lunedì 9 novembre 2009

I comignoli di Via del Cigno
















Nel cuore dell'Europa c'è una grande città. Tra le case accoccolate sulla collina del Castello s'inerpica una strada chiamata Via del Cigno. Tante e tante sono le case e, sui loro tetti, tanti e tanti sono i comignoli.

Di sera, quando tutte le luci nelle case si spengono, i comignoli finiscono di fumare e si ritrovano fra di loro per raccontarsi tutto quello che è successo dentro le loro case.

Quella notte, però, ne mancava uno, Ervin. Era rimasto al suo posto, solo, pensieroso e triste. Molto triste. Quando Gelsomino andò da lui, vide che stava proprio piangendo.

- Che ti succede? Stai male?

- No, non sto male. Sono molto addolorato. La mia padrona, zia Elisabetta, è malata. Non ha più forza di accendere il fuoco. Non si alza più dal letto. Ha freddo, non mangia. E' sola, nessun vicino di casa viene a trovarla.

Intanto si erano avvicinati tutti gli altri comignoli.

- Dobbiamo fare qualcosa! - dissero

- Ma cosa? - si chiesero in coro.

E mentre stavano a pensare, riflettere, discutere, ragionare e ponderare, la neve cominciò a incoronare le loro teste, ma i comignoli erano così sprofondati nei loro pensieri che non si accorsero di essere già tutti coperti di bianco.














- Cosa vi è successo? Sono tornata dopo tanti mesi, e voi neanche un saluto di benvenuto. E io che non vedevo l'ora di ritrovarvi per stare con voi! - disse la neve.

- Cara neve, - spiegò Gelsomino - il fatto è che siamo tutti molto addolorati...

E tutti insieme le raccontarono di zia Elisabetta.

- Vi aiuto io! - disse la neve con voce dolce e rassicurante.

L'indomani la gente nelle case fu felice di trovare la neve. Qualcuno scese subito in strada per spalare e nelle case le mamme si misero ad accendere i camini, perchè faceva freddo. Ma, che strano, il fuoco non durava. Prova e riprova ma i camini non avevano la forza di far uscire il fumo che intanto riempiva le stanze. E fu necessario aprire la finestra, la porta. E questo non successe ad una sola famiglia, ma anche a quelle che abitavano in quella via.

Uscirono tutti sulla strada e tremanti di freddo cominciarono a discutere come risolvere quella strana situazione. Erano anni che non parlavano fra di loro perché ognuno pensava alla propria tranquillità. Così seppero, l'uno dell'altro, tante cose che non sapevano.

A un certo punto si accorsero che qualcuno mancava: la zia Elisabetta.

- Chi l'ha vista?

- Starà male?

- Sono mesi che non la vedo.

- Andiamo da lei!

Bussarono e bussarono alla porta. Poi una voce debole e fioca disse dal di dentro:

- Aspettate un momento, vengo ad aprire.

Zia Elisabetta arrivò con fatica fino alla porta e fu sorpresa nel vedere tutti quei vicini di casa. Lei era pallida, tremava di freddo.

- Cosa posso fare per voi? - chiese con un filo di voce.

-Siamo noi che dobbiamo fare qualcosa per te! - dissero.

E di corsa andarono nelle loro case a prendere legna, coperte, pane, dolci, uova, miele. Qualcuno prese anche un fiore per zia Elisabetta. Ed erano così occupati a pensare a cosa potevano fare per zia Elisabetta, che non pensavano più a loro stessi. E si ritrovarono attorno a zia Elisabetta, davanti al camino acceso a chiedersi perdono, a ridere, a cantare insieme.

Poi qualcuno chiese:

- Come mai qui siamo riusciti ad accendere il camino, mentre da noi...

- Altro che fuoco! - gridò qualcuno della casa accanto.

- E come tirano bene i camini! - esultava la signora Giorgina.

- Anche da noi! Venite a vedere che fuoco! - gioivano i dirimpettai.

In tutte le case scoppiettava felicemente il fuoco nei camini.

Cosa era successo? Era successo che la neve aveva coperto a tal punto i comignoli che il fumo non poteva più uscire, ma quando si accorse che l'amore era tornato nel cuore di tutti, chiamò in fretta il vento e si fece spazzare via, in alto. Il vento per la gioia e la commozione la fece volteggiare sulle case e con essa disegnò un magnifico cigno bianco che volò su tutti i tetti della via e poi si allontanò, chissà dove... forse per andare a raccontare ad altre città la gioia dei comignoli di Via del Cigno.





Illustrazioni di Magdalena Kuchtovà

Favola apparsa anche in:
Nove Mesto, Bratislava, novembre-decembre 2005
Uj Varos, Budapest, decembre, 2007

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tanino carissimo, ci incanti con le tue storie tanto vicine alla realtà cristiana. Grazie e andiamo avanti con il blog! Riad