giovedì 25 luglio 2013

Non trattenere la bellezza



Solo il senso dell’udito può capire la verità, perché solo lui ascolta la parola… “Non mi trattenere”, dice il Signore, cioè perdi l’abitudine di fidarti dei sensi che ingannano, tieni conto piuttosto delle mie parole e abituati alla fede. La fede non può sbagliare, comprende le cose invisibili e non avverte la mancanza dei sensi. Supera anche i limiti della ragione umana, le pratiche naturali, i limiti dell’esperienza. Perché vuoi comprendere con gli occhi quanto essi non possono sapere? E perché la tua mano cerca di sondare ciò che mai raggiungerà? E’ ben poca cosa quanto essi fanno conoscere di me. E’ della fede parlare di me senza diminuire la mia maestà; impara a credere con più sicurezza e a seguire con più fiducia quanto ti dice. « Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre ». Come se dovesse o potesse lasciarsi trattenere una volta salito : sì, senza dubbio, potrà essere trattenuto, ma solamente dal cuore, non dalle mani, dal desiderio, non dagli occhi, dalla fede, non dai sensi. “Perché – dice – cerchi di trattenermi ora…? Non ti ricordi che quando ero ancora mortale, gli occhi dei miei discepoli non hanno potuto sostenere la gloria del mio corpo trasfigurato, quando doveva ancora morire? Ti faccio ancora il favore di mostrarti la mia condizione di servo (Fil 2,7), ma la mia gloria ormai mi allontana da te… Smetti di giudicare…; aspetta dalla fede la luce su questo mistero così grande… Ciò che l’occhio non ha visto, l’orecchio non ha udito, il cuore dell’uomo non aveva immaginato (1Cor 2,9), la fede lo porta come racchiuso e sigillato in se stessa. Per essere degno di trattenermi, mi devi contemplare seduto alla destra del Padre (Mc 16,19; Sal 110,1), non più nella condizione di abbassamento, ma nello stato glorificato. E’ lo stesso corpo, ma sotto un altro aspetto. Perché vuoi trattenermi nella bruttezza? Aspetta di poterlo fare nella bellezza”.

San Bernardo (1091-1153), monaco cistercense e dottore della Chiesa
Discorsi sul Cantico dei Cantici, n° 28,9 

4 commenti:

Unknown ha detto...

Ho letto sull'ultimo numero di Cittanuova il tuo racconto "sui prati d'asfodelo". Vorrei ringraziarti perche come sempre riesci a valorizzare l'umanita' e offrirci rifllessioni importanti attraverso esperienze quotidiane . Bellissima la metafora della foglia vecchia che ha la sua funzione anche nel vigore della promavera. Grazie Tanino.
Maria Teresa

Tanino Minuta ha detto...

Grazie, M. Teresa!
é la vita con le sue leggi che ci spiega Dio, il senso cioè di tutto.
Reazioni come la tua mi aiutano a leggere nei fatti i segni dell'Armonia e della Bellezza.
E questo salva dal caos delle razionalità che spaziano dentro i palazzi e non conoscono altri orizzonti.
Ciao, e auguri per tutto,
Tanino

Foglia ha detto...

mi immagino di pensare
a qualcosa di molto bello
ad una morte non apparente
essere buono



Gennaro

MUSCHIO ha detto...

COLGO LA SICUREZZA CON IL QUALE GESU'
NON SI FA TRATTENERE

MI ASPETTA UN GUARDARE DAL SORRISO COL QUALE ATTRAVERSO LA VITA

UN MISTERO COSI' GRANDE.....

CONIUGATO ALL'ABBASSAMENTO POI ALLA VITA, POI ALLA CONTEMPLAZIONE.



GENNARO