venerdì 11 febbraio 2011

Le radici del cielo


Ero stato a Monaco di Baviera e, passando per l’Austria, tornavo in macchina verso l’Ungheria.
Mi teneva sveglio uno spettacolo di lontani fulmini di tutte le combinazioni e grandezze. Tuoni fragorosi rimbombavano per lo spazio oscuro. Non avevo mai assistito a un tale spettacolo.
Pensai a mia nonna che aveva paura dei tuoni. Dietro la grande porta della sua camera c’era un baule antico che lei teneva sempre chiuso a chiave. Quando c’erano tuoni e lampi, lei si andava a sedere sul baule, con la porta aperta a riparo e cominciava a pregare. Quella misteriosa cassa, quei rumori minacciosi, l’ampio scialle di lana calda che copriva anche me, tutto era incanto, tutto era meraviglioso. E mentre lei, con giaculatorie in siciliano, invocava san Gerlando che facesse passare la tempesta, io speravo che durasse più a lungo possibile.
Sorrido al ricordo.
Vedo da lontano una macchina ferma con i segnali intermittenti. Rallento e mi ci fermo davanti.
Una famigliola apre il finestrino a sinistra e mi comunica che sta attendendo il carro attrezzi per un improvviso guasto. Mi ringraziano e mi offrono del tè caldo. Sorseggio la bevanda calda mentre ascolto dei bambini seduti nei sedili posteriori che vivacemente conversano con la nonna.
Uno di loro sta chiedendo di quale albero sono le radici che si vedono illuminate in cielo.
La nonna, senza sorpresa, afferma che sono le radici del cielo che scendono nel cuore della terra per rendere stabile il cielo. I bambini tacciono e continuano a guardare lo spettacolo di luci sempre nuovo e forse stanno immaginando la maestosità di un albero, immenso come il cielo. Dopo aver salutato e ringraziato la famigliola, torno in macchina e riparto. 
Le radici del cielo! Non ci avevo pensato. Quando ci sono le tempeste, le radici del cielo diventano visibili, ma in quel momento non si vede la chioma. Nello specchietto retrovisore diventa sempre più lontana la macchina con la nonna delle risposte eppure quella delle radici del cielo mi è sembrata la spiegazione della mia vita. Le grandi tempeste mi hanno sempre fatto intravedere le radici del cielo.


foto mia

7 commenti:

speranza ha detto...

Le radici del Cielo? Non avevo mai pensato in questo modo alle tempeste della vita, alle mie tempeste! Una prospettiva insolita e molto attraente per cogliere il meglio da ciò che accade, magari senza spaventarsi per i tuoni, nè temere il buio, ma piuttosto gioire di quei barlumi che illuminano, a tratti, il Cielo ed anche il cammino! GRAZIE

Anonimo ha detto...

sorprendente! Maurizio Mosconi

Anna (da Nicodemo) ha detto...

La mia nonna e poi la mia mamma, quando da bambina mi spaventavo per i tuoni, mi dicevano che erano gli angeli - in cielo - che giocavano a bocce.
A mia volta ho trasmesso questa immagine ai miei figli quando, per lo stesso motivo, si spaventavano dei tuoni in certi tamporali che pare stesse per scoppiare il cielo.
Presenze preziose quelle delle "nonne" a cui spesso è affidato il compito di tranquillizzare i bambini mentre papà e mamma trovano delle soluzioni.

Non avevo mai pensato alle "radici" del cielo,ma ho sempre guardato ammirata il reticolo di luce che il lampo provocava, un reticolo che - confesso - mi ha sempre ricordato il sistema venoso ed arterioso, ma non sono mai andata oltre a questo.

Ora, dopo questo post, direi che è una bella metafora anche il sistema venoso ed arterioso dove cuore e polmoni stanno in Cielo.

Eh, Tanino, ci vuole una gran memoria per ricordarsi tutte queste esperienze, ma credo sia una memoria del cuore che diventa uno scrigno in cui tenere i tesori che - prima o poi - serviranno a qualcuno

Tanino Minuta ha detto...

Paura dei tuoni!
Anche per altri che mi hanno scritto direttamente dico qui il mio grazie. Si sta sempre più consolidando la prassi che mi scrivete le vostre esperienze. Mi sembra che il blog assolva, in tal modo, un suo compito: creare comunione.
Ringraziandovi ancora tutti, vi auguro buona domenica! Tanino

Anonimo ha detto...

Caro Minuta, sono uno che sfrutta quello che scrivi. Sono insegnante e vedo che trovare un linguaggio per i giovani nell'adolescenza non è facile. Mi sono sorpreso a vedere che quando ho letto qualcosa di tuo, in genere i fatti della tua vita o le stesse meravigliose favole che scrivi, c'è stato silenzio. In qualche componimento ho notato che qualcuno ti richiamava, o citava una tua frase. Arrivo al dunque: pensi di fare delle pubblicazioni di questi tuoi interventi? Fammi sapere. Intanto un grazie.
Con stima, Ferruccio S.

etivengoacercare ha detto...

GRASSIE

etivengoacercare ha detto...

Grazie alla 'nonna' tua e alla 'nonna' dei bimbi. Saggezza degli anziani... ;)