martedì 1 luglio 2014

Parola di Vita Luglio 2014



“In verità vi dico: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,19-20).
È questa, a mio avviso, una di quelle parole di Gesù che fanno sobbalzare il cuore. Quante necessità nella vita, quanti desideri leciti e buoni che non sai come soddisfare, che non puoi appagare! Sei profondamente convinto che solo un intervento dall’Alto, una grazia dal cielo, potrebbe accordarti quanto brami con tutto il tuo essere. Ed ecco che senti ripetere dalla bocca di Gesù con splendida chiarezza, con adamantina certezza, piena di speranza e di promessa, la parola:
“In verità vi dico: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qua­lunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.
Avrai letto nel Vangelo che Gesù raccomanda più volte la preghiera e insegna come si fa ad ottenere. Ma questa, sulla quale poniamo oggi l’attenzione, è veramente originale. Essa, perché possa ottenere una risposta dal cielo, esige più persone, una comunità. Dice: «Se due di voi». Due. È il numero più piccolo che forma una comunità. A Gesù dunque importa non tanto il numero quanto la pluralità dei credenti.
Anche nel giudaismo – ti sarà noto – si sa che Dio apprezza la preghiera della collettività, ma Gesù dice qualcosa di nuovo: «Se due di voi… si accorderanno». Vuole più persone, ma le vuole unite, pone l’accento sulla loro unanimità: le vuole una sola voce.
Devono mettersi d’accordo sulla domanda da fare, certamente; ma questa richiesta deve poggiare soprattutto su una concordanza dei cuori. Gesù afferma, in pratica, che la condizione per ottenere quanto si chiede è l’amore reciproco tra le persone.
“In verità vi dico: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qua­lunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.
Ti potrai chiedere: «Ma perché le preghiere fatte in unità hanno maggiore accesso presso il Padre?».
Il motivo, forse, è perché sono più purificate. A che cosa infatti è ridotta, spesso, la preghiera se non ad una serie di domande egoistiche che ricordano più i mendicanti presso un re, che non i figli presso un padre?
Quanto invece si chiede insieme agli altri è certamente meno macchiato da un interesse personale. A contatto con gli altri si è più propensi a sentire anche le loro necessità e a condividerle.
Non solo: ma è più facile che due o tre persone capiscano meglio che cosa chiedere al Padre.
Se si vuole quindi che la nostra preghiera sia esaudita è meglio stare esattamente a quanto Gesù dice, e cioè:
“In verità vi dico: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qua­lunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.
Gesù stesso ci dice dove sta il segreto dell’efficacia di questa preghiera. Esso è tutto in quel «riuniti nel mio nome». Quando si è uniti così c’è fra noi la Sua presenza e tutto ciò che si chiede con Lui è più facile ottenerlo. Infatti Gesù, presente dove l’amore reciproco unisce i cuori, è Lui stesso che chiede con noi le grazie al Padre. E puoi pensare che il Padre non ascolti Gesù? Il Padre e Cristo sono una sola cosa.
Non ti sembra splendido tutto questo? Non ti dà certezza? Non ti dà fiducia?
“In verità vi dico: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qua­lunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.
Sarai ora certamente interessato a sapere cosa vuole Gesù che tu chieda. Egli stesso lo dice chiaramente: «qualunque cosa». Non c’è quindi nessun limite.
E allora metti anche questa preghiera nel programma della tua vita. Forse la tua famiglia, tu stesso, i tuoi amici, le associazioni di cui fai parte, la tua patria, il mondo che ti circonda mancano di innumerevoli aiuti perché tu non li hai chiesti.
Accordati con i tuoi cari, con chi ti comprende o condivide i tuoi ideali e, dopo esservi disposti ad amarvi come il Vangelo comanda, così uniti da meritare la presenza di Gesù tra voi, chiedete. E chiedete più che potete: chiedete durante l’assemblea liturgica; chiedete in chiesa; chiedete in qualsiasi luogo; chiedete prima di prendere decisioni; chiedete qualsiasi cosa.
E soprattutto non fate in modo che Gesù resti deluso dalla vostra noncuranza, dopo avervi dato tanta possibilità.
Gli uomini sorrideranno di più, gli ammalati spereranno; i bimbi cresceranno più protetti, i focolari familiari più armoniosi; i grandi problemi potranno essere affrontati anche nell’intimo delle case… E vi guadagnerete il Paradiso, perché la preghiera per i bisogni dei vivi e dei morti è anch’essa una di quelle opere di misericordia che ci saranno richieste all’esame finale.
 Chiara Lubich
Pubblicata su Città Nuova 1981/15-16, pp.40-41.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

C'è da sperimentarlo!
Sembra una follia... ma se è così abbiamo in mano la pietra filosofale che trasmorma tutto in oro.
Sta qui la grandezza-piccolezza dell'uomo.
Ciao,
Giorgio

Unknown ha detto...

È vero , quando chiediamo qualcosa al Padre, il più delle volte sono richieste egoistiche.Penso anche che una preghiera collettiva abbia una forza superiore,perché abbatte il muro che separa il visibile, dall'invisibile.Dio però, conosce i nostri limiti e le nostre fragilità.Come potrebbe negare un aiuto anche se fosse un grido di dolore, anziché, una sdolcinata preghiera precostituita.Quale Padre, può negare un pezzo di pane,al propio figlio anche se non viene chiesto nel modo giusto? Giusy