sabato 5 marzo 2011

Juraj, il muratore

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Viene da un piccolo villaggio slovacco e cerca lavoro dove può, fuori dal suo Paese. Oggi è qui per dirmi che va in Germania.
Una persona così onesta meriterebbe di più, ma Juraj è abituato al sacrificio. Il padre alcolizzato da sempre, la madre ha sopportato miseria e botte facendo in modo che i figli ne risentissero il meno possibile. Ora lui lavora per sostenere due fratelli più piccoli, la madre, il padre e la nonna. E guadagna bene perché conosce il mestiere.
Mi chiedo e gli chiedo da dove prende questa forza, come mai non ha cominciato a bere anche lui.
Juraj mi dice che un giorno aveva chiesto alla madre perché non pensava al divorzio. La madre gli aveva risposto: “Figlio mio, se tu sei al mondo è perché c’è stato tanto amore con tuo padre. Poi le amicizie sbagliate, la mancanza di lavoro… tuo padre è buono. Non guardarlo per quello che appare. Mettiti davanti a lui senza attendere che sia quello che tu vorresti”. A quelle parole Juraj cambiò atteggiamento verso il padre e aiutò i fratelli a fare lo stesso. L’atmosfera in casa divenne più serena. Diminuirono le liti. 
Juraj mi mostra un santino che la madre gli ha messo nella tasca della giacca a vento. È l’Annunciazione e sotto c’è scritto: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto (Lc 1,38). Figlio mio, vai non a costruire case ma la pace. Sono orgogliosa di te! Tua madre”.

Foto di Rolland Kishonti

8 commenti:

Anonimo ha detto...

E' una di quelle storie che fanno rabbia. Poi si scopre che dietro la miseria sboccia la santità.
Grazie. Commuove. Ringrazia Jurai! Anselmo

Giovanna Maria ha detto...

Che sapienza!!!

Anonimo ha detto...

magnifica storia! Grazie, Tanino!
persone come Juraj sono l'evidenza dell'amore di Dio. Uomini così sono la speranza.
grazie, Renata

Anonimo ha detto...

Senza parole, queste solo per dire che ho letto!!!
Maurizio Mosconi

Anna (da Nicodemo) ha detto...

Leggendo questo post tante sono le considerazioni che nascono: sull'amore e sull'amare, sul rispetto come l'amare impone, sull'amore coniugale che non sempre si mantiene a livelli idilliaci ... tante considerazioni.

Di tutte, pero, una sola mi pare degna di essere scritta.
Quel "ma non hai mai pensato al divorzio? che assomiglia tanto a quello che spesso noi diciamo a Dio riguardo l'umanità.

Una domanda che trova la stessa risposta di speranza e che invita tutti a guardare oltre e dentro.

Molte volte questa speranza verrà delusa e già lo sappiamo ed altrettante volte verremo schiacciati dall'evidenza di una cattiveria inguaribile, ma almeno questa cattiveria non avrà avvelenato noi.

Anonimo ha detto...

Quanta miseria e quanti fiori meravigliosi nati da essa. C'è una legge di vita che agisce fuori da ogni previsione e da ogni statistica. Tanino, vorrei invitarti a raccontare queste storie ai miei colleghi medici la cui preoccupazione è soltanto quale infermiera invitare a cena. Il malato è solo fonte di guadagno e di piacere assicurato. Oggi, giorno della donna, le donne dovrebbero svegliarsi...
Ciao e grazie!
Gino S.

Luisa ha detto...

La pace e' un bene non facile da ottenere o da costruire: una tensione comune della creatura umana cosi' incessantemente inquieta alla ricerca di qualcosa che crede gli serva, o turbata da una "mancanza" profonda la cui coscienza e' gia' un bel passo in avanti per attivare scoperte importanti.

Rendersi poi conto che raramente e' possibile ricevere la pace da un altro come noi, e' la molla che spinge a "cercare oltre", a capire che la sete inesauribile di incontro dell'"altro perfetto" che ci somiglia, ci capisce sempre, ci perdona sempre, ci accetta sempre per come siamo e ci ama comunque sempre lo stesso, e' una luce che ci indirizza sulla via della pace e della vera scoperta di vita.

Grazie per questo episodio esemplare in cui un'eroica donna , ed un degno figlio di tale madre, ci dimostrano che entrambe "hanno trovato"!

Luisa

Tanino Minuta ha detto...

Ringrazio quanti mi hanno scritto, perfino dall'Africa, da dove viene la foto allegata. Proprio stamattina, parlando di Jurai con un comune amico, dicevamo quanto sia cieco il mondo a non vedere quali sono le persone di valore. Un muratore è un muratore e non si vede che ha raggiunto uno sviluppo umano come pochi raggiungono. Ho detto che le persone che pregano sono l'equilibrio del mondo, oggi aggiungo che i veri costruttori di pace sono coloro che "parlano" con Dio. Grazie delle accorate email, degli sms, delle telefonate. Si sente la solidarietà con Juraj. Cercherò di comunicargli tanto affetto. Grazie, Tanino