Un collega, che ha preso in affitto un monolocale, mi chiede
di accompagnarlo per l’acquisto di una tenda.
Nel negozio di tessuti lui si ferma a guardare una stoffa che,
secondo lui, è quella più adatta e più bella. Mi spiega come il materiale è
dello spessore, del colore, del disegno giusto. Insomma gli piace quella stoffa.
Resto interdetto per il fatto che l’amico non si sia
accorto che quello è un tessuto per materassi. Glielo faccio notare, ma lui
continua a dire che è proprio quello che risponde al suo gusto e che sta bene
con l’arredamento della stanza.
Una domanda mi attraversa la mente: “Ma chi l’ha detto
che quella è una stoffa esclusivamente per materassi?” Lo incoraggio a comprare
la stoffa.
Sulla strada del ritorno l’amico mi dice: “Non è che io non
sappia che tutti i materassi sono fatti di questo tessuto ma il fatto che tu ti
sia adeguato a me è stato un grande gesto non solo per entrare nei miei gusti ma per addentrarti nella mia logica. Questa tenda me lo ricorderà sempre. Avremmo potuto litigare per difendere le
proprie ragioni… Se altri rideranno della tenda, parlerò di come si può
costruire la pace”.
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