venerdì 3 dicembre 2010

“Nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37)


I colleghi avevano preso la decisione di agire conto il nostro capo-cattedra perché ci mandava delle lettere “ingiuste” che avrebbero potuto avere conseguenze negative. Loro, sapendo che avevo un buon rapporto con il rettore, incaricano me per portargli una lettera a svantaggio del nostro capo.
Mi trovai tra l’incudine e il martello: da una parte volevo aiutare i colleghi d’altra parte mi dispiaceva agire contro il capo, perché l’università era tutta la sua vita.
Ho chiesto aiuto a Dio. Quello stesso giorno ricevo un regalo. Senza pensarci due volte, metto quel dono sulla scrivania del capo, che quando arriva mi fa chiamare chiedendomi spiegazioni. Dico che, avvicinandosi Natale, mi sembra logico sottolineare che è festa e che siamo una famiglia. Lui resta in silenzio. Ne approfitto per dirgli che quelle lettere che lui ci scrive creano tra i colleghi uno strano senso di diffidenza.
Lui mi spiega che lo fa per zelo, ma “se questo rovina i nostri rapporti, non vi scriverò più queste note di rimprovero”.
Nella nostra cattedra tornò la pace e la gioia di lavorare insieme. Quando i colleghi mi chiesero cosa fosse avvenuto, non seppi spiegare che veramente “nulla è impossibile a Dio!” 



3 commenti:

Anna (da Nicodemo) ha detto...

Quando un'amicizia è disinteressata ... quando si legge il cuore ... quando si vuole giustizia senza giustiziati ...

Un post tipicamente d'Avvento e quindi di "ogni giorno"

Anonimo ha detto...

La tua bella esperienza è illuminante Tanino.
Sì perchè la maggioranza di noi parla spesso del "caso" riferendosipiù spesso a qualcosa di positivo o di fortunato, altrimenti parliamo di "fatalità.

Ma chi ha la fortuna di possedere occhi, orecchie e cuore "aperti", prima o poi si accorge che tante concatenzioni di fatti, incontri o avvenimenti inaspettati hanno veramente molto poche probabilità di essere casuali.

Via via collegando queste esperienze "casuali", vediamo il dipanarsi continuo del nostro filo di vita, e se siamo mentalmente onesti e aperti anche al mistero che siamo e che ci circonda, ci accorgeremo che ciò che umilmente chiediamo di buono, di generoso, di altruista, viene puntualmente e generosamente offerto, e ciò che non otteniamo ci spinge ci dovrebbe spingere poi ad una domanda: "ma era una richiesta umile, altruista, onesta, utile, sensata e filiale?".
La risposta, in tutti e due i casi, sarà illuminante su quel non facile punto interrogativo che ci fa chiedere quale sia stata o sia veramente la "Volontà di Dio" su di noi in quel particolare momento.

Grazie.Luisa

Giovanna Maria ha detto...

Bellissimo. Mi ha ricordato il MIDRASH che narra di una colomba, sfinita dall'inseguimento di un'aquila, che cerca riparo nella fenditura di una roccia, da cui però vede uscire una serpe, così "grida" e Dio la salva.