mercoledì 27 luglio 2016

Il pericolo maggiore

Il pericolo maggiore che possa temere l'umanità non è una catastrofe che venga dal di fuori, non è né la fame né la peste, è invece quella malattia spirituale, la più terribile, perché il più direttamente umano dei flagelli, che è la perdita del gusto di vivere.

           Pierre Teilhard de Chardin

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Epperò Tanino questo post demonizza chi soffre di depressione... Chi pur continuando a credere nell'amore di Dio cammina con fatica

Anonimo ha detto...

Caro Anonimo, questa frase ieri non mi ha fatto pensare alla fatica di vivere, poichè essa è comunque ricerca: ricerca di un senso a ciò che accade dentro e fuori di te quando "soffri di depressione" e le relazioni che hai e le cose che hai fatto le vivi con distacco, in una solitudine che ti interroga su chi sei e su chi sei diventato.

Questa frase mi ha fatto invece pensare non a chi ha perso momentaneamente il gusto di vivere ma a chi non lo ha mai avuto (un amore vero, un affetto vero, una passione per lo studio o per un lavoro) e ha dentro questa richiesta enorme ed assurda: "Datemi una ragione per vivere...in alternativa datemi una ragione per morire..e vi seguirò...".
A queste persone (che sono figli del nostro tempo al di là della religione) purtroppo qualcuno risponde: "Uccidi, morirai , andrai in Paradiso". E loro lo fanno, trovando un senso al morire, non avendo trovato un senso al vivere.
(E' un'intuizione, subito dopo la strage di Charlie Ebdò)

Caro Anonimo, forse io e te facciamo fatica ad uscire dalla depressione; ma io penso che abbiamo una forza e una sensibilità per cui possiamo aiutare chi prova smarrimento, paura e insicurezza di fronte alle morti di innocenti e alla difficoltà della politica e della polizia a proteggere la "normalità e la tranquillità" a cui erano, eravamo, abituati.
Io mi sento di dire loro: "Facciamo la nostra parte, tutti insieme (chi è fragile perchè depresso, chio è fragile perchè impaurito): mostriamo LA NOSTRA RAGIONE DI VIVERE dimostriamo che al di là dei divertimenti e dei soldi c'è altro ... c'è altro e può esserci altro ..al di là della "faccia incosciente e superficiale della nostra società" mostrata dal calciomercato (è triste la vicenda huiguain in questo senso), dal gioco dei Pokemon (è triste vedere giovani adulti fissare il cellulare in branco o da soli), dalla produzione e dal commercio delle armi (di cui solo il Papa parla !).
Un alternativa c 'è ...è la GMG di Cracovia dove tanti giovani sono andati là con le loro domande e forse troveranno risposte (nelle aprole di Papa Francesco e non solo !)di cui abbiamo bisogno tutti, depressi e non !
Che ne pensi Tanino, cosa osservi da dove sei tu ?
Un caro saluto.
C.

Anonimo ha detto...

Caro/cara C.,
ti ringrazio molto per la tua bella risposta. Mi trovi sostanzialmente d'accordo, soprattutto
sulla necessità di fare la nostra parte. Oggi più
che mai. Il mio voleva solo essere un ricordare quella fetta di umanità che fa fatica a vivere. Lo ribadisco, non avere gusto x la vita significa vivere al buio. Anche se la stella della speranza continua a brillare all'orizzonte.

Tanino Minuta ha detto...

Cara "C" e caro Anonimo,
GRAZIE!
C, tu mi chiedi cosa ne penso.
Le tue osservazioni sono giustissime.
Io penso che se qualcuno soffre più degli altri è un SEGNALE importante da considerare per un bene maggiore di tutti.
Chi "soffre" la vita è un'antenna speciale che sta registrando qualcosa che altri non colgono.
Chi soffre sarebbe da mettere in trono per poter ascoltarlo.
Sembra paradossale ma parlo per esperienza personale e per i molti incontri che ho avuto finora.
Qualche giorno fa papa Francesco incontrando i giorni alla GMG di Cracovia ha detto fra l'altro: "“Ma padre – qualcuno può dirmi – è tanto difficile sognare alto, è tanto difficile salire, essere sempre in salita. Padre, io sono debole, io cado, io mi sforzo, ma tante volte vengo giù. Gli alpini, quando salgono le montagne, cantano una canzone molto bella, che dice così: ‘Nell’arte di salire, quello che importa non è non cadere, ma non rimanere caduto’. Se tu sei debole, se tu cadi, guarda un pochettino in alto e c’è la mano tesa di Gesù che ti dice: ‘Alzati, vieni con me’”.

La fede, che è amicizia con l'Assoluto, con l'Invisibile, spiega le parole del dolore, di ogni dolore, qualsiasi forma abbia.
Vi ringrazio tanto cari Anonimi!
Contate sulla mia preghiera (che è ascolto di quel Dio-Amore che ci fa una famiglia),
Tanino