giovedì 16 febbraio 2012

Un capitale di... rifiuti

Stamattina appena sveglio mi sono trovato ad affrontare una situazione non facile: il dialogo con qualcuno mi aveva messo fortemente e brutalmente in evidenza tutto quello che io non sono capace di fare. Con le forze che ho potuto raccogliere ho fatto in modo che l’altro non si accorgesse che mi aveva ferito.
In quel momento una finestra si è aperta in me ed ho respirato aria nuova, mentre una calda luce cambiava la mia visione della realtà.
Nella mente si andava componendo un’idea che velocemente produceva gioia, libertà e stupore. Ho detto a me stesso: «Con tutta la sincerità devo mettere sulla tavola i miei difetti, i miei limiti. Dire chiaramente a chi mi sta vicino quello che non so fare. Così ciascuno può sapere che anch’io sono consapevole di ciò che mi manca. E se anche gli altri facessero la stessa cosa? Con i nostri difetti potremmo costituire un capitale di “rifiuti”, di roba da scarto, e sono certo che questo è quello che ci manca per compiere la tremenda battaglia che ci sta dissanguando tutti».
Poi ho comunicato quest’idea e dal sussulto di chi mi stava davanti, mi son reso conto che il successo è misteriosamente assicurato da questo potente capitale di rifiuti.
Vedremo!


Foto mia

8 commenti:

Giuseppe Lagattolla - Bari ha detto...

Caro Tanino, la tua esperienza mi ha riportato alla mente una poesia che ho scitto qualche tempo fa. Te la propongo:

ECOLOGIA
La mia anima è piena di spazzatura.
Spazzatura i miei peccati in pensieri, parole, opere, omissioni.
Spazzatura il brutto, il cattivo, il falso del mondo che vi è entrato e sempre entrerà.
Spazzatura lasciata lì, fonte di energia non utilizzata (energia d'amore).
Voglio raccoglierla, per trasformarla in fiori.
Il dolore, non abracciato, è la spazzatura dentro di me.

Anonimo ha detto...

Grazie, Tanino, di questa forte dichiarazione! Sì, come dici tu, se mettessimo insieme le nostre deficienze... ciò significherebbe metterci al nudo, essere SINCERI, toglierci le maschere... sarebbe una vera vittoria contro la teatralizzazione che riempie le nostre teste.
ciao, Gianfranco R.

Luisa ha detto...

Il problema secondo me non è tanto nel "teatralizzarci" come dice bene Gianfranco davanti agli altri, perchè ciò fa parte del nostro bisogno ancestrale di essere accettati, scorti e tirati fuori dalla massa che ognuno di noi ha davanti e di cui facciamo parte, e soprattutto amati, perchè senza Amore moriamo, sia inconsciamente che coscientemente

Il problema vero sorge quando noi "teatralizziamo" noi stessi davanti a noi stessi, cioè non accettiamo e non vogliamo contemplare i nostri limiti, i fallimenti, le piccole o grandi vigliaccherie, le delusioni che diamo a noi stessi, il rispetto umano che ci blocca, le paure inconfessate per non apparire deboli di fronte agli altri o le bugie per renderci più belli e interessanti....

Ma tutto questo, questa spazzatura come scrive Giuseppe, non è sempre segno di un disperato bisogno di accettarci per ciò che siamo come Dio ci accetta e di essere amati ed amare come Lui ci ama?

E allora quella luce, gioia e stupore che tu Tanino hai provato in questa difficoltà, è frutto del coraggio di dare voce a ciò che talvolta non è perfetto né facilmente accettabile in noi, che il nostro amor proprio, o un'insicurezza, o più di tutto la sete di essere amati è più propenso a nascondere.

Nel confessarlo, si diviene trasparenti a sè ed all'altro, e più forti, ed in grado di accettare anche di non ricevere indietro quell'amore che generosamente possiamo sforzarci di donare, ma che continueremo a desiderare tutta la vita.

Luisa

Anna (da Nicodemo) ha detto...

Non so per quale strana coincidenza ma è la stessa cosa che ho postato ieri sul mio blog (prima di leggere il tuo.

Io ho messo 4 parole in croce su un birichino "del" che cambia tutto se messo da una parte o dall'altra in una frase.

Monica ha detto...

bellissima questa esperienza.è vivere in "luce" anche quando magari il nostro cuore è buio per un torto subito. Grazie per continuare a condividere queste straordinari momenti del nostro quotidiano, sostengo l'intento di questo blog, o come piace chiamarle a me... pagine di bellezza!
Grazie GIUSEPPE per aver donato a tutti la tua poesia.
Ciao Tanino! Ciao ai lettori!
monica

Anonimo ha detto...

...Già, questo tuo intervento mi riporta all'esperienza di questi ulitmi giorni.
Scoraggiata per non riuscire a superare alcune incompatibilità di carattere, pur sforzandomi di lavorare di pazienza, mi sono detta: offro tutte queste scorie che intaccano violentemente la mia serenità, a qualcosa serviranno..
Ho sentito finalmente tornare la pace del cuore.
So che dovrò ricominciare ogni momento, ma ora è diverso!
Annamaria

Anonimo ha detto...

Un anno insieme ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Un capitale di... rifiuti":

Grazie Tanino e tutti i 'blog-nauti'. Non so se vi è mai capitato, ma da quando ero gen alla vista dei cartelli. Attenzione frane' ci dicevamo: Urca! Ci hanno scoperti. Sanno che stiamo arrivando...
Buonissima giornata a tutti.

P.S.: L'importante è che i 'nostri' nomi siano scritti in Cielo. ;)

Anonimo ha detto...

... questa sì che non lascia tranquilli! Come dici è una rivoluzione fatta con tutto ciò che è scarto, negativo. Ti daranno un premio quando scopriranno che latua proposta è valida. Ci ho provato. Non è facile far vedere ciò che cerchiamo di nascondere bene.

Tanino, con quello che racconti, ed è tutto nello spirito di Città Nuova, stai facendo una bella educazione. Leggo i commenti di quanti ti seguono (e non sono pochi) e sono questi che mi fanno capire che ogni cosa che pubblichi punta ad uno scopo.
Vorrei farti la proposta di pubblicare le tue esperienze.
Mauro Z.