Sì, Anna, proprio come tu dici. Forse perchè il perdono è uno dei segnali della vita della Trinità, di Dio in Se stesso Amore, non-solitudine. Buona settimana. Grazie Tanino
Poche parole di Tanino, poche parole di Anna (... così mi sembra un problema!). Il mio problema che sorge, per la minuziosità anche della parola, "ma dove ti fa male?" Amo chi mi da un problema e mi fa navigare nell'infinito dell'accoglienza. Le mie strade divise ed il mio problema di cuore che dentro di me si gonfia come un ponte su cui star sopra. Perdonare ed escludere è un tutt'uno. Che ne so io della mia esistenza? Belle risposte da uomo.
Il perdono! E' la cosa più difficile soprattutto se l'altro è un cieco che non capisce niente della vita. Quello che tu dici non tiene conto dell'altro ma di una nuova forza che deve partire da me e che certamente avrà la sua efficacia. Grazie, comunque, Tanino. Questo tuo blog è una scuola parte, una catechesi capillare fatta direttamente al cuore. Sono grata a Dio d'essermi imbattuta in questo luogo benedetto. Dio ti benedica. Franca D.
Benedico! Che è il pensiero che mi riconduce a Franca D. Imbattuta, a me mi pare di molte cose fatte a posta, ma la signora Riconosce chi prima fa il bene, ritrova il guadagno nella fiducia:
io pur avendo una grande fede, sono nelle tenebre per un perdono che non riesco ancora ad accordare a mio marito. una ferita tanto grande che dopo questi anni di matrimonio, è dolorosa e non mi dà pace. tanto da pensare alla separazione. poi guardo me allo specchio, i miei 3 figli ancora piccoli. e aspetto. grazie per la sensibiltà delle tue parole che animano il blog. MD
E' sicuramente questo un problema umano che tocca ognuno di noi. E giustamente commenta Anna che spessissimo accade che chi perdona poi si chiuda alla persona cui ha perdonato.Resta quindi qualcosa...
Ma non c'è solo questo: forse il peggio è "dopo" cadere preda di quel sottile senso di superiorità che ci suggerisce "bravo, come sei stato magnanimo!"
Mi rivolgo ad MD per dirle che sono tra quelli che "tifano" molto per lei, anche perchè mia madre ha vissuto a lungo, molto a lungo, chiusa nella sua sofferenza che noi figli respiravamo con impotenza e disagio.
Vedi MD, non si tratta di trovare la forza di essere superiori tanto da perdonare, ma di riuscire a vedere l'altro come molto "povero e bisognoso", come uno che potrebbe essere o è in condizioni di stendere la mano verso di te.
E tu in questo momento difficile, non sai di avere in mano una torcia preziosa: quella di poter concedere ad un altro, che sa bene di avere torto o di avere commesso un grave errore, la possibilità di una occasione per "ricominciare" non solo a cambiare strada, ma soprattutto a stimare se stesso per primo, perchè sarebbe quasi schiacciato da un'offerta inattesa di una gratuita nuova stima e fiducia che sa benissimo di non meritare! Non sembra in apparenza, ma noi siamo i peggiori detrattori di noi stessi e ricordiamo sempre il male commesso.
Se possiamo con la Grazia di Dio fare anche questo, credi, sarà tanta luce nuova e leggerezza per chi lo fa e per chi lo riceve, ricordando quella frase famosa nell'episodio dell'adultera in Giovanni 8,7 in cui Gesù fa magnificamente capire che dobbiamo ricordare di avere tutti indistintamente bisogno di perdono perchè tutti peccatori, e poi, rivolgendo le ultime parole alla donna rimasta sola innanzi a Lui, ci mostra che per Dio il perdono e la misericordia precedono SEMPRE l'invito alla conversione.
Cara MD nella preghiera a Colui che sempre perdona, sono certa che tu potrai usare la tua preziosa torcia e illuminarvi entrambe!
8 commenti:
Il perdono ed il dialogo.
Per esperienza so che molti perdonano ma non rivolgono più la parola a colui che hanno perdonato.
E' la parola, il dialogo, il vero frutto del perdono, la luce che dissipa le tenebre.
Il silenzio invece infetta, lascia la porta aperta al rancore.
Una ferita si cura subito altrimenti si può infettare e la cura per tutte le ferite è un dialogo con il coraggio di chiedere "ma dove ti fa male?"
Perdonare ed escludere è relativamente facile, ma riaprire il dialogo proprio per niente.
Tanino, questa volta poche parole con dentro il problema di fondo dell'umanità, causa di guerre e anche di disastri-
Sì, Anna, proprio come tu dici. Forse perchè il perdono è uno dei segnali della vita della Trinità, di Dio in Se stesso Amore, non-solitudine.
Buona settimana.
Grazie Tanino
Poche parole di Tanino,
poche parole di Anna (... così mi sembra un problema!).
Il mio problema che sorge, per la minuziosità anche della parola, "ma dove ti fa male?"
Amo chi mi da un problema e mi fa navigare nell'infinito dell'accoglienza.
Le mie strade divise ed il mio problema di cuore che dentro di me si gonfia come un ponte su cui star sopra.
Perdonare ed escludere è un tutt'uno. Che ne so io della mia esistenza?
Belle risposte da uomo.
Il perdono! E' la cosa più difficile soprattutto se l'altro è un cieco che non capisce niente della vita. Quello che tu dici non tiene conto dell'altro ma di una nuova forza che deve partire da me e che certamente avrà la sua efficacia. Grazie, comunque, Tanino. Questo tuo blog è una scuola parte, una catechesi capillare fatta direttamente al cuore. Sono grata a Dio d'essermi imbattuta in questo luogo benedetto. Dio ti benedica. Franca D.
Benedico! Che è il pensiero che mi riconduce a Franca D.
Imbattuta, a me mi pare di molte cose fatte a posta, ma la signora Riconosce chi prima fa il bene, ritrova il guadagno nella fiducia:
AMICI ... SALUTI!
Grazie, TANINOOO!
Si sente che questa frase Ha radice!
Grazie! Luca
io pur avendo una grande fede, sono nelle tenebre per un perdono che non riesco ancora ad accordare a mio marito. una ferita tanto grande che dopo questi anni di matrimonio, è dolorosa e non mi dà pace. tanto da pensare alla separazione. poi guardo me allo specchio, i miei 3 figli ancora piccoli. e aspetto. grazie per la sensibiltà delle tue parole che animano il blog.
MD
E' sicuramente questo un problema umano che tocca ognuno di noi. E giustamente commenta Anna che spessissimo accade che chi perdona poi si chiuda alla persona cui ha perdonato.Resta quindi qualcosa...
Ma non c'è solo questo: forse il peggio è "dopo" cadere preda di quel sottile senso di superiorità che ci suggerisce "bravo, come sei stato magnanimo!"
Mi rivolgo ad MD per dirle che sono tra quelli che "tifano" molto per lei, anche perchè mia madre ha vissuto a lungo, molto a lungo, chiusa nella sua sofferenza che noi figli respiravamo con impotenza e disagio.
Vedi MD, non si tratta di trovare la forza di essere superiori tanto da perdonare, ma di riuscire a vedere l'altro come molto "povero e bisognoso", come uno che potrebbe essere o è in condizioni di stendere la mano verso di te.
E tu in questo momento difficile, non sai di avere in mano una torcia preziosa: quella di poter concedere ad un altro, che sa bene di avere torto o di avere commesso un grave errore, la possibilità di una occasione per "ricominciare" non solo a cambiare strada, ma soprattutto a stimare se stesso per primo, perchè sarebbe quasi schiacciato da un'offerta inattesa di una gratuita nuova stima e fiducia che sa benissimo di non meritare!
Non sembra in apparenza, ma noi siamo i peggiori detrattori di noi stessi e ricordiamo sempre il male commesso.
Se possiamo con la Grazia di Dio fare anche questo, credi, sarà tanta luce nuova e leggerezza per chi lo fa e per chi lo riceve, ricordando quella frase famosa nell'episodio dell'adultera in Giovanni 8,7 in cui Gesù fa magnificamente capire che dobbiamo ricordare di avere tutti indistintamente bisogno di perdono perchè tutti peccatori, e poi, rivolgendo le ultime parole alla donna rimasta sola innanzi a Lui, ci mostra che per Dio il perdono e la misericordia precedono SEMPRE l'invito alla conversione.
Cara MD nella preghiera a Colui che sempre perdona, sono certa che tu potrai usare la tua preziosa torcia e illuminarvi entrambe!
Un caro saluto.
Luisa
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