domenica 2 aprile 2017

O giorni miei

O GIORNI MIEI…

Solo a sera m'è dato
assistere alla deposizione
della luce, quando
la vita, ormai
senza rimedio, è perduta.

Mio convoglio funebre
di ogni notte: emigrazione
di sensi, accorgimenti
delle ore tradite, intanto
che lo spirito è rapito
sotto l'acutissimo arco
dell'esistenza: l'accompagna
una musica di indicibile
silenzio.

Invece dovere
ogni mattina risorgere
sognare sempre
impossibili itinerari. 

          David Maria Turoldo

Foto di Gennaro Musella

1 commento:

Anonimo ha detto...

Che fine poeta è stato ed è ancora per noi quest'anima!

Mi attrae "lo spirito rapito sotto l'acutissimo arco dell'esistenza"

e penso che il poeta intendesse percepire o suggerire un senso di costrizione dello spazio di azione o di passaggio, ma subito non posso mancare di visualizzare lo slancio che lo sguardo riceve nel risalire ogni spazio, arco o struttura gotica che comunque punta sempre verso l'alto, le volte e ancora di più in esterno verso il cielo.
E l'oscurità notturna del poeta si è mitizzata in chiarore.

Grazie sempre Tanino
Luisa