giovedì 2 febbraio 2012

SUCCESSO INSOPPORTABILE

Sto ascoltando canzoni degli anni 70 e 80. 
Mi rifugio in questo spazio creato dalla musica per essere protetto da un’incalzante, insostenibile, soffocante delusione.
Il passato è intatto. Rivisito un castello antico e trovo le cose immutate, come le avevo lasciate. Le mie cose.
Mi ero allontanato per l’insaziato bisogno di novità. Le stesse canzoni che mi avevano adescato con promesse smisurate, ora mi riportano al rifugio. 
Dov’è il loro vero luogo?
Quando scatta il twist mi alzo dalla scrivania. Mi espando nella stanza lasciando che i miei gesti riconquistino spazio e afferrino ritmi dispersi. 
Com’ero bravo nel twist! 
A una festa siamo rimasti a ballare io e Rosy. Gli altri facevano il tifo per noi che sembravamo irraggiungibili.
Lo specchio che pende lungo, vicino alla porta, ora mi cattura e mi fa vedere i segni della dieta che da qualche mese seguo senza fatica e senza ambizioni se non quella di arrivare ad un ordine nei pasti. È come riordinare la libertà. 
Sì, è necessario essere liberi perché gli attentati non finiscono mai.
Basta un pubblico che ti applaude per svegliare nuovi nemici, larve di appiccicosi spettri del nulla. Si agitano per attaccare.
Il tuo successo è insopportabile per chi non ti ama.


Foto mia

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