Il 6 maggio ’16 in Vaticano papa Francesco ha
accettato un’importante onorificenza. Il Papa, che ha scelto di non volere
premi, ha accolto il Premio Internazionale Carlo Magno, perché
questo sia “uno slancio nuovo e coraggioso per questo amato Continente”.
A Roma sono convenuti i vertici delle
istituzioni europee: Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo;
Jean-Claude Junker, presidente della Commissione europea; Donald Tusk,
presidente del Consiglio europeo e la cancelliera tedesca Angela Merkel.
Il Papa ha concluso il suo discorso
esprimendo un sogno:
“Sogno un’Europa giovane,
capace di essere ancora madre: una madre che abbia vita, perché rispetta la
vita e offre speranze di vita. Sogno un’Europa che si prende cura del bambino,
che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza
perché non ha più nulla e chiede riparo. Sogno un’Europa che ascolta e
valorizza le persone malate e anziane, perché non siano ridotte a improduttivi
oggetti di scarto.
Sogno un’Europa, in cui
essere migrante non sia delitto bensì un invito ad un maggior impegno con la
dignità di tutto l’essere umano. Sogno un’Europa dove i giovani respirano
l’aria pulita dell’onestà, amano la bellezza della cultura e di una vita
semplice, non inquinata dagli infiniti bisogni del consumismo; dove sposarsi e
avere figli sono una responsabilità e una gioia grande, non un problema dato
dalla mancanza di un lavoro sufficientemente stabile.
Sogno un’Europa delle
famiglie, con politiche veramente effettive, incentrate sui volti più che sui
numeri, sulle nascite dei figli più che sull’aumento dei beni. Sogno un’Europa
che promuove e tutela i diritti di ciascuno, senza dimenticare i doveri verso
tutti.
Sogno un’Europa di cui non
si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stata la sua ultima
utopia”.
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