martedì 7 gennaio 2014

Una vita non basta di M.T. Abignente



Sarai in ogni mio gesto d’amore
Ho ricevuto in regalo un libro, una perla creata dalle lacrime. È un cantico dei cantici sbocciato da una ferita sanguinante.
Man mano che leggevo, mi accorgevo di non trovare paragoni per definirlo: un susseguirsi di quadri trasformati in poesia dal dolore, una serie di propositi e suggerimenti per non rimanere schiacciati dall’angoscia, una rivisitazione di un passato che non è un ricordo lontano, ma è vivo e dà senso al presente. La disperazione, la ricerca di un senso del dolore, fanno del libro un percorso catartico.
L'autrice Maria Teresa Marra Abignente, mediatrice familiare e medico, dal dramma della morte dell’amato marito Giovanni compone, per chi soffre, un libro di preghiere, una serie di suggerimenti per entrare nel mistero del dolore, come viene detto nel retrocopertina “Non basta una vita per comprendere che nell’amore tutto è vita, anche la morte”:
«Il silenzio è mille volte più potente delle parole, quelle parole che cercano sempre in ogni modo di rammendare la realtà, che tentano di ricucire un senso: ma che senso può avere la morte di chi ami? Il silenzio invece squarcia e lascia tutto aperto. Tutto diventa possibile nel silenzio, anche sentirsi abbandonati e raccolti nello stesso tempo.»
La prima catarsi si compie dentro le lacrime della stessa autrice.
«Non vuole costrizioni questo mio amore per te, vuole danzare libero, vuole riflettersi e moltiplicarsi negli occhi che incontrerò, nelle mani che stringerò, nelle carezze che ancora sarò in grado di dare. E mi sembrerà per un attimo di carezzare proprio te, di riascoltare la tua voce che piano mi sussurra “abbi coraggio, non rinunciare a vivere”. Mi sembrerà di darti ancora vita.»
E man mano che il silenzio attutisce gli acuti di un grido che sembra inascoltato, gli occhi vedono meglio e dischiudono sorprendenti scoperte.
«Le persone vanno via veramente non quando chiudiamo la porta dopo che sono uscite, ma quando non permettiamo più loro di entrare».
Il soliloquio di chi soffre è dialogo:
«Qualcuno cercando di consolarmi dice che ormai avevi terminato il tuo compito su questa terra, ma non è vero: il tuo cuore era pieno di sogni e di amore da dare ancora, avevi ancora da mietere in tutti i campi che avevi seminato: chi ci mette in cuore i sogni potrebbe poi decidere di azzerare tutto? chi ci ha donato la forza e la follia di amare potrebbe ad un certo punto stabilire che è completato il nostro cammino e fare come si fa con un contratto scaduto?
Mi piace invece pensare che quel che avevi in cuore, le tue speranze e i tuoi progetti, gli slanci e i desideri, li stia ancora adesso portando a termine, ci stia ancora lavorando, ma non da lassù, non lontano e distante, bensì qua, vicino. E io ti devo aiutare, come sempre.
Ecco, mi piace pensare che possa essere lo strumento utile per realizzare i tuoi sogni più belli, quelli più alti. E tu mi aiuterai a realizzare i miei, come sempre.
In questo modo, solo così, riesco a non farmi mordere da questa domanda, a non lasciare che inutili sensi di colpa mi sprofondino in un pozzo senza ragioni.
Il posto della vita è il cuore: il tuo, quello di carne, ha smesso di battere. Ma non di amare.»
L’amore che arde nel cuore di Maria Teresa, avendo oltrepassato la prova più dura, diventa parola, luce, progetto.
«Cercherò di costruire un ponte tra il passato e il presente, cercherò di riportarti su questa terra, vivo, amante, e lo farò con tutta la forza del mio amore. E il tuo sguardo diventerà il mio, il tuo sorriso sarà il mio che regalerò a qualcuno, non importa chi, magari chi è più in lacrime di me; il calore del tuo braccio sulle mie spalle sarà il calore che riuscirò a donare a chi è più infreddolito di me. Così ti ritroverò.
Sarai in ogni mio gesto d’amore.»

Maria Teresa Abignente, Una vita non basta, Edizioni Romena, 2013

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Tanino,
come scrivi è un "cantico dei cantici".
Una storia come questa fa riflettere soprattutto oggi.
Sembra uan storia d'altri tempi e io direi che è una storia dei tempi veri.
Ho letto ai miei figli questa tua pagina... sono rimasti senza parole.
Grazie, Tanino, e ringrazia M.T. Abignente. La sua è una storia che nutre la speranza.
Ciao. Luciana

Anonimo ha detto...

Un amico, tuo affezionato lettore, mi ha segnalato questa storia.
Ho vissuto anch'io un grave lutto come l'Abignente.
Che dire?
Ho sentito solidarietà e una spinta a "non mollare".
Grazie,
Serena M.

Anonimo ha detto...

L'amore vero crea una unità che non si può interrompere e resta sempre in noi e intorno a noi.

Ma serve anche che il tempo pietoso richiuda le ferite.
E che noi lasciamo generosamente liberi quelli che sono scomparsi sensibilmente ai nostri occhi e alle nostre braccia.

Altrimenti rischiamo di essere affettivamente possessivi.

Anonimo ha detto...

Scriveva Messori, anni fa, che il vero tabù dei nostri tempi è la morte.
Non è facile considerare la fine come parte della vita.
Chi ha la fede riesce a sperare oltre la morte, chi non ha questa formazione sprofonda nell'abisso dell'assurdo e si mantiene vivo con alcool e droghe.
L'amore, anche l'amore, per chi non ha aldilà, è povero, si consuma presto.
Tanino, tema scottante quello che hai messo in piazza.
Io sono di quelli che appena vedrò di dover dipendere dagli altri, porrò fine alla mia vita.
Comunque quello che fai ha un suo valore. La tua rivista, quella che ospita il blog, affronta questi argomenti?
Intanto ti seguo e non mi lasciano indifferente i commenti.
Ciao, Vincenzo

Anonimo ha detto...

Vincenzo, triste il suo commento...
La vita non è un bene nostro: L'abbiamo ricevuto e non ne siamo possessori.
Restare in questa povertà è difficile oppure può essere una breccia per intravedere altri orizzonti.
Auguri!
Giulio

Anonimo ha detto...

Tanino e amici,
grazie per ogni cosa che avete scritto.
La morte delle persone care ci apre gli occhi. Ma la morte di ogni essere umano dovrebbe aprirci gli occhi.
Sono già anziano, ho fatto la mia vita, sono vedovo, ho dei figli meravigliosi che giustamente fanno la loro vita.
La mia solitudine non è colpa di nessuno. Dopo anni di ribellione sono passato dalla parte della "vita". Ho accettato tutto così come va e ho scoperto che ogni età ha un suo dono, unico, irripetibile. Posso dirvi che sono felice. Mi son messo al computer quando non ci speravo più e posso comunicare con figli e nipoti. Leggo sempre il blog di Tanino perché è una persona che ama la vita.
Tutto quello che comunica è saggezza nata dalla vita.
Ringrazio la signora Abignente. Cercherò il suo libro: quello che scrive è amore vero.
Vincenzo non mollare di fronte alla paura.
Auguri a tutti.
con affetto,
Zio Gino

Anonimo ha detto...

un grazie a tutti, anche a chi non scrive nulla...
siamo tutti davanti ad un mistero e questo ci rende fratelli.
un grazie particolare a zio gino che fa sentire il battito del suo cuore.
grazie,
stefano

Anonimo ha detto...

Posso veramente dire che mi trovo "per caso" in questa pagina. Mi ha molto colpito.
La fedeltà che crea l'amore e l'amore che crea la fedeltà: è tutta qui la storia della signora Abignente.
Grazie di questa sintesi che lascia immaginare che il libro sia un poema all'amore.
Questi fiori rarissimi che sbocciano sulla terra profumano l'universo intero.
Grazie signora Abignente e grazie Tanino per la pubblicazione,
Teo

Anonimo ha detto...

Un amico, sapendo della mia disperazione per la perdita di mio marito, mi ha segnalato questa pagina.
Ringrazio la signora che non si rassegna e che nel suo stesso dolore e nel suo stesso amore sa trovare la presenza viva del marito.
Ringrazio,
Leonora D.F.

Anonimo ha detto...

Commovente storia... scoperta per caso.
ciao, Sergio

Anonimo ha detto...

Non so come... ma forse esiste un motivo.
Mi sono trovata in questa pagina struggente ed è stato inevitabile fare un paragone.
Dopo la morte di mio marito, seguita a quella dei miei genitori, mi sono incattivita.
Sì, il il cuore è diventato di pietra.
Davanti a questa pagina mi sento disorientata.

Nel tuo blog, Tanino, ero entrata altre volte. SEMPRE c'è qualcosa da prendere.
Questa pagina, comunque è superba.
Se conosci la protagonista, salutala da parte di una lettrice per caso.
E ringraziala.
Giovanna

Anonimo ha detto...

forte esperienza. Coraggiosa donna!
è un inno all'amore eterno.
Grazie!
Maria

Unknown ha detto...

Ho
avuto in dono il libro di Maria Teresa da un'amica, quando anch'io ho dovuto affrontare il pesante lutto. Ho letto un capitoletto alla volta, ogni sera, e,terminato il libro, lo ricominciavo di nuovo, all'infinito, per un anno intero e oltre. Ne traggo ancora linfa.Mgrazia