martedì 21 giugno 2016

Dio mi dice...

«Dio ha stabilito con i suoi amici un linguaggio convenzionale; ogni avvenimento della vita è una parola di questo linguaggio; il significato comune di tutte queste parole di Dio è: Io ti amo. Bevo un bicchier d’acqua; l’acqua è il Ti amo di Dio. Resto due giorni nel deserto senza trovare da bere; la gola secca è il Ti amo di Dio. Dio è come una donna possessiva attaccata al suo sposo che gli sussurra per ore e ore all’orecchio senza posa: Ti amo, ti amo, ti amo. Dio non ha le parole per dire alle sue creature: Ti odio. Egli ama, ma non come amo io, no. Come uno smeraldo è verde, così egli è: Io ti amo. Dio è amore; Dio non ha altre parole che: Ti amo».
                                                                                         Simone Weil

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie, Tanino!
Fa riflettere e... può cambiare la vita!
Teresa

Anonimo ha detto...

Questo "inno" all'amore di Dio di Simone Weil, come ti scrive Teresa, fa riflettere e può cambiare la vita.
Può cambiare la vita?
Ma la vita di chi?
Quello che io vedo è quanto prevalga il male: istituzionalizzato, asservito a leggi che sembrano pulite, regolamentato da modernità e apparenza e folate di profumo... Il male è elegante e sicuro del suo fascino.
Difficile, difficile sconfiggerlo. Le vittime sono sempre gli innocenti, quelli che vedono il positivo, quelli che si sforzano di essere buoni...
Scusa lo sfogo, ma talvolta, vedendo come il male cresce rigoglioso e superbo, mi vengono tanti dubbi che toccano anche la coscienza e la fede.
Tanino, non attendo risposte ma accogli questo sfogo.
Ciao,
Robi

Tanino Minuta ha detto...

Sono d’accordo con te, ma non pensare che sia soltanto così. C’è altro, può esserci dell’altro. Lo stesso dolore, lo stesso sdegno può trasformarsi in breccia per entrare nella logica del male e disintegrarlo. A questo punto diventa necessaria la fede che ricorda che c’è Uno che ha vinto il mondo.
Auguri!
Tanino

Anonimo ha detto...

Tanino, è un salto che la mente deve fare... chiamiamolo fede ... e forse la vera malattia oggi è l'incapacità di "saltare".
Ho figli adolescenti ma non vedo futuro.
Comunque grazie per questi dialoghi che provochi.
Ciao,
Adolfo M.