O
GIORNI MIEI…
Solo a
sera m'è dato
assistere
alla deposizione
della
luce, quando
la
vita, ormai
senza
rimedio, è perduta.
Mio
convoglio funebre
di ogni
notte: emigrazione
di
sensi, accorgimenti
delle
ore tradite, intanto
che lo
spirito è rapito
sotto
l'acutissimo arco
dell'esistenza:
l'accompagna
una
musica di indicibile
silenzio.
Invece
dovere
ogni
mattina risorgere
sognare
sempre
impossibili
itinerari.
David Maria Turoldo
Foto di Gennaro Musella
1 commento:
Che fine poeta è stato ed è ancora per noi quest'anima!
Mi attrae "lo spirito rapito sotto l'acutissimo arco dell'esistenza"
e penso che il poeta intendesse percepire o suggerire un senso di costrizione dello spazio di azione o di passaggio, ma subito non posso mancare di visualizzare lo slancio che lo sguardo riceve nel risalire ogni spazio, arco o struttura gotica che comunque punta sempre verso l'alto, le volte e ancora di più in esterno verso il cielo.
E l'oscurità notturna del poeta si è mitizzata in chiarore.
Grazie sempre Tanino
Luisa
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