mercoledì 12 gennaio 2011

La mia favola

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C’era una pietra infossata dall’aratro. La radice di una rosa rossa l’aggirava dolcemente per aggrapparsi. La pietra cercava di svincolarsi da quella mano.
La radice chiese:
- Perché non mi lasci aggrappare? Se mi stringo a te la rosa che sta fiorendo potrà essere più sicura, potrà sfidare il vento e sarà bellezza e gioia per tanta gente. Ho bisogno di te!
La pietra rispose:
- Da quando mi sono staccata dalla montagna sono scivolata libera e non voglio ora, proprio ora, essere soffocata sotto terra. Non potrei godere neanche della bellezza della rosa.
La radice allora:
- S’avvicina l’estate, poi verrà l’autunno. La pioggia forse ti libererà, ma il vento strapperà via la rosa e la bellezza non tornerà a fiorire.
La pietra si guardò attorno e accanto a lei, in silenzio, tutto liberamente si lasciava trasformare. Per amore della rosa si lasciò avvolgere.
Passarono giorni e giorni. La pietra divenne il cuore di tante radici. Venne il caldo. Sembrò che le radici volessero succhiare la pietra.
La pietra capì che l’arsura stava uccidendo la rosa. Non poteva fare nulla.
Il cuore delle radici fu colto da un doloroso brivido e pianse per la rosa. Le lacrime cominciarono a spaccare la pietra e lentamente la consumarono.

Venne il freddo.
C’era buio e c'era vento. Un passero vinto dalla bufera rotolò ai piedi di una rosa che lo abbracciò, lo scaldò e sciolse il ghiaccio che paralizzava le sue ali.
Il nuovo giorno svegliò il passero che si guardò attorno:
- Una rosa fiorita nel gelo?
La rosa fiorita nel gelo era grigia e forte, come la pietra. Fiorì e si moltiplicò.
Non c’è più la rosa rossa, non c’è più la pietra, ma… un fiore che sfida e vince le stagioni.










foto mie

8 commenti:

etivengoacercare ha detto...

Bella. Che vale aggiungere parola.
Me la sono messa 'via' per rimeditarla.
Grazie. ;)

Anonimo ha detto...

Tu dici "la MIA" favola. E' straordinariamente poesia e mistica. Spero dirai di più e non sarò il solo a chiedertelo. Un grazie immediato e attonito. Grazie, Tanino. Se tutto il tuo blog era per farti pubblicare questa "TUA" favola... allora valeva la pena. ... permettimi di non firmarmi. Ti basti il mio grazie.

Anonimo ha detto...

ho letto la favola. Veramente bella!!!!! Mi è piaciuta molto!

Tani'! ... Si' gruoss'!!!!

Carlo Fusco

Anonimo ha detto...

Anni fa, dopo una nascita sofferta e rischiosa ho avuto un'altra gravidanza ravvicinata e il consiglio medico di abortire.
Pressioni giornaliere mi hanno portato angoscia e incertezza; solo mio marito e persone che condividevano la mia fede mi offrivano momenti di consolazione. Anche la preghiera era divenuta difficile.
Quando soffro, cerco sempre istantaneamente e naturalmente il contatto con la natura.

Era Febbraio e nel verde gli alberi avevano già i bocci delle foglie nuove, l'erba verde chiaro chiazzava i prati e le prime margheritine facevano capolino al riparo delle zone assolate di grandi alberi centenari......

"In silenzio, tutto liberamente si lasciava trasformare.....e la pietra si lasciò avvolgere per amore della rosa".

Un pensiero netto e conciso piovve su di me : "la natura non torna mai indietro; chi sono io per non lasciarmi trasformare per amore?"
E subito è scesa la pace ed è spuntata la gioia.
Questo figlio, forse più voluto ed amato degli altri, è da sempre un innamorato della natura e non tralascia occasione per vagabondare tra mari, monti, laghi e colline e conosce ogni segreto della creazione che incontra sui suoi passi !
Coincidenze? Chissà, forse...

Grazie Tanino, come sempre.

Anna (da Nicodemo) ha detto...

"Ho bisogno di te!"
E' davvero incredibile! La bellezza, il segno del calore umano, la vita pulsante, ha bisogno di una pietra.

Non so per quale strano percorso mentale, ma mi fa pensare al Natale appena passato e già in attesa del prossimo.

L'uomo, con un cuore di pietra, disse (più o meno) a Dio nell'Eden: "Non ho bisogno di Te" e Dio per tutta risposta ha detto al cuore umano "Io ho bisogno di te" ed il cuore umano da pietra è diventato un giardino che, nonostante gli inverni, le bufere e le arsure puntualmente rifiorisce.

Questa favola è una favola di Natale. Grazie Tanino, è davvero geniale.

Tanino Minuta ha detto...

Molti mi hanno chiesto cosa ci sia dietro la favola.
Intanto ringrazio tutti quelli che hanno scritto o mandato sms.
La favola è soltanto un tentativo per dire che ogni rapporto umano è la condizione per "morire" allo stato di solitudine e rinascere in una forma che è superamento della condizione di prima. La favola parla dell'invincibilità dell'amore e che siamo fatti per essere quello che gli altri hanno bisogno. Grazie e auguri! Tanino

speranza ha detto...

Grazie Tanino, ancora una volta ci hai spiegato con poesia il mistero grande dell'amore vero, quello che si dona senza nulla attendere, che si lascia avvolgere dall'altro, si lascia spaccare, consumare, sino a scorgere la nascita di una nuova ed inaspettata vita, capace di accogliere, scaldare e liberare, con colori e forme e forze rinnovate, pronta alla sfida che sola può e sa vincere le stagioni..!

Giovanna Maria ha detto...

Hai scritto "siamo fatti per essere quello che gli altri hanno bisogno" ed io sperimento che le tue parole mi lasciano una dolcezza speciale, difficile da descrivere, nel cuore. A volte non comprendo immediatamente cosa vuoi dire, eppure avverto subito questa dolcezza e persino dopo tempo ne sento gli effetti benefici. Dio ti benedica, Tanino!