sabato 5 novembre 2011

Il mio sì

Io sono creato per fare e per essere qualcuno per cui nessun altro è creato.
Io occupo un posto mio nei consigli di Dio, nel mondo di Dio: 
un posto da nessun altro occupato.
Poco importa che io sia ricco, povero disprezzato o stimato dagli uomini: 
Dio mi conosce e mi chiama per nome.
Egli mi ha affidato un lavoro che non ha affidato a nessun altro. Io ho la mia missione.
In qualche modo sono necessario ai suoi intenti 
tanto necessario al posto mio quanto un arcangelo al suo.
Egli non ha creato me inutilmente. Io farò del bene, farò il suo lavoro.
Sarò un angelo di pace un predicatore della verità
nel posto che egli mi ha assegnato anche senza che io lo sappia,
purché io segua i suoi comandamenti e lo serva nella mia vocazione.

John Henry Newman

Foto mia, tramonto sul lago

6 commenti:

Attilino ha detto...

Io farò bene.



Attila (giudice di Dio)

Anonimo ha detto...

BELLISSIMO !!!!

GIOVANNI

Tanino Minuta ha detto...

Mi sono arrivati subito altri commenti via e-mail. Sembra che questa riflessione di Newman abbia un grande effetto: è una sopresa renderci conto della nostra unicità e insostituibilità. Diceva Madre Teresa di Calcutta "Quello che noi facciamo è solo una goccia nell'oceano, ma se non lo facessimo l'oceano avrebbe una goccia in meno".
Sì, tu sei necessario, insostituibile e unico. Il mondo, l'umanità ha bisogno di te. Auguri!
Tanino

Anonimo ha detto...

Grazie, Tani!
Trovi sempre cose straordinarie!
Grazie.
E.

Anonimo ha detto...

mi aiuta a dire il mio "sì" ad ogni inatteso dolore: ogni cosa che succede è per il mio bene. Grazie. Ho passato questa pagina a molti amici e amiche. Ciao, Rosanna

Anonimo ha detto...

La citazione che hai fatto di Newman presuppone una fede e la convinzione che un creatore abbia in mano la mia esistenza. Dopo varie delusioni e incongruenze osservate nella vita mia e di altri sono arrivato al punto di non immaginarmi come parte di un universo pensato e organizzato, ma come un dato effimero, come un fenomeno che nasce cresce e muore, senza infamia e senza lode.
Tu mi sembri un convinto, un accanito assertore di una vita che non finisce e consideri questa soltanto come un preludio. A cosa serve una tale concezione? A oscurare l'evidenza del niente he ci divora? Scusa, mi sono lasciato andare. Ma una tua parola... insomma ci sta bene in questo caos. Saluti Marco