Il mio amico Francesco scrive:
È l'8 marzo: Festa della donna.
Mi avvio verso il centro di Bellinzona per prendere dei fiori per mia moglie.
Mentre mi avvicino alla Coop vedo una giovane donna con in braccio un bambino piccolo.
Mi si avvicina ed implorando mi chiede dei soldi per il suo bambino.
Frugo in fretta nella tasca della giacca e tiro fuori alcune monete.
Lei ringrazia e, guardandomi negli occhi, mi dice: Grazie, grazie. Io povera. Io ungherese. Dare soldi per bambino.
La guardo e fissandola negli occhi tiro fuori un bilgietto da 20 Frs e glielo do.
Intanto l'orologio, impietoso, mi indica che sto perdendo il bus e la donna mi chiede: Ma io voglio tornare in Ungheria.
In tutta coscienza sento che non posso fare/dare di più.
Le dico: Mi scusi, ma devo proprio andare.
Ma una cosa la posso fare ancora: l'affido a Te perché pensi Tu a farle incontrare un'altra persona che possa aiuarla.
Mentre mi dirigo verso il bus, che sta arrivando, penso: Addio fiori, addio mimose.
Arrivato a casa squilla il telefono.
È Anna nostra figlia che tra le altre cose mi chiede: Hai preso le mimose per la mamma?
Ed io le racconto l'accaduto.
Nel frattempo arriva mia moglie, che deve aver sentito tutto, si avvicina e, dandomi un bacio, mi sussurra: Grazie di 'queste' mimose.
2 commenti:
Bellissimo!!! LO pubblico anche da me, grazie!!!
Quando una coppia suona la musica scritta di uno stesso spartito ecco cosa succede.
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