venerdì 21 settembre 2012

Saper leggere i segni



In seguito a quanto scrive Giorgio che mi chiede chi sono, e nel ringraziare anche Claudia, Stefano e quanti hanno lasciato il loro commento precedentemente, dico che sono un pellegrino, come ogni uomo che cammina sui sentieri delle stagioni.
A un certo momento della vita mi è successo qualcosa di importane: qualcuno mi ha insegnato a leggere i segni.
Sapere leggere i segni, cioè vedere in tutto ciò che mi succede, in tutte le combinazioni del vivere, in tutte le parole che mi arrivano, negli eventi, nelle disgrazie, negli incontri, nelle contrarietà... un piccolo segnale, la lettera di una parola, l’elemento di un discorso che si compone pezzo dopo pezzo.
Per imparare quest’arte ci vuole pazienza e umiltà.
Non devo dirigere io il discorso, ma attendere che si sveli fino in fondo.
Non è difficile, perché ogni risultato che si raggiunge dà nuova forza, ma ci vuole costante pazienza e umiltà.
Se riesco a dire qualcosa a voi, cari lettori, è soltanto perché la vita mi insegna la vita.
La fede sorregge la capacità di rischiare.  
Non so cos’altro dire. Comunque sono felice. E la vita non ha finito di stupirmi.
 

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