giovedì 26 gennaio 2017

Quando il tuo cuore è toccato...

«Quando il tuo cuore è toccato, colpito dalla miseria altrui, ecco, allora quella è misericordia. Fate attenzione pertanto, fratelli miei, come tutte le buone opere che facciamo nella vita riguardano veramente la misericordia. Ad esempio: tu dai del pane a chi ha fame; daglielo con la partecipazione del cuore, non con noncuranza, per non trattare come un cane l’uomo a te simile. Quando dunque compi un atto di misericordia comportati così: se porgi un pane, cerca di essere partecipe della pena di chi ha fame; se dai da bere, partecipa alla pena di chi ha sete; se dai un vestito, condividi la pena di chi non ha vestiti; se dai ospitalità condividi la pena di chi è pellegrino; se visiti un infermo quella di chi ha una malattia; se vai a un funerale ti dispiaccia del morto e se metti pace fra i litiganti pensa all’affanno di chi ha una contesa. Se amiamo Dio e il prossimo non possiamo fare queste cose senza una pena nel cuore».

Sant’Agostino, Discorso 358/A, 1)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Una singola Anna Frank desta più commozione delle miriadi che soffrirono come lei, ma la cui immagine è rimasta in ombra. Forse è necessario che sia così; se dovessimo e potessimo soffrire le sofferenze di tutti, non potremmo vivere. Forse solo ai santi è concesso il terribile dono della pietà verso i molti;

Primo Levi, "I sommersi e i salvati"

S.Agostino e Primo Levi: due epoche, due riflessioni per noi oggi.
Aggiungo una mia personale considerazione: non c'è differenza tra il ragazzo normale che partecipò attivamente allo sterminio degli ebrei (su cui si è ointerrogato e ha scritto Primo Levi) e il ragazzo normale che nella nostra epoca uccide per soldi i genitori del suo amico e quello che uccide la fidanzata: non meritano ne' pietà ne' perdono perchè entrambi non sono stati umani: hanno prima negato l'umanità dell'altro/a e poi l'hanno ucciso/a con facilità, e noncuranza.
secondo me ciò che dobbiamo fare per loro, per i vivi e per i morti e per noi è "Condannarli con amore e per amore dell'Umanità", condannarli prendendo a prestito le riflessioni profonde e le parole dolenti di chi è sopravvissuto al nazismo, condannarli che non significa condannarli a morte che sarebbe diventare come loro cioè inumani(come intuì la sopravvissuta ebrea Liliana Segre quando - dopo la liberazione - si trovò davanti un nazista ed un arma a disposizione e non la usò).
Io non posso condividere l'agire di coloro i quali da "bravi cristiani che non giudicano" si affrettano a aiutare (es volontari nelle carceri) e riabilitare assassini spietati, senza distinguere tra chi ha ucciso chi ha agito per debolezza (capace di provare pentimento, ed io ne ho conosciuti assassini così, capaci dopo aver scontato la pena, di gesti di bontà gratuiti verso l'altro) ) e chi ha agito da onnipotente con gusto e senza pietà, moderni Nazisti, capaci di provare amore e generosità per il proprio cane o gatto e odio e indifferenza verso un altro essere umano.
Questa è la mia opinione, essa è soggettiva e parziale ed è frutto sia di esperienze dirette sia dell'interrogarmi su fatti di cronaca e su fatti storici.
La esprimo con rispetto per chi per esperienze dirette proprie non la condivide, consapevole che è una piccola cosa a confronto con gli scritti di grandissimo valore di persone come Primo Levi e Liliana Segre, che io sto leggendo a piccole dosi perchè è impossibile proseguire spediti nella lettura di riflessioni così e di esperienze così. Ma dobbiamo farlo non "Perchè non succeda più"..come ogni anno ingenuamente e retoricamente si sente affermare in occasione della Giornata della Memoria, ma per capire fino a che punto "Sta succedendo ancora e adesso" e capire "Che cosa possiamo dire e che cosa possimao fare ".

C.