«Capitò, tanto tempo fa, che
in un circo viaggiante in Danimarca si sviluppasse un incendio. Il direttore
mandò al vicino paese il clown già abbigliato per lo spettacolo. Il clown
arrivò affannato al villaggio, e supplicò i paesani di accorrere per dare una
mano a spegnere l’incendio, che rischiava di propagarsi alle stesse case del
paese. Ma le grida del clown furono interpretate come un astuto trucco del
mestiere: lo applaudivano e ridevano fino alle lacrime. Il povero clown tentava
inutilmente di spiegare che non si trattava affatto di una finzione, di un
trucco, bensì di un’amara realtà, e li scongiurava ad andare. Il suo pianto non
faceva altro che intensificare le risate. La commedia continuò così finché il
fuoco s’appiccò realmente al villaggio e ogni aiuto giunse troppo tardi: sicché
circo e villaggio andarono entrambi distrutti dalle fiamme».
Søren Kierkegaard
(1813-1855), filosofo, teologo e
scrittore della Danimarca.
Apologo di un clown, in
Diapsalmata (Enter-Eller, I)
Nessun commento:
Posta un commento