Una collega mi scriveva:
Un’amica della parrocchia mi aveva confidato la sua delusione col marito che l’aveva tradita. Stavo preparando una lettera indirizzata a tutte e due, dato che li conoscevo bene, quando successe proprio a me la stessa cosa. Un fulmine a ciel sereno.
Mettendomi al lavoro, un giorno rividi al computer la mail che non avevo finita.
Quelle parole mi sembrarono vuote, foglie spinte dal vento. “Si può essere così stupidi da pretendere di saper dare consigli?” mi chiesi tra le lacrime.
Chiamai l’amica per telefono e le confessai la mia stupidità. Lei fu consolata dalla mia sincerità. Insieme decidemmo di amare meglio i nostri mariti, ma fu soprattutto la complicità a sostenerci e accendere la fantasia. Organizzammo feste, per coinvolgere anche i figli, gite…
Dimentiche dei nostri guai ci trovammo più amiche di prima.
Nessun commento:
Posta un commento