Sono stato al Santuario della Mentorella, un luogo di straordinaria
bellezza che aiuta il raccoglimento e la preghiera. Tanti segni ricordano i
passaggi in questo luogo di Giovanni Paolo II. Riporto stralci del discorso nel suo pellegrinaggio in questo santuario, il 29 ottobre 1978, due settimane dopo l'elezione a
pontefice
…
«Questo è un luogo in
cui, in modo particolare, l’uomo si apre di fronte a Dio. Luogo dove – lontano
da tutto, ma anche nello stesso tempo vicino alla natura – si parla
confidenzialmente con Dio stesso. Si sente nell’intimo quella che è la chiamata
personale dell’uomo. E l’uomo deve dar gloria a Dio Creatore e Redentore; deve,
in qualche modo, diventare voce di tutto il creato per dire in suo nome:
“Magnificat”. Deve annunziare i “magnalia Dei”, le grandi opere di Dio e, nello
stesso tempo, esprimere se stesso in questa sublime relazione con Dio, perché
nel mondo visibile solo lui può farlo.
Questo luogo, durante i
miei soggiorni a Roma, mi ha aiutato molto a pregare. E perciò anche oggi ho
desiderato venire qui. La preghiera, che in vari modi esprime il rapporto
dell’uomo col Dio vivo, è anche il primo compito e quasi il primo annuncio del
Papa, così come è la prima condizione del suo servizio nella Chiesa e nel
mondo.
[…]
La preghiera è infatti la prima espressione della verità interiore
dell’uomo, la prima condizione dell’autentica libertà dello spirito. La Chiesa prega e vuole pregare per ascoltare la voce interiore dello Spirito divino, affinché lui stesso possa in noi e con noi parlare coi gemiti inesprimibili di tutto il creato. La Chiesa prega e vuole pregare per rispondere ai bisogni del profondo dell’uomo, che talvolta è così ristretto e limitato dalle condizioni delle contingenze della vita quotidiana, da tutto ciò che è temporaneo, dalla debolezza, dal peccato, dall’abbattimento e da una vita che appare senza senso. La preghiera dà un senso a tutta la vita, in ogni suo momento, in ogni circostanza.»
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