A
conclusione del Sinodo straordinario sulla famiglia, nel pomeriggio di sabato
18 ottobre 2014, Papa Francesco ha rivolto ai Padri Sinodali e a tutti i
partecipanti un discorso che ha definito il Sinodo come un cammino
“e come ogni cammino ci sono stati dei momenti di corsa veloce, quasi a voler vincere il tempo e raggiungere al più presto la mèta; altri momenti di affaticamento, quasi a voler dire basta; altri momenti di entusiasmo e di ardore...” (…)
“E poiché essendo un cammino di uomini, con le consolazioni ci sono stati anche altri momenti di desolazione, di tensione e di tentazioni, delle quali si potrebbe menzionare qualche possibilità:
“e come ogni cammino ci sono stati dei momenti di corsa veloce, quasi a voler vincere il tempo e raggiungere al più presto la mèta; altri momenti di affaticamento, quasi a voler dire basta; altri momenti di entusiasmo e di ardore...” (…)
“E poiché essendo un cammino di uomini, con le consolazioni ci sono stati anche altri momenti di desolazione, di tensione e di tentazioni, delle quali si potrebbe menzionare qualche possibilità:
- una: la tentazione
dell'irrigidimento ostile, cioè il voler chiudersi
dentro lo scritto (la lettera) e non lasciarsi sorprendere da Dio, dal
Dio delle sorprese (lo spirito); dentro la legge, dentro la certezza di
ciò che conosciamo e non di ciò che dobbiamo ancora imparare e raggiungere. Dal
tempo di Gesù, è la tentazione degli zelanti, degli scrupolosi, dei premurosi e
dei cosiddetti - oggi- "tradizionalisti" e anche degli
intellettualisti.
- La tentazione
del buonismo distruttivo, che a nome di una
misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle e medicarle; che
tratta i sintomi e non le cause e le radici. È la tentazione dei
"buonisti", dei timorosi e anche dei cosiddetti "progressisti
e liberalisti".
- La tentazione di
trasformare la pietra in pane per rompere un
digiuno lungo, pesante e dolente (cf. Lc 4,1-4) e
anche di trasformare il pane in pietra e scagliarla
contro i peccatori, i deboli e i malati (cf. Gv 8,7) cioè di
trasformarlo in "fardelli insopportabili" (Lc 10,
27).
- La tentazione di
scendere dalla croce, per accontentare la gente, e non rimanerci, per
compiere la volontà del Padre; di piegarsi allo spirito mondano invece di
purificarlo e piegarlo allo Spirito di Dio.
- La tentazione di
trascurare il "depositum fidei", considerandosi
non custodi ma proprietari e padroni o, dall'altra parte, la tentazione
di trascurare la realtà utilizzando una lingua minuziosa e un
linguaggio di levigatura per dire tante cose e non dire niente! Li chiamavano
"bizantinismi", credo, queste cose...”.
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