giovedì 18 novembre 2010

C'era una volta ... un topo

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In una città grande e bella c’era un famoso Istituto di Bellezza. Chi vi entrava ne usciva trasformato. I vecchi tornavano giovani, i brutti diventavano belli, i pessimisti cambiavano umore ed eccoli ottimisti, i tristi cominciavano a sorridere.
Un giorno arrivò lì una vecchia e brutta strega. Era uscita dalle favole perché da quando c’era il consumismo non faceva più affari. Aveva così deciso di diventare attrice cinematografica. Certo che il suo caso era molto difficile.
Bisogna sapere che quell’istituto era famoso perché usava soltanto prodotti naturali: applicava maschere facciali preparate con burro, miele e formaggio.
Un’ape, che forniva miele alla casa della bellezza, confidò un giorno a un topo che in quell’istituto di formaggio ce n’era tanto. E i topi, si sa, amano il formaggio.
E così anche il topo andò in quell’istituto. Quando fu arrivato, non ebbe bisogno di chiedere informazioni. Il suo fiuto non falliva: sentiva dov’era il formaggio.
Si venne a trovare nella sala delle trasformazioni. Lì gli estetisti avevano appena finito di applicare alla nostra strega la maschera al formaggio piccante. Il topo stette un po’ a osservare. Quando gli esperti si allontanarono, si fece più vicino al formaggio, cioè alla faccia della strega. La poveretta era sdraiata sul lettino ed era tutta coperta di bende e lenzuola. Era più brutta e terrificante del solito. Non poteva neanche immaginare che sul suo volto non erano le mani degli estetisti che lavoravano ma un topo.
Aprì mezz’occhio per vedere come andavano i lavori e cosa vide: proprio vicino al suo occhio due occhietti piccolini che guardavano meravigliati.
Nonostante fosse strega, ebbe paura e lanciò un urlo così acuto che tutto il palazzo tremò. Senza più pensare alla maschera e alle bende, se la diede a gambe. La gente che era in sala di attesa, vedendo quel mostro ebbe paura e in quattro e quattr’otto eccoli tutti a correre sulle strade. Correvano e gridavano… Non stavano a guardare neanche i semafori rossi.
I vigili urbani, vedendo quel disordine, corsero anche loro e in breve tempo la città fu messa a soqquadro. C’era un mostro orribile che sembrava un fantasma – noi sappiamo che era la strega – e dietro la folla urlante e sbraitante, e dietro ancora i vigili, poi i pompieri, gli spazzini e i becchini. C’era perfino il farmacista e il camionista.
Correndo correndo alla strega caddero maschera e lenzuola. Si fermò e chiese: “Ma dove stiamo correndo?”
Nessuno seppe rispondere. Allora lei raccontò che le avevano applicato la maschera al formaggio quando un topo…
“Un topo? Un topo vero?” chiese un bambino che era lì. E senza neppure pensarci scappò via verso l’istituto alla ricerca del topo. La madre di corsa dietro il figlio. La gente non capendo nulla, pensò che il fantasma si fosse risvegliato e via a correre. Tutta la città, un caos.
Il topo intanto, dopo essersi fatta una bella scorpacciata di formaggi freschi, se ne stava sul cornicione dell’Istituto di Bellezza a fare la siesta. Sentendo le urla guardò giù. Vedeva la gente correre all’impazzata, prima verso una direzione poi verso l’altra.
Scuotendo la testolina disse fra sé e sé: “C’è una cosa che non capisco: tutti scappano, ma dov’è il gatto?”.

(Ho già pubblicato questa storiella in un'antologia di testi per gli esami di italiano in Ungheria. Aggiungo un mio tentativo di illustrarla)  


13 commenti:

Anonimo ha detto...

azzeccata storiella che ci dice come ogni punto di vista sia relativo! Bravo Tanino! L'ho letta ed ho riso da sola, ma quando l'ho riletta in ufficio, tutti i colleghi sono stati contagiati. Dov'è il gatto oggi? Quale il gatto di oggi? Frasi così echeggiavano in sale che sono in genere sono appesantite da carte, problemi... insomma burocrazia.
Sei riuscito a vincere la burocrazia. Certo questo istituto di bellezza sarebbe necessario aprirlo nella nostra malata Italia. Tu saresti un ottimo specialista a consigliare a ciascuno la maschera giusta. Anche questa è geniale... un volto nuovo che vuol dire sorriso nuovo. Certo la straga che vuole diventare attrice la dice lunga. "Insomma", diresti tu, anche stavolta hai centrato. E poi il tuo disegnetto del topo mica male... anche se manca la coda. ciao e grazie, Loretta

Anonimo ha detto...

Grazie Tanino! Divertentissima!!! ma è una storia seria. la gente guidata da fantasmi, da paure... siamo noi!
Vorrei farti una proposta, ma ti scrivo a parte. Qui volevo soltanto ringraziarti per il coraggio gioioso di offrire sulle pagine di un libro aperto a tutti, delle storie e dei fatti che non lasciano indenni.
Auguri. G.

Tanino Minuta ha detto...

Grazie, cara Loretta e G.
sì ogni uomo è un punto di vista. e questa complessa varietà di visioni ha un suo fascino, mi sembra la premessa per un cammino, la condizione per la comunione: stato di sana socialità.
Vi ringrazio. Attendo la proposta di G.
Riguardo alle storie che non lasciando indenni, di una persona di cui ho parlato nel blog, è venuta "per caso" a conoscenza una scrittrice-giornalista e vuole saperne di più. Anche questo mi fa vedere quanto il blog possa essere strumento di bene. Grazie!
Tanino

Anonimo ha detto...

Sono Luca, 10 anni, ho letto la tua storia.
Mi è piaciuta tutta, soprattuto la fine.
Però mi chiedo quale sia la morale, me la puoi spiegare ?
Grazie
Luca

Anonimo ha detto...

Sono Simone, ho 7 anni.
Ho letto anche io la tua storia, mi piace. Ne volevo dire una io, infinita.
C'era una volta un re, seduto sul sofà, e diceva alla sua serva, raccontami una storia, la storia incominciò: c'era una volta un re ...

Tanino Minuta ha detto...

Carissimo Luca,
grazie per avermi scritto.
Ogni storia, ogni favola che si racconta vuole dire qualcosa e giustamente tu chiedi cosa volevo dire io.
1) l'istituto di bellezza sarebbe il sogno che abbiamo tutti di un luogo che ci faccia più belli, più buoni, più felici;
2) la strega è ciascuno di noi che non vuole stare al suo posto e avere successo, andare alla TV, insomma anche le streghe non riescono più a stare nelle favole;
3) la città, il caos, i semafori rossi che non servono più... tutto ciò è quando ognuno fa quello che vuole, magari spinto dalla paura, come la nostra favola;
4) il bambino che cerca il topo: è assieme al topo il personaggio più interessante;
5) il topo che si domanda perchè la gente scappa: vuole dire che ognuno di noi vede le cose dal suo punto di vista. Tu sei andato con papà al cinema, ma certe cose che per papà erano molto interessanti, non lo erano per te. Se tu dici che hai ragione tu e il pappà dice che ha ragione lui fate la guerra. allora cosa vuole dire la storiella? Che noi non vediamo le cose alla stessa maniera, ma proprio questo è il punto dove possiamo volerci più bene.
Ciao Luca, auguri per la scuola. Salutami Ester!
Tanino

Tanino Minuta ha detto...

Carissimo Simone!

C'era una volta un re, seduto sul sofà, e diceva alla sua serva, raccontami una storia. La serva incominciò: c'era una volta un re che seduto sul sofà non sapeva come cominciare la giornata. Chiamò la serva e le chiese di raccontarle una storia. La serva, che si chiamava Genoveffa, era una burlona, e inventò per il re una storia terribile, gli disse che il suo regno stava andando in fiamme e che il fuoco era già vicino al castello. Il re preso dalla paura, lasciò il sofà e andò in terrazza per osservare il suo regno, ma fuoco non ne vide. Vide però che in un vasetto di garofani due tortore stavano costruendo il nido. Cominciò a osservarle. Dopo un po' si vergognò perché si rese conto che lui non era capace neanche di costruire un nido. Allora andò nella del trono e disse a tutti quelli della corte: "Da oggi voglio anche io fare qualcosa, e siccome non so fare niente, chiedo il vostro aiuto". da quel momento tutti si sentirono importanti e ciascuno diede al re un consiglio. Il re divenne così saggio e così bravo che la sua fama andò lontano lontano ed è arrivata fino a Simone. E oggi, conosciamo questa storia perchè Simone ce l'ha raccontata e poiché questa storia andrà ancora in giro, è una storia infinita.

etivengoacercare ha detto...

Ciao Tanino:semplicemnte GRANDE!!! Molto bella e umoristica. Complimenti. Che bel dono che Dio ti ha dato.Farci sorridere di noi stessi e riflettere sul nostro 'essere'.

Anonimo ha detto...

raccoglierai un giorno tutte le tue storie in modo che possiamo averle come tu le metteresti insieme?
Pasquale

Anna (da Nicodemo) ha detto...

Ah ah ah ... Che corsa!
Ma ... perchè correvano tutti dietro la terrificante strega (più brutta del solito eh eh eh)e non - invece e come dovrebbe essere - dalla parte opposta alla strega?
Se la miss, fermandosi, ha chiesto: "dove stiamo correndo?" significa che tutti correvano dietro di lei.

E il bambino? Bello, così nuovo, così insolito a cui interessava solo topolino (altra immagine di timore) ... Il bambino ha pensato solo al topo.

E il gatto? Il gatto scuoteva la testa sconsolato, così sconsolato che non aveva più neppure voglia di andarsi a prendere il topo che - per tanto mangiare - era diventato lento.
Sconsolato, ma è stato l'unico che non ha pre(te)so qualcosa per sè, non ha pre(te)so la magia del "meglio" come se fosse un oggetto da acquistare (quindi ... non per tutti) ... il gatto aveva capito che la bellezza di tutti sta dentro di sè.

Il topo, invece, birichino si è preso beffa di tutti perchè - come il gatto - sapeva che l'unica trasformazione è quella che abbiamo a portata di mano, ma "ha mangiato" sui desideri altrui.

Le trasformazioni avvenute in quell'Istituto erano superficiali, apparenti (quello che pensiamo di fare tutti noi), gli "operatori" dell'Istituto, brutta gente che se ne approfitta (e difatti se ne sono ben guardati dal correre spaventati e sono rimasti dove erano ... facendo le valigie perchè erano stati scoperti.

I falsi specchi si ruppero e fu così che un evento terrificante porto la verità e ruppe l'incantesimo dell'inganno. Un inganno così potente che anche la strega - pur essendo un'esperta del settore - ci è cascata con tutte e due i piedi.

Tanino, sei un mito!!!

Tanino Minuta ha detto...

Carissima Anna, il gatto non c'è!!! questo è il tragico oppure il bello o il grottesco. Come non c'è un mostro... c'è solo la paura.
siamo così! buona domenica! Tanino

Anonimo ha detto...

Ciao Tanino, chissà quanti avrebbero voluto dire la loro e non l'hanno fatto. Una storiella come la tua è ricca di spunti e ognuno vi legge quello che vuole. Grazie per la tua risposta a Luca di 10 anni. E anche io lo ringrazio perchè ti ha "costretto" a dire di più. Qual è il tuo mestiere? Insegni ai bambini? Certamente hai a che fare con i piccoli, perchè mi sembra che il primo a divertirsi sei proprio tu! ti ringrazio per questo blog (me l'ha indicato un'amica un giorno che mi ha visto a terra...) e mi ha fatto un dono. Se non ingorgo la tua vita, vorrei scriverti personalmente. Ho visto che hai anche un indirizzo email. Lasciatelo dire, sei un persona meravigliosa! Grazie, a presto. G.

Tanino Minuta ha detto...

eccomi, Anonimo G!
per sapere di più della mia vita ti rimando all'intervista
http://www.tvlux.sk/archiv/play/791
dove racconto molto di me. puoi scrivermi tranquillamente all'indirizzo indicato.
grazie di quanto mi dici!
Il blog è un punto d'incontro importante per tutti!
Molti mi dicono che è un dono per loro, ma anche per me ogni commento, ogni suggerimento non è di meno. Auguri!
Tanino