pietro e degli apostoli quando si misero a parlare in lingue diverse - o meglio - quando pur parlando la loro lingua, CIO' CHE DICEVANO LO INTENDEVANO E SENTIVANO TUTTI NELLA LORO LINGUA D'ORIGINE
3) la meraviglia di Maria
4) l'inconsapevolezza di tanti santi di "fare miracoli" e - nello stesso tempo - la loro sensazione di "ovvietà di Dio" di questi miracoli.

Credo che "il non esserne coscienti dei propri doni" sia la caratteristica prima dei doni dello Spirito Santo, ma è altrettanto vero che è il prossimo che si accorge all'istante di ogni dono che ci abita.

Il ... "ma chi? Io?" con tutto lo stupore della Terra sia il dono supremo che è quello che permette di donare senza neppure saperlo.

Insomma, prima - come è scritto nel Vangelo - Dio scrive sul cuore di ogni uomo e poi si "esprime" attraverso ogni uomo. D'altra parte capita anche nel quotidianità no? Chi non ha mai detto o sentito dire davanti ad una persona:
"come assomiglia a suo padre/madre?" ... Ecco credo che più o meno funzioni così anche per Dio ... e i doni dello Spirito Santo sono "i geni" di Dio Padre.

Giovanna Maria ha detto...

Nessun genitore adottivo al mondo può dare il suo DNA ai figli, ma Dio sì!!!