Gianluca è operaio. Eleonora,
è pittrice. Il loro è stato un matrimonio di grande amore ma, dopo la nascita
di Ruggero, le differenze cominciano a logorare le fondamenta di un rapporto
giudicato invincibile.
In una mostra Eleonora
conosce un pittore che le fa perdere la testa. Comunica a Gianluca la sua
intenzione di andare a vivere con il nuovo compagno, ma chiede di mantenere in
casa il suo atelier per dare a Ruggero la sensazione di continuità.
Gianluca, dopo qualche
notte insonne, per amore del figlio accetta la tragica farsa, ma vive un
momento di disperazione quando la moglie comunica di attendere un bambino e che
ha intenzione di andare via da casa definitivamente.
Per padre e figlio
seguono anni difficili. Gianluca aiuta il figlio a riconoscere nella madre i
tratti migliori e di accogliere la sorellina come un dono anche per lui.
Eleonora, dopo alcuni
anni si ritrova sola. Gianluca, attraverso amici viene a sapere della sua
situazione disastrosa. Era fallito anche un secondo rapporto con un ex drogato
che le ha fatto svendere tutte le sue opere lasciandola sul lastrico.
Attraverso Ruggero, le manda a dire che la casa è sempre aperta e che per lei e
la bambina avrebbe ricavato degli spazi indipendenti.
Inizia una strana,
nuova convivenza.
“Mia moglie ha trovato
in me un amico e tale cerco di essere mettendo a tacere ogni diritto o
speranza. Il passato è inesorabilmente passato. Mi sono chiesto mille volte da
dove mi venga la forza per non mollare. In paese la gente mi guarda come uno
stupido zimbello nelle mani di una donna capricciosa e volubile. Quanto amore
c’era tra noi! Lei, che sa parlare, diceva che l’arte è come l’amore: sa creare
dal nulla bellezze mai viste. Così vivevamo il nostro sogno ed eravamo convinti
che, pur avendo origini diverse, l’amore nostro era capace di creare dimensioni
nuove, originali”.
Eleonora mi confida: “Ti
sembrerà strano ma oggi la mia vena creativa è Gianluca. L’ho amato per la sua
bellezza, ma l’ho ritrovato come amico. È uno che ormai non chiede nulla per
sé. È un mistero impenetrabile e amabile. Vive come se fosse morto. No, non fa
compassione. Tutt’altro. Questa sua indefinibile purezza è una cosa che non mi
lascia in pace, mi fa da specchio. È un modello tremendo e affascinante, un
punto da raggiungere”.
Illustrazione: opera di Eva Sladeckova
Testo ridotto dalla mia pubblicazione su Città Nuova n° 21/2011
3 commenti:
Che storia drammatica e... bella. Il capolavoro è Gianluca. Un grande capolavoro. Ciao, Tiziana
CIAO A TUTTI DI QUESTO BLOG.
DAVVERO LA STORIA DI QUESTO MATRIMONIO FA' PENSARE MOLTO....... VERREBBE QUASI DA DIRE CHE L' AMORE E' UN ABISSO DOVE TUTTO E' POSSIBILE: ANCHE L' IMPOSSIBILE.
GRAZIE A TUTTI QUANTI PARTECIPANO
A QUESTO BLOG. CIAO.
GIOVANNI
Come alle nozze di Cana: l'ultimo vino è migliore del primo!
Posta un commento