lunedì 25 aprile 2011

L'albero del perdono

-->
Ho trascorso la Settimana Santa in un villaggio sulle rive del lago Balaton in Ungheria. Alla Messa di Pasqua il sacerdote ha raccontato un fatto che trascrivo perché sia dono per molti, come lo è stato per me.

Un uomo era in carcere per un grave reato. Amici, conoscenti e parenti lo avevano abbandonato. Così il prigioniero scontò la sua pena nella solitudine ma nella speranza che un giorno sarebbe stato perdonato. 
Arrivò il giorno in cui poté lasciare il carcere.
Prese un treno che andava verso il suo paesino. 
Nel modo di comportarsi di quell'uomo, pieno di speranza e timore, gli altri viaggiatori videro che c'era qualcosa di speciale. E gli chiesero chi fosse.
L’ex carcerato raccontò del suo errore, della pena, dell’abbandono di tutti e disse anche che sperava di tornare a casa ma non sapeva se l’avrebbero accolto. 
La sua famiglia aveva un orto vicino alla stazione e aveva scritto loro di attaccare all’albero un nastro bianco nel caso in cui lo avessero perdonato e voluto in famiglia. In caso diverso non sarebbe sceso neanche dal treno, avrebbe proseguito il suo viaggio, chissà dove.
La notizia si sparse tra tutti i viaggiatori e quando il treno stava avvicinandosi al paesino, tutti erano ai finestrini per vedere se all’albero ci fosse il nastro.
Quale fu il loro commosso stupore? Sull’albero c’erano tanti e tanti nastri che sventolavano festosi.    

foto mia 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie per la storiella. Forse il perdono è la qualità che mostra la "divinità" dell'uomo. Come Monica ti confermava, il perdono è opera di Dio.
Ringraziamo Città Nuova per questo blog che entra nelle nostre case.
Auguri Franco e Sara