martedì 16 dicembre 2014

Aspettando Natale

Per motivi burocratici ho incontrato il dipendente di un’istituzione. 
Mi ha colpito subito il fatto che in tutto quello che diceva e faceva era espressione dell’organismo che rappresentava.
Abbiamo parlato della faccenda che mi riguardava: ogni sua parola era prevedibile. 
Se non fosse stato un uomo di una certa età, gli avrei proposto il gioco di indovinare i pensieri e sarei sembrato ai suoi occhi un mago, perché lo avrei preceduto in tutto quello che mi avrebbe detto: famiglia, tempo libero, figli, relazioni sociali… tutto era visto con gli occhiali della struttura che lo conteneva e lo realizzava.

Dopo averlo salutato, mi son sentito colorato di grigio. Un uomo può diventare così?
Ho riflettuto sui miei comportamenti, sulle mie concezioni e mi son chiesto se io sono rappresentante di una istituzione oppure sono vero, attuale, attento a chi mi sta davanti senza fargli pesare quello che io porto con me dalla famiglia, dall'educazione, dalla mia tradizione.
Quell’impiegato, nella sua triste condizione, mi ha insegnato qualcosa. Mi sta aiutando a essere più autentico, a non essere dalla parte di un’istituzione, per quanto bella e grande possa essere.

Si avvicina Natale e questa esperienza mi ha fatto pensare a Gesù.

Lui non è rimasto dalla parte del suo istituto, ma è passato dalla parte mia, senza mai farmi pesare che è figlio di Dio.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Tanino,
quello che scrivi è senza dubbio un'esperienza.
Ma ti sei chiesto se quell'uomo era vero o era soltanto una maschera?
Non sarai stato tu a creargli questa maschera?
In fondo noi mettiamo la maschera che la gente ha bisogno. Forse lui, non conoscendoti, ha usato la maschera dell'impiegato-modello.
Pensaci... oppure racconta meglio cosa hai visto e vissuto.
Ciao,
Renzo

Tanino Minuta ha detto...

Renzo grazie,
hai ragione in quello che dici.
Mi hai fatto pensare al mio concittadino Pirandello, alla sua "Così è se vi pare".
Vorrei sbagliarmi, ma l'esperienza che ho vissuto era una realtà. Il guaio è che è facile perdere la propria autenticità in nome di un'idea, una ideologia, una fede...
Grazie per l'annotazione, ma ti risponderò più dettagliatamente se mi scrivi direttamente.
Ciao,
Tanino