martedì 4 gennaio 2011

Dio è l'oro della mia città

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Freddo gelido, strade pericolose per neve su ghiaccio, arrivo in chiesa e mi stupisce quanta gente sia presente in un giorno feriale e a quest'ora. Mi commuovono soprattutto gli anziani, quelli che hanno già passato molte stagioni.
Porto alla Messa un grosso carico di dolori, di cui sono a conoscenza, che ora mi passano davanti a uno a uno e li consegno all’Autore della vita.
Forse per il clima natalizio, forse per il freddo… quella chiesetta mi sembra il coro di un convento, grande come il quartiere, da dove ogni giorno possiamo affacciarci all’Eternità.
E comincio a ripetere in me una pagina di Chiara Lubich. Ne riporto due stralci:

Immagino un città d'oro
dove il divino è in rilievo, splendente di luce, 
e l'umano fa da sfondo, 
messosi in ombra
 per dar più gran risalto allo splendore. 
Ogni chiesa, ogni tabernacolo
rilucono più del sole, 
perchè lì è rimasto
l'Amore degli amori.

...



Dio è l’oro della mia città,
di fronte al quale il sole s’adombra,
il cielo s’impiccolisce,
ogni bellezza e maestosità della natura
si ritirano beate a far corona,
a servire, cornice.
E questa città è in ogni città
e tutti la possono vedere,
purché si spenga in Dio, obliando, l’anima nostra
e s’accenda in essa il fuoco dell’amore divino.


Chiara Lubich, Meditazioni, Una miriade di stelle splendide.  

Foto mia

4 commenti:

Anonimo ha detto...

GRAZIE TANINO PER QUESTO BLOG E' SEMPRE UNA PIACEVOLE EVASIONE DAL FRASTUONO DEL MONDO CIRCOSTANTE.
I PIEDI SONO SEMPRE PIANTATI SULLA TERRA MA LA PERCEZIONE DI INFINITO CHE L'ANIMA VIVE IN QUESTO BLOG SCIOGLIE IL PRESENTE E,... L'ANELITO E LA SPERANZA DI VIVERE NELL' ETERNITA' DA TANTA FORZA PER ANDARE AVENTI SEMPRE CON I PIEDI IN TERRA. GRAZIE!!
DAVIDE SCARANO
DAVIDE

Anonimo ha detto...

Che dire? Quello che scrivi è favola o pura realtà? L'ho letto, riletto, commentato, confrontato... e mi sembra che per avere quegli occhi di cui parla Chiara Lubich, ci vuole una rinascita, una metanoia direbbero i greci.
Paradossalmente sento di averne bisogno anche se penso di essere una persona che sa quello che vuole e che ha raggiunto obiettivi soddisfacenti.
Tanino Minuta, il tuo blog è inquietante, non lascia indenni. Me ne aveva parlato una collega, insegnante come me, e da come ne parlava ha stimolato la mia curiosità. Ecco tutto.
Ci tornerò, ma forse ti scrivo direttamente per dirti di più della mia vita. Un confronto con te non sarebbe da scartare. Auguri e un grazie te lo meriti. Giulio P.

Anonimo ha detto...

Caro Tanino, ho letto l'articolo su Marco Bettiol: una storia che scava un solco profondo nella mediocrità in cui ci muoviamo ubriachi. Mio marito ne ha fatto molte copie per distribuirlo agli amici.
Anche questa tua riflessione fatta alla messa e nel freddo è una finestra che apre verso orizzonti inattesi. Ti ringrazio. Carla

Anonimo ha detto...

Bello l'articolo di Marco Amato, vivo! vero! davvero forte!

Grazie di avercelo donato.
Franz (papà di Marco)