La mia sorpresa nel leggere La melodia del piano di
Abou El Maati Abou Shareb, è stata la costatazione che oggi, più che mai, la
letteratura può avere un ruolo decisivo nel dialogo tra culture diverse.
Vivo gomito a gomito con persone delle più varie provenienze
e spesso conosco soltanto ciò che mi raccontano o le curiosità etniche. Di
fronte ad una civiltà diversa dalla mia è sempre difficile comprendere profondamente quali
siano i modelli culturali che la animano.
Nel romanzo dell’egiziano Abou Shareb, che dagli anni
Ottanta vive a Firenze con la moglie italiana e una figlia (entrambe
protagoniste della narrazione), tutta l’arte dell’autore è nella descrizione di
ambienti, atmosfere, situazioni… un vissuto che lascia trasparire con delicatezza, e senza
giudizio, i sentimenti, la visione del mondo.
Ci si trova subito immersi nella quotidianità, in fatti
esistenziali e l’Autore, vivendoli in prima persona, rivela, con una lingua
semplice (la semplicità raggiunta da uno che sa scrivere) chi è lui, come un
egiziano vive il dolore, la lontananza dalla propria terra, la religiosità, l’amore, la fedeltà.
Mi ero segnato tanti stralci da trascrivere e alla fine ho
evinto l’impossibilità di trovare una pagina rappresentativa perché la
narrazione è tutta rappresentativa.
L’opera in questione, edita da Cosmo Iannone Editore, (
http://www.cosmoiannone.it ) è
parte di una collana diretta da Armando Gnisci, ex docente universitario, che
come critico letterario, agli inizi degli anni ’90, ha iniziato a mettere a
fuoco il valore della letteratura della migrazione, offrendo attraverso la
rivista
Kumà, tutti i contributi e i
passi fatti nel campo del “meticciato” culturale.
Il valore dell’opera di Abou Shareb, la cui versione
italiana è stata rivista e controllata dall’Autore, è come una guida turistica
che attraverso descrizioni puntuali e datate, aiuta a entrare nella visione
della vita di un uomo… e quell’uomo ha gli stessi sentimenti di ogni altro
uomo. La letteratura, come la musica, non ha barriere, anticipa un nuovo modo di "essere uomini". Grazie Abou!
Assieme all'Autore in occasione di una presentazione dell'opera