sabato 24 marzo 2018

Noi diamo a Dio perché...


«Noi gli diamo delle cose perché lui ce ne dia delle altre, facciamo dei sacrifici perché ci faccia dei favori, facciamo opere buone perché ci dia il premio. Concepire Dio in termini di legge, di obbligo, di dovere, di debito, di paga, di castigo, di premio invece che in termini di amore, di risposta, di alleanza, di nozze, è stravolgere la religione e Dio morirà per questo. L’ipotesi che sembra più vera è che Dio non è morto per i peccatori, per i peccatori non occorreva morire – bastava dire: Siete salvati! – è morto per i giusti, per convincerli del loro peccato, il peccato di avere un’ipotesi così cattiva su Dio. E Dio deve proprio morire in croce per dire: non sono così!»

Silvano Fausti

3 commenti:

Anonimo ha detto...

GRAZIE

Anonimo ha detto...

Caro Tanino,
non so dove vai a trovare queste dichiarazioni sconvolgenti...
Ci ho pensato tanto dopo aver letto e mi sembra di non aver mai vissuto una vera fede, ma di aver creato soltanto occasioni di baratto: io ti do, tu mi dai.
Capisco perché il cosiddetto ateismo non sia altro che una forma più pura di ricerca. Ricerca povera, essenziale.
Non parlo di quell'ateismo che è rabbia o idolatria, ma della ricerca di Dio.
Buona giornata, Tanino.
Stammi bene,
Ludovico

Tanino ha detto...

Caro Ludovico,
le cose belle emergono quasi da sole...
Certo mi piace leggere e scopro perle...
e non le tengo per me.
Importante quelle che dici.
Grazie e auguri,
Tanino