Il possesso dei beni e il dirsi cristiani, o peggio ancora ‘religiosi’, non funge da polizza per la felicità.
«Vendi quello che hai e dallo ai poveri…» (Mc 10, 21). Gesù non invita alla povertà ma alla condivisione: quello che possiedi trasformalo in relazione, a favore dell’altro.
Il possedere beni – di qualsiasi natura – è di fatto un ostacolo alla salvezza; l’accumulare solo per sé, rende la vita satura, impedendo al ‘sale’ che è Cristo, di rendere sapida e dunque sensata la vita.
Solo se abbiamo il cuore libero da legami, da idoli cui votiamo l’esistenza, l’Amore potrà raggiungerci e con lui la possibilità di amarci vicendevolmente come fratelli.
Paolo Squizzato
Conclusione del commento al Vangelo della Domenica 28a del TO, anno B
https://www.paoloscquizzato.it/omelie/omelia-28a-domenica-tempo-ordinario-anno-b-2
Nessun commento:
Posta un commento